13. Tu sei... così enigmatica

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Sabato 13 ottobre, 2018
17:30

Gli ultimi deboli raggi di un sole che si nascondeva lento dietro i palazzi, si sparsero nella camera di Adam disegnando sul muro l'ombra di alcuni oggetti sistemati sulla scrivania con maniacale accuratezza: un portapenne, una lampada, e due porta fotografie ritraenti lui da piccolo.

Ero sdraiata sul suo letto beandomi del tramonto perfettamente visibile dal balcone. Sentii dei passi sul pavimento e poco dopo il materasso sotto di me, si abbassò di un soffio quando Adam si posizionò accanto a me.

«Mi sei mancata» disse in un sussurro scostandomi qualche ciocca di capelli dal viso.

«Sei solo andato a bere un bicchiere d'acqua» gli ricordai ridacchiando.

Lui alzò gli occhi al cielo, si appoggiò su un gomito e con un rapido movimento fece sfiorare le nostre labbra.

Grazie al cielo il resto della settimana era trascorso in un battibaleno e dopo lunedì, non avevo più visto Fiamma a scuola. Mi ero resa conto per la seconda volta di aver trascurato il ragazzo che frequentavo e non se lo meritava.

Ero stata risucchiata dal turbine di arroganza, mistero e inquietudine che si dimostrava essere quella bruna e ad uscirne non ero brava.

Non avevo informato Adam di aver scoperto di Fiamma: aprire quel discorso mi faceva solo arrivare i nervi alle stelle.

Quando la sua faccia disinteressata mi appariva nella testa, mi veniva solo voglia prenderla a pugni. Ma le labbra di Adam sulle mie, mi trasportavano lontano da quelle complicazioni.

Salì sopra di me reggendosi con le mani ai lati della mia testa per non schiacciarmi. Venni colta all'istante dalla classica agitazione da prime volte, che ormai avevo imparato a riconoscere: insieme a lui, ne avevo vissute tante di prime esperienze.

Ma non mi ero ancora ritrovata così a contatto con un ragazzo e una parte di me aveva paura di spingersi oltre.

Il nostro bacio si approfondì sempre di più mentre lui spostò una mano sul mio fianco accarezzandolo; il tocco dolce come miele.

Sapeva di doverci andare piano con me, motivo per cui tra noi vi erano stati solo baci e carezze e lo apprezzavo. Quanta pazienza aveva con me quel ragazzo tanto bello e adorabile?

Le mie dita si intrufolarono timide tra i suoi capelli, tirandoli un po'. Non sapevo se gli fosse piaciuto ma quando lui soffocò un gemito, ne ebbi la conferma.

Sorrisi soddisfatta sulle sue labbra e lui mi imitò.

«Non trattenerti. Qualsiasi cosa tu voglia fare, falla» mormorò, guardandomi negli occhi.

Non esitai ancora.

Lo spinsi via da sopra di me e atterrò al mio lato. Mi posizionai a cavalcioni su di lui, mentre sul suo viso si stagliò un'espressione di stupore. Mi chinai verso le sue labbra e mi impossessai ancora della sua lingua.

Ero io ad avere il comando e ciò mi aveva da sempre elettrizzato, persino durante la mia prima relazione, quella che avuto due anni prima con una ragazza.

Non avevo mai fatto riferimenti al mio passato, né con Adam, né con gli altri, se non quando gli avevo raccontato il motivo per cui avevo cambiato scuola.

Non ero ancora pronta per venire fuori allo scoperto, anche se forse il ragazzo che stavo baciando meritava di saperlo.

Sussultai appena per la sorpresa, quando percepii il calore delle sue mani che scendevano sulla schiena fino al sedere, massaggiandolo e deliziandosi di quel contatto.

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