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Passarono delle ore, ore notturne, e Leia non si svegliò; né il dottore né Vader si erano fatti vivi, perciò Luke era sul punto di addormentarsi dopo tutto quel tempo da solo. Superato ogni limite, decise di provare a dormire, dato che non aveva alcuna intenzione di disturbare sua sorella, che sicuramente aveva bisogno di riposo.

Il sonno lo accolse subito, da tanto era stanco. Così stanco da dimenticare gli incubi che sarebbero ritornati.

Leia uscì dal mondo dei sogni sentendo una richiesta d'aiuto. Si alzò a sedere di scatto, all'erta, provocandosi fitte lancinanti nell'area di pelle bruciata che le strapparono un gemito di dolore. Notò che era Luke che stava chiamando aiuto, ma nel sonno, probabilmente si trattava di uno dei suoi incubi. Con uno sforzo immenso la ragazza si sporse dal letto per scuotere il suo amico e svegliarlo.

Luke si sentì afferrare la mano e udì una voce chiamare il suo nome: si aggrappò a quella voce per tirarsi fuori dalle tenebre e vide il volto gentile ma preoccupato di Leia.

"L-Leia?" balbettò incredulo, mentre notava di avere le guance rigate di lacrime. Nel suo incubo aveva appena rivissuto il momento in cui Vader gli aveva tagliato la mano, Leia era arrivata a tirarlo fuori appena in tempo.
"Sono io" sussurrò la principessa con un sorriso dolce. Il dottor Peryn l'aveva trattata mentre Luke era fuori con Vader; non poteva ancora parlare ad alta voce, ma bisbigliare non le causava dolore.

Luke annuì e si alzò lentamente a sedere cercando di non urtare le ferite da frusta sulla schiena, riuscì nel suo intento e si liberò dalle lenzuola per prendere aria. Era sudato come se avesse corso decine di parsec. Guardò Leia, e si ricordò di doverle dire qualcosa di molto importante.

Tuttavia non iniziò subito, prima preferì informarsi sulla sua salute. Il pomeriggio precedente sembrava soffrire molto. "Ti senti meglio?" le chiese, notando che gli aveva parlato.
Leia sorrise e inclinò lievemente la testa. "Sì, abbastanza. Posso di nuovo parlare, anche se senza alzare la voce" rispose. "Ieri non ho potuto parlarti" aggiunse "ma ti ringrazio molto per aver detto a Vader di curarmi... Non so come avrei fatto, altrimenti".

Luke sorrise e le strinse la mano più forte. Era stata davvero una fortuna che suo padre lo avesse ascoltato, se Leia fosse stata uccisa non si sarebbe mai perdonato per essere sopravvissuto.

"A proposito di Vader" disse Leia dopo un momento, pensierosa "cosa è successo con lui ieri? Quando ti ha portato fuori avevo paura che ti riportasse in cella, o dall'imperatore! Ho avuto così tanta paura...". Sembrava così preoccupata che Luke si sentì stringere il cuore, e dovette accarezzarle di nuovo la mano in segno di rassicurazione.

Deciso a parlare con sua sorella ora che ne aveva la possibilità, il giovane Jedi alzò leggermente la potenza della lampada apoggiata sul comodino per vedere meglio Leia. Si sollevò in piedi con estrema lentezza cercando di non peggiorare nessuna delle sue ferite e andò a sedersi sul bordo dell'altro letto, accanto alla sorella appena scoperta.

"Leia, ti devo parlare" mormorò abbassando lo sguardo al pavimento.

Leia si corrucciò. Era evidente che sin da Bespin Luke si teneva dentro qualcosa che lo tormentava molto, ma non si aspettava che si sfogasse proprio in quel momento. Tuttavia non volle obiettare e si preparò ad ascoltare. "Dimmi pure" disse dolcemente.

Luke trasse un lungo respiro prima di costringersi a formulare una frase compiuta su ciò che lo stava divorando da tre mesi. "A Bespin sono successe più cose di quelle che ti ho raccontato" disse piano "cose peggiori che in realtà non sono ancora riuscito ad accettare".

Già dopo la prima frase Leia era terribilmente preoccupata. Cosa mai poteva essere peggiore di perdere una mano e precipitare in un reattore per aspettare in agonia, appesi a un'antenna nel vuoto?
La principessa annuì e mise un braccio intorno alle spalle di Luke. "Racconta" lo incitò.

