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I gemelli stavano ancora parlando quando Anakin entrò con il suo passo pesante.
"Ragazzi, ho bisogno di spiegarvi cosa intendo fare adesso" disse.
Leia raccolse uno dei barattoli che aveva fatto cadere in testa a Luke e si sedette per ascoltare.

Il padre prese posto dal lato opposto del tavolo rispetto ai figli e unì le mani davanti a sé. Fece quello che per una persona normale sarebbe stato un lungo sospiro, poi iniziò a parlare.

"Ho intenzione di unirmi all'Alleanza ribelle" disse laconicamente.

La mandibola di Leia crollò e la mano di Luke abbandonò il cucchiaio che stava tenendo.
"Sei sicuro?" chiese quest'ultimo, titubante. Non era una decisione da prendere su due piedi, avrebbe potuto significare la morte di suo padre.

Anakin annuì. "