34

335 16 28
                                    

L'urlo demoniaco di Darth Sidious si spense nello stesso momento in cui una luce violetta salì dal pozzo del reattore, accompagnata da un vento che fece crollare a terra Vader con un sibilo poco rassicurante che proveniva dalla maschera. I due ysalamiri si lanciarono nel vuoto per seguire il loro padrone, e la Forza tornò a fluire nei tre Jedi stremati.

Essendo sdraiata a terra, ancora sotto shock per la scarica elettrica, Leia non vide nulla di tutto questo, cosa che sarebbe rimasta un rimpianto per il resto della sua vita. Passarono lunghi minuti terribilmente silenziosi prima che si alzasse, con la testa che girava ancora, per prendere contatto con la realtà.

Ora che la Forza era di nuovo con lei, poté darsi quell'energia necessaria per muoversi e finire il lavoro. L'Imperatore era morto, ma presto lo sarebbero stati anche loro: i Ribelli stavano attaccando.

Senza perdere tempo la ragazza raggiunse Anakin e lo spostò con la Forza in modo che fosse supino. Le sfuggì un gemito di sconfitta: l'elmo che lo teneva in vita era danneggiato e non si udiva più il suo tipico respiro. Perfino la piastra con i comandi che regolavano l'armatura era in fumo.

"Padre? Dimmi che mi senti" pregò, ansia che tingeva la sua voce. Non ci fu nessuna risposta, ma sondando la sua presenza Leia capì che era vivo: c'era speranza, forse si poteva ancora fare qualcosa.

Aveva però bisogno di mettere il padre in una trance di guarigione, cosa che non era ancora capace di fare. Nervosa, andò a controllare Luke, di cui aveva bisogno se voleva salvare la pelle a Anakin. Suo fratello sembrava mezzo svenuto, rannicchiato in posizione fetale in un tentativo ingenuo di proteggersi dai fulmini. La schiena completamente spellata e bruciata fino all'osso dal laser sembrava non consentirgli di muoversi - doveva essere terribile, pensò Leia.

"Puoi alzarti? Ho bisogno che tu mi aiuti con nostro padre. Devi rallentare le sue funzioni vitali o esaurirà le sue energie troppo presto" disse dolcemente, inginocchiandosi al suo fianco.
Luke mormorò qualcosa di inintelligibile mentre cercava di tirarsi in piedi spingendosi col gomito. "Non ci riesco" sussurrò a fior di labbra, ricadendo dov'era prima. 

"Coraggio" lo esortò gentilmente Leia, aiutandolo a tirarsi in piedi. Inciampando più e più volte, alla fine riuscirono ad arrivare fino alla sagoma, apparentemente lontanissima, di Anakin.

Luke posò una mano pallida sul casco nero e si concentrò; finalmente il tormento del padre finì mentre la sua anima scivolava in una trance pacifica di guarigione.

"Bene" disse Leia con sollievo. "Ora dobbiamo andare, facciamo in fretta". Sostenne il fratello mentre si alzava e con il suo aiuto fece levitare il corpo di Anakin nell'aria: portarlo a braccia li avrebbe uccisi.

Il percorso verso l'hangar principale fu pietoso e interminabile; l'unica cosa buona fu che gli imperiali, presi dall'assalto ribelle, non notarono il gruppetto di fuggitivi.
La concentrazione di Leia stava venendo meno e Anakin fluttuava pericolosamente vicino al suolo. La mente della ragazza era occupata dalla paura, le girava la testa e ogni muscolo faceva male dopo l'attacco di lampi. Luke era a pezzi e riusciva a malapena a reggersi in piedi, il contributo che stava dando alla levitazione era ben poco mentre lo sforzo maggiore era per ignorare il dolore alla schiena, da cui stava anche perdendo molto sangue.

Se qualche imperiale avesse saputo da dove venivano, avrebbe riso: avevano avuto la presunzione di uccidere Sidious, e ora sarebbero morti su una nave distrutta dai loro stessi compagni senza poter raccontare la loro impresa.

Ma questi compagni non erano semplici macchine da guerra o colleghi d'armi, erano amici. E in nome di questa amicizia Han Solo non era salito sul trasporto che l'avrebbe portato in salvo alla flotta. Con la divisa imperiale era rimasto fuso tra gli ufficiali finché non aveva intravisto quei tre disperati che si trascinavano giù per una scalinata.

Leia lo vide mentre correva loro incontro, lo riconobbe e il suo cuore saltò un battito. "Han!" gridò, pazza di gioia. Era rimasto... era rimasto lì per lei e ora avrebbe sistemato tutto.

Il corelliano la raggiunse e la baciò velocemente sulla guancia, ma non spese parole: bisognava andare via in fretta. Con una rapida occhiata alla situazione generale decise che non era il momento di fare troppe cerimonie.
"Aiuta Luke" ordinò a Leia "io cercherò di portare questo".

Si infilò sotto il corpo di Anakin mentre Leia lo lasciava cadere e raccolse tutte le sue forze per trascinarlo a destinazione. Non l'avrebbe lasciato indietro anche se era stato un Sith; lo doveva a Leia, a Luke e a un uomo che era riuscito a liberarsi dalle catene dell'oscurità.

Arrivarono tutti in fondo all'hangar, e Leia notò un particolare.

"Non abbiamo una nave".

Quasi per contraddirla di proposito, il Millennium Falcon atterrò in uno sbuffo di fumo a pochi passi da lei, Lando Calrissian che salutava dalla cabina insieme a Chewbacca. La principessa scoppiò in lacrime e non vide che un panorama offuscato mentre veniva spinta sulla nave, la stanchezza che alla fine aveva la meglio su di lei.

~~~

Grazie al comlink interno del Falcon, Han poté assistere alla gioia dell'amico Wedge Antilles che dava il colpo finale alla Morte Nera. La stazione spaziale esplose sulla sua scia in un turbine di scintille mentre il mercantile corelliano saltava nell'iperspazio, lasciandosi tutto alle spalle.

Han sorrise soddisfatto e lasciò il controllo della nave a Chewie per andare a vedere come stavano quei tre folli che erano andati ad affrontare l'Imperatore. Nella piccola infermeria era tutto insolitamente tranquillo. Vader (o qualunque fosse il nome che usava adesso) era agganciato al supporto vitale e a una macchina che lo aiutava a respirare, Luke, sdraiato a pancia in giù su un lettino, si lasciava medicare da Lando, Leia si era addormentata su una sedia, esausta.

Subito Han andò a sedersi vicino a Leia e la avvolse in una coperta senza che lei se ne accorgesse. Era così bella mentre dormiva, il suo viso ritrovava l'innocenza che aveva perso e che forse, chissà, sarebbe ritornata con la fine della guerra. L'ex contrabbandiere si trovò ad accarezzarle i capelli con aria assente, dimentico di tutto il resto, perfino del respiro meccanico di Vader che risultava ancora più ritmico quando sostenuto dalla macchina.

Era finita... era veramente finita, e ora Han aveva tutta la vita davanti per essere felice con quella donna meravigliosa.
Quando tutto sarebbe stato più calmo, le avrebbe chiesto la mano. Certamente.

Lealtà divise {1}Where stories live. Discover now