A new hope

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Fra i rumori della folla
ce ne stiamo noi due,
felici di essere insieme,
parlando piano,
forse nemmeno una parola.
[Walt Whitman]

"Quindi?!" Domandarono all'unisono alcuni dei bambini, con una certa impazienza, aspettando di conoscere il guadagno totale della serata.

Will continuava a far ticchettare le dita sul tavolo su cui Liria stava contando i soldi, mentre le lunghe e colorate unghie di Cass si erano spezzate quasi tutte, a forza di essere morse. Suor Agnes pregava, seduta in un angolo con le altre sorelle, e Mike stringeva a sé Sylvia, la sua ragazza, con le dita incrociate dietro la schiena. Jughead, ormai coinvolto emotivamente più del previsto nel quadro generale, aveva le mani sulle spalle rigide e tese della mora, cercando di tenere il conto di tutte le banconote che lei sfogliava velocemente.

Poi Liria si fermò, lanciando la mazzetta di denaro sul tavolo con rassegnazione. Si levò un tutt'uno di sospiri arrendevoli e sbuffi. La mora sentì la stretta sulla sulle spalle aumentare impercettibilmente, ma non per rabbia, non per delusione o sconforto.

"4300..." Mormorò Jughead, esterefatto. "4300 dollari."

Will sgranò gli occhi, incredulo, e gli insulti di Jim verso l'amica per lo spavento appena preso si persero nei festeggiamenti generali. I bambini si misero a saltare gridando di gioia, e le braccia di ognuno si mischiarono in grovigli scomposti, colmi di sollievo e felicità. Preso dall'euforia, Jughead tirò Liria a sé, per poi baciare sotto gli occhi di tutti quel sorriso che tanto amava.

"Prego, fate pure." Commentò Tom, disgustato. "Come se non fossimo qui..."

Cass gli tirò una gomitata nelle costole.

"Disattiva la modalità «fratello iperprotettivo», Einstein. Per una volta che Suor Liria non si comporta da zitella ostinata..."

Sul volto di Jim, sentendo quelle parole, comparve un inequivocabile sorriso ammiccante.

"Suor Liria?" Commentò passando di fianco alla mora, in modo che solo lei potesse sentirlo. "Dopo stanotte, non credo proprio."

La mezzanotte era ormai passata da un pezzo, e il tanto temuto momento delle pulizie divenne ormai impellente. I bambini, sotto ordine di Suor Agnes, raggiunsero le loro camere e iniziarono a prepararsi per andare a dormire, ma ancora il salone dell'orfanotrofio risultava troppo affollato. I fratelli Anderson, loro malgrado, furono convinti a tornare a casa, mentre Liria, Will, Cass e Jughead rimasero tra gli ultimi nel salone, armati di scope e parecchio olio di gomito per ripulire il caos di quella sera.

"Fate voi qui?" Chiese Cass rivolta ai ragazzi. "Io e Liria iniziamo a lavare le cose in cucina..."

"Dove diavolo si nasconde Jim quando serve?" Sbuffò la mora, vedendo la pila di piatti sporchi vicino al lavandino. "Quello sfaticato avrà la sua parte di lavoro sporco, parola mia..."

I primi segni di stanchezza iniziarono a manifestarsi una quarantina di minuti dopo, insieme alla consapevolezza che, nonostante la buon volontà, in quell'arco di tempo non fosse stata svolta nemmeno metà del lavoro. Come se non bastasse, le due ragazze dovettero ben presto accontentarsi di lavare decine e decine di piatti sotto il getto instabile e gelido del rubinetto, a causa della mancanza di acqua calda.

"Quindi?" Domandò di punto in bianco Cassidy, cercando di alleggerire l'atmosfera. "Come va con Jughead?"

"Meglio, da quando siamo qui. A Riverdale, invece, c'era stata qualche incomprensione..."

"Capita, a volte." La rassicurò la platinata. "Di litigare, intendo. L'importante è riuscire a risolvere."

"E continuare ad avere la voglia di sorprendersi... In fondo, l'amore è anche questo. Superare le difficoltà insieme, senza mai smettere di stupirsi a vicenda... Non con mazzi di fiori o coccolatini, non parlo di cose materiali. Intendo la semplicità di un gesto d'affetto, ad esempio. Un «ci sono io con te» quando tutto va storto. Anche solo un sorriso..."

Rebel [Jughead Jones]Where stories live. Discover now