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Canzoni del capitolo:

My Everything - Ariana Grande

Where We Land - Ed Sheeran

These Four Walls - Little Mix

Stay Away - Charli XCX

Shouldn't Come Back - Demi Lovato

Capitolo 65

[CARTER]

Non parlavo con Mitchell da un giorno e in tutta onestà, non volevo parlargli. Non solo con lui, ma con tutti in realtà. Mi sentivo isolata e per quanto questo possa essere strano, mi piaceva.

Era il terzo giorno in cui non mi presentavo a scuola. E in mia sorpresa, non ero ancora stata beccata; chiamavo ogni giorno fingendo di essere mia madre e giustificavo l'assenza .

Sorprendentemente anche Dylan mi aiutò e mi promise di non fare la spia nei primi due giorni di scuola saltati, considerando che avrebbe fatto di tutto pur di tenere me e Harry a distanza di sicurezza. Non che mi desse fastidio. Tornava subito a casa, e veniva spesso a controllarmi invece di chiudersi in camera fino all'ora di cena.

In quei giorni mi preparava un piccolo spuntino e me lo portava in camera, poi iniziava a dire cose senza senso per occuparmi un po' la mente e di questo ne fui davvero grata. Non provò nemmeno a farmi la ramanzina su di Harry e questo mi sorprese ancora di più. E nonostante ci fossero momenti in cui voleva aprire il discorso e tirare in causa Harry, fu una cosa molto carina il fatto che si trattenesse per il bene mio. O suo. Non sapevo. Ma a parte questo, ne fui grata.

Quando arrivai alla terza assenza, oggi per l'appunto, Dylan cercò effettivamente di convincermi nel tornare a scuola, lo implorai di farmi saltare ancora un giorno di scuola questo lo scoraggiò e decise di arrendersi con me. Disse "Se ti beccano sei fottuta!"

In ogni caso, ironicamente avevo proprio chiesto ai miei genitori se fossi potuta restare a casa quel giorno siccome loro avrebbero avuto il turno di notte al lavoro e sapevo che se mi avessero vista a letto mi avrebbero messa in punizione a vita.

Mi assicurai che la mia stanza fosse completamente buia; il sole doveva ancora sorgere quando andai nella stanza dei miei genitori a chiedere se potessi restare a casa; lamentandomi di sentirmi davvero male e fingendo di strozzarmi.

Forse la mia voce un po' debole e strozzata mi aiutò, quando loro cominciarono a prendersi cura e preoccuparsi per me. Come ci si sarebbe potuto aspettare da due medici.

Quando accesero la luce del comodino, trasalii per la luce e fu allora che la voce di mia madre divenne preoccupata e per poco non scoppiò a piangere, come se la loro scarsa presenza in casa mi avesse portata ad essere ridotta in quel modo, quando invece in realtà la ragione per cui i miei occhi erano circondati da profonde occhiaie (più scure e pesanti del normale) era il mio continuo piangere. Era passata quasi una settimana e ancora dovevo superarlo.

Ogni volta che pensavo di tornare a scuola, i miei nervi avevano la meglio su di me e un senso di ansia mi pervadeva.

Mi chiudevo a riccio nel mio letto con le lenzuola stette nei miei pugni e iniziavo a singhiozzare senza fine, speravo e pregavo anche che tutto questo sarebbe finito.

Ogni volta che pensavo le cose andassero meglio, un vortice di emozioni mi travolgeva come per dire "Fottiti, continua a piangere". Era una cosa senza fine e il mio petto faceva male senza mai smettere.

Pensai che la cosa che mi aveva presa di più era il fatto che Harry non si fosse nemmeno disturbato di provare a vedermi, e nemmeno di provare a parlarmi. Non ci mise nemmeno un po' di impegno nel voler spiegare la situazione in tutta la settimana e tutto ciò rendeva le cose anche peggiori su sul conto; tutto ciò mi faceva davvero pensare che le cose tra noi fossero solamente delle bugie.

Dovevo saperlo che si sarebbe preso gioco di me. Harry aveva giocato le sue carte nel modo giusto; aveva usato le parole giuste, sapeva cosa dire, quando dire determinate cose e cosa fare. Avrei dovuto saperlo se non fosse stato che fossi troppo accecata da ciò che avrebbe avuto da offrirmi.

