25. Non tutto ha bisogno di una spiegazione

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Martedì 27 novembre 2018
16:30

All'inizio era stato difficile convincerla.

Fiamma si era rivelata più imprudente di quanto pensassi e alla mia supplica di rimanere confinata in casa, allontanando da sé eventuali rischi e pericoli, si era opposta un minimo di dieci volte, finché non ero riuscita a farla cedere, avendola vinta.

Quei tre ragazzi che due sere prima avevano tentato di metterle le mani addosso, si erano rivelati una vera e propria feccia e se avevo insistito tanto, non era che per il suo bene.

La possibilità di sporgere denuncia, l'avevo scartata: non avevamo prove concrete e conoscendo la giustizia italiana, non ci avrebbero mai creduto sulla parola.

Erano trascorsi tre giorni in cui le pareti della sua abitazione erano state le uniche che aveva avuto modo di vedere. Io ero andata a trovarla ogni pomeriggio per farle compagnia e la maggior parte di quelle ore, era stata la più intima insieme a lei. Avevamo dedicato quei momenti a riempirci di baci sinceri e carichi di passione che però avevano reso il tempo tanto fugace da lasciarci entrambe insoddisfatte.

Dopo la sua rivelazione, mi ero sentita completamente libera da quelle sbarre che rendevano Fiamma irraggiungibile, esternando qualunque sentimento provassi.

Non c'era più nulla da trattenere dentro di me, nulla che potesse riempirmi fino a soffocarmi.

Ogni desiderio di lei, adesso era avverabile.

Così, anche quel pomeriggio, dopo aver studiato il minimo indispensabile, uscii di casa per prendere la metro e raggiungere il tanto ormai conosciuto ed amato, quartiere di Monte Sacro.

Venti minuti più tardi, ero già da lei che mi accolse afferrandomi per i fianchi e scoccandomi un bacio in bocca.

«Ehi tu» feci a mo' di saluto, tirando il labbro inferiore con i denti.

«Mi sei mancata» sussurrò Fiamma facendo scorrere il pollice sulla mia guancia con delicatezza.

«Ci siamo viste ieri» ribattei con un sorriso, contenta di sentirmi dire proprio quelle parole.

«Appunto. È troppo» dichiarò, prima di racchiudere tutta la sua frenesia in un altro bacio, stavolta più approfondito.

Senza smettere, ci spostammo a passi lenti e goffi verso il divano, dove lei si sedette, portandomi a cavalcioni su di sé e intensificando il nostro contatto.

Non riuscivo a pensare ad altro che al suo corpo contro il mio; alla sua lingua che giocava con la mia, senza mai saziarsi; alle sue mani che si muovevano lungo la mia schiena fino al sedere, stringendolo lievemente e provocando intime scariche di piacere.

Poco dopo, interruppi quella raffica di baci.

«Ciò che sta succedendo tra noi è...incredibile.» Respirai a fatica, osservando con meraviglia l'ambra incastonata nei suoi occhi.

«Lo è anche per me. Non sono mai stata così intima con una ragazza...Tu sì, vero?» intuì lei, azzeccando.

Mossi la testa su e giù dandole la conferma. «Io però non riesco a spiegarlo.»

Non giocare con il fuoco Where stories live. Discover now