Light & darkness

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Ecco i pazzi. I disadattati. I ribelli. I facinorosi. Le spine nei fori quadrati. Quelli che vedono le cose diversamente.
[Jack Kerouac]

Ci volle circa mezza giornata per arrivare nel quartiere più malfamato della Grande mela, non male per due adolescenti in moto. Nonostante la grande distanza percorsa, il viaggio non era stato particolarmente stancante, non c'era stato molto traffico: di solito per le feste la gente tendeva a passare il meno tempo possibile nel Bronx, per dirigersi verso mete più turistiche o invitanti. Il peggio, senza dubbio, doveva ancora venire.

Liria sembrava più nervosa del solito, mentre camminavano per le strade del quartiere. Spostava nervosamente lo sguardo da una parte all'altra, si irrigidiva ogni volta che sentiva qualche rumore, cercava di evitare tutti gli spazi anche solo un minimo affollati... Il suo comportamento sempre più inquieto arrivò ad essere impossibile da ignorare.

"Stai bene?"

Liria continui a camminare con la testa bassa.

"Forse non è stata una buona idea portarti qui..."

"Perché?"

"Tu non conosci il Bronx, eppure la città conosce te. Sa ciò che ti ha fatto Simon, è al corrente del rapporto che c'è tra noi, del pugno che hai tirato a Jensen... E non è una cosa buona. Meglio mantenere un profilo basso, nel Bronx. Essere invisibili e vigili, sempre... Le voci girano facilmente..." Passarono davanti a un gruppetto piuttosto vivace di ragazze sulla ventina, che, non appena incrociarono lo sguardo serio della mora, smisero di parlare. "Forse ho sottovalutato la cosa..." Mormorò la Anderson.

Si fermarono alla vista di un imponente edificio in pietra, separato dalla strada da una cancellata in ferro battuto. Oltre al recinto si poteva scorgere un giardino costernato da cespugli di rose bianche e iris, simbolo di purezza. I due ragazzi entrarono, percorrendo un lastricato che conduceva all'ingresso della struttura. L'interno non si poteva di certo dire che fosse messo bene. L'intonaco bianco sulle pareti stava iniziando ad ingiallirsi, e in alcuni punti si era perfino staccato, lasciando vistosi buchi o crepe sui muri. Le piastrelle della pavimentazione erano quasi completamente rovinate, come i polverosi mobili ai lati delle stanze e i letti cigolanti e con le molle. Liria e Jughead vennero accolti nel salone d'ingresso da una dozzina di bambini di ogni età, visibilmente felici di riceverli. Saltavano, ridevano, agitavano le braccia.

"Guarda guarda chi abbiamo qui..." Li interruppe Will. "Felice di rivederti, mi sol."

La mora gli corse incontro con la stessa felicità di un bambino davanti ai regali di Natale. Gli gettò le braccia al collo, stringendolo a sé. Lui la tirò su di peso e la fece volteggiare. Era un abbraccio avvolgente, protettivo, come svegliarsi avvinghiati alle coperte in un giorno d'inverno. Entrambi avevano atteso a lungo quel momento, quel contatto tra i loro corpi, così semplice e fraterno. Lei, stretta nell'incavo del collo di lui, assaporava ogni istante di quel gesto. Sentiva il suo profumo, una nota di zenzero mischiata all'odore delicato dell'ambra e del legno d'ulivo. Non c'era stato un giorno in cui non avesse desiderato averlo vicino, udire la sua voce e ascoltarlo parlare, appoggiare la testa sulla sua spalla e giocare con i suoi riccioli dorati. Non c'era stato un giorno in cui non avesse pensato a lui. Al suo incomparabile migliore amico, l'unica persona che davvero la conosceva.

"Non hai la più pallida idea di quanto tu mi sia mancata..." Mormorò Will. "Credevo che non saresti più tornata..."

"Te lo avevo promesso, no? Ti avevo promesso che non sarebbe stato un addio, ma un arrivederci... Ti ho dato la mia parola, e ora sono qui..."

"E sei splendida e radiosa esattamente come l'ultima volta che ci siamo visti..."

Un colpo di tosse involontario eccheggiò nel salone. Tutti si voltarono verso il giovane Jones.

Rebel [Jughead Jones]Where stories live. Discover now