AAA Cercasi D'Artagnan

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E ricordati che ti penso,
che non lo sai ma ti vivo ogni giorno,
che scrivo di te.
[Charles Bukowski]

"Tu credi che tornerà?"

"Chi?"

"Lo sai..." mormorò Archie. "Liria..."

Jughead lasciò andare un sospiro. Il mezzo su cui stavano viaggiando era pieno, ma non di persone. Erano passeggeri abusivi in un vagone arrugginito di un treno merci, senza nemmeno una meta ben precisa. Non avevano alcuna fretta di rientrate a Riverdale, e una bella avventura tra ragazzi era quello che ci voleva. Così, quando la sera prima si erano imbattuti in un treno tutto imbrattato di graffiti, fermo sulle vecchie rotaie poco distanti dalla rimessa di Gladys Jones, avevano pensavo che una scampagnata verso chissà dove fosse quasi d'obbligo.

"No." Rispose il moro. "Non ora, almeno. La nostalgia non fa per lei, e tantomeno i rimpianti... Sai come andrà a finire? Che lei vincerà il Premio Nobel per la Letteratura o chissà che, mentre io sarò ancora nella roulotte di mio padre, a guardare i suoi successi alla televisione, lamentandomi di quanto sia stato stupido a lasciarla."

"Sei stato il suo primo amore, Jug, si ricorderà per sempre di te. Potrà innamorarsi altre mille volte, ma tu sei stato il primo. E magari non convoglierete a nozze, ma nel suo cuore occuperai comunque un posto, per l'eternità. La vera domanda è: varrà lo stesso anche per lei?"

Si dice che ciò che non uccide fortifica, ma Jughead non era per niente d'accordo. Perché l'amore lo aveva scalfito, e lui era riuscito ad proseguire comunque per la sua strada, ma non si sentiva più forte. Era solo e confuso. Come se tutto d'un tratto, in mare aperto, la sua bussola avesse smesso di puntare il nord. Avrebbe ricordato Liria per sempre? Anche a costo di soffrire ogni volta al suo pensiero, lo avrebbe fatto? O si sarebbe fatto sopraffare dal futuro, dimenticando il passato? Probabilmente c'era risposta a quei quesiti, per il momento, e tanto valeva sorvolare temporaneamente la questione.

"Pss! Giulietta! Non ho intenzione né di rinnegare mio padre, né di rifiutare il mio nome, ma se scendi mi fai davvero un favore..." Disse Jim alla mora.

Liria era seduta sulla ringhiera di un balcone al secondo piano, con le gambe a penzoloni e gli occhi ancorati al cielo roseo. Era da poco sorta l'alba, e il canto soave dell'allodola echeggiava nel silenzio mattutino, dando vita ad un'atmosfera idilliaca. La notte precedente si era fermata a dormire in un pidocchioso motel lontano dal centro, uno di quegli alberghi ad ore che necessiterebbero decisamente qualche ristrutturazione, ma in cui non sono necessari i documenti. La ragazza aveva usato il telefono fisso della reception per chiamare i suoi amici, dato che per motivi di sicurezza era meglio che lei non fosse in possesso di un cellulare. Jim fu il primo ad arrivare, e la cosa fu alquanto stupefacente, dato che abitava letteralmente dall'altra parte della città.

"Non sapevo fossi così mattiniero..."

"Ci sono tante cose che non sai, su di me..."

La mora aggrottò la fronte, chinando lievemente il capo a sinistra. Lei e Jim erano sempre stati quel tipo di amici pronti in ogni momento a punzecchiarsi, a scambiarsi battute idiote o freddure, ma erano state davvero poche le volte in cui avevano intrattenuto una conversazione seria al 100%. Ciò che li teneva uniti era il passato, ma il fatto che il ragazzo non facesse altro che ripudiarlo, era fuorviante. Jim non andava fiero delle scelte che aveva preso qualche anno prima, ma il lupo perde il pelo ma non il vizio, e imparare dai suoi errori non faceva decisamente per lui.

Liria non sembrava intenzionata a scendere all'ingresso, per cui alla fine fu Jim ad arrendersi e a salire al piano di sopra, nella stanza in cui la mora aveva alloggiato. La Anderson, appunto, continuava ad essere seduta sulla ringhiera, mentre il ragazzo si appoggiò a quest'ultima.

Rebel [Jughead Jones]Where stories live. Discover now