Non smisi di piangere fino a che non sentii la porta cigolare all'apertura, strinsi le labbra e cercai di mandare indietro le lacrime.

No, non adesso. Perché ora? Ero stata così brava nello nascondere le mie emozioni. L'ultima cosa che volevo era essere colta alla sprovvista.

"Carter?" Non volevo voltarmi, ma sapevo che se non l'avessi fatto la situazione si sarebbe complicata più di quanto già non lo fosse. "Tesoro, che succede?"

Mia madre si sedette sul bordo del letto ed esso si abbassò con il suo peso. Mi asciugai gli occhi con le maniche della felpa di modo che non si notasse troppo che stessi singhiozzando.

"Nulla" dissi con la voce roca, scuotendo la testa e forzando un sorriso nella sua direzione, ma lei non si mostrò convinta.

"C'è qualcosa che non va. Dimmelo tesoro. Sono tua madre, dai. Ti puoi fidare di me." Disse dolcemente, mi indebolii alla sua compassione e quasi non scoppiai di nuovo a piangere.

Ma come potevo dirle che il ragazzo di cui mi ero innamorata, il ragazzo che nè lei nè mio padre potevano sopportare, mi aveva distrutto il cuore in tanti pezzettini? Aveva esposto ogni piccola parte di me al mondo intero. Questa era una di quelle cose che nessuna madre vorrebbe mai sentire dalla propria figlia.

"Sono solo.. sono solo gli ultimi esami" mentii ancora una volta, utilizzando la stessa scusa che utilizzai l'ultima volta che ebbi il cuore spezzato.

Solo che questa volta il dolore era ancora più forte. Nessuna parola poteva descrivere il dolore che stavo provando in quel momento.

"L'anno sta finendo, lo sai?" le dissi io piagnucolando, la mia unica speranza era che ci credesse "I test stanno diventando sempre più difficili e mi stanno spaventando".

Mia madre schioccò la lingua contro i denti, "Ohw piccola" si avvicinò e mi prese tra le sue braccia.

Il calore del suo abbraccio mi fece venire voglia di piangere ancora di più. Era ciò di cui avevo bisogno. Un grande abbraccio rassicurante era tutto ciò di cui avevo bisogno per sentirmi al sicuro. Nonostante fosse confortevole stare tra le braccia di qualcuno, sentivo che quelle non fossero le braccia giuste.

"Non ti stressare troppo per quello" sussurrò rassicurandomi, le sue dita scorrevano lentamente tra i miei capelli in maniera rilassante e affettuoso "Riuscirai a superarlo. Sei più forte di quanto tu possa pensare. Cavoli, sei più forte di me."

Mia madre ridacchiò per alleggerire la tensione e la pressione creatasi, baciandomi poi la fronte.

"Ti ho vista superarlo una volta, e ne sei uscita solo più forte di prima. Questa volta, magari raddoppierai anche la tua forza," Continuò "Non lasciare che qualsiasi altra cosa ti faccia pensare il contrario."

Le sue parole colpirono proprio il mio punto debole e in qualche modo percepivo che non stesse parlando più degli esami finali.

Non volli farle domande e annuii restando appoggiata a lei; piano piano allentai le braccia dall'abbraccio e lei si alzò dal mio letto.

"Ascolta, tuo padre ed io usciamo e andiamo a comprare delle cose per la casa, a fare la spesa, e a fare il resto delle lavatrici che ho dimenticato di fare. Perchè non vieni con noi? Almeno ti distrai un po' da tutte le cose che ti passano per la testa." Sorrise compassionevole.

Annuii prima di rispondere, "Ti faccio sapere tra poco".

Mia madre annuii, mi baciò un'altra volta la testa e se ne andò lasciandomi ancora una volta sola con i miei pensieri.

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BUONASERA

Scusate tanto per l'assenza. Cercheremo di essere più presenti.

Come va? Come avete vissuto questa quarantena?

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Buona serata xx

Sarah. 

Brother's Best Friend ✽ hs [italian translation]Where stories live. Discover now