Il ragazzo esitò, lo sguardo inchiodato al pavimento, con il respiro affannoso e la gola chiusa. "Vader mi ha detto che è mio padre" forzò alla fine.
Il viso di Leia si contrasse in un cipiglio confuso. Come poteva essere vero? Luke era il suo migliore amico e la persona più buona e gentile che avesse mai incontrato, le voleva bene in maniera smisurata e per lei avrebbe fatto qualsiasi cosa. Vader era crudele, l'aveva torturata, aveva distrutto il suo pianeta e la sua famiglia, le aveva portato via Han, le aveva causato ogni male! Come potevano due persone del genere essere collegate?

Si sentì divorata dal senso di colpa quando, vedendo la sua espressione incredula, pensando di non essere accettato, Luke si rannicchiò in una palla con gli occhi che lacrimavano. Leia si fece più vicina e lo abbracciò dolcemente lasciando che poggiasse la testa sulla sua spalla. "Questo non cambia nulla, Luke" sussurrò con gentilezza. "La tua famiglia non definisce quello che sei. Potresti essere figlio di Palpatine in persona, ma non saresti mai una persona diversa da quella che ha attraversato la Morte Nera per salvarmi".

Luke lasciò che le parole di Leia scorressero nelle sue orecchie, provando un senso di gratitudine immenso. Aveva così bisogno di sentire quelle parole, di sapere che il suo sangue non condannava il suo destino!
Riuscì a raccogliere gli ultimi brandelli di coraggio che gli rimanevano per continuare la sua rivelazione.

"C'è dell'altro, Leia, c'è quello che Vader mi ha detto ieri" disse, questa volta con più sicurezza. Cercò lo sguardo della ragazza e le prese la mano. Non avrebbe reagito molto bene. "La Forza scorre potente nella mia famiglia. In mio padre, in me... e anche in mia sorella, la mia sorella gemella".

Gli occhi scuri di Leia si allargarono fissandosi in quelli cristallini di Luke, dai quali si irradiava soltanto la silenziosa conferma di quello che la ragazza già pensava.
"Sì, sei tu, Leia" affermò Luke, intuendo il pensiero di lei, sicuramente dato dalla Forza.

Leia mise insieme i pezzi e, colpita dalla realizzazione, crollò tra le braccia di suo fratello mentre scoppiava in un pianto liberatorio. Poteva accettare di essere sorella di Luke, dopotutto il loro legame era sempre stato più intenso di un'amicizia e diverso dal romanticismo, ma non avrebbe mai fatto pace con l'idea che Vader fosse suo padre. "Non è vero..." cercò di ribattere tra le lacrime, pur percependo la verità.

"So che è difficile, ma devi accettarlo" disse Luke con malinconia, accarezzando i capelli sciolti della ragazza. Odiava il fatto che anche Leia avesse quel peso da portare, ma almeno lei non aveva dovuto sentire la verità dalla bocca di Vader. Era stato questo l'unico fattore che l'aveva spinto a parlare, che sua sorella non soffrisse tanto quanto lui.

I due fratelli appena ritrovati trascorsero molti minuti così, stretti l'uno all'altra, per sostenersi a vicenda in un momento così delicato.
Fu Leia a rompere il silenzio, con voce debole e vulnerabile. 

"Lui vuole che noi diventiamo suoi eredi all'impero, non è così?" disse.

Luke sospirò, consapevole del fatto che Leia non poteva sapere che gli stava ricordando la parte più difficile di Bespin, quando aveva dovuto scegliere la propria morte invece del Lato Oscuro.
"Da quello che mi ha detto a Bespin voleva che io lo aiutassi a rovesciare l'Imperatore" rispose.

Leia annuì. "Non abbiamo scampo" disse con rassegnazione.
"Leia, non puoi parlare così!" ribatté Luke, una nuova determinazione nella sua voce. "Sono sicuro che non ci farà mai del male. Ha avuto la possibilità di uccidermi a Bespin, ma non l'ha fatto. Il nostro vero padre è lì da qualche parte, con questa convivenza forzata possiamo tirarlo fuori".

Leia restò esterrefatta di fronte alla forte fede di suo fratello, ma non poté credergli per il momento.

"Spero che tu abbia ragione, ma non credo che sia così" disse amaramente prima di abbandonarsi di nuovo in un abbraccio.

Perché la Forza li aveva maledetti? Perché ogni male doveva colpire proprio loro?

Lealtà divise {1}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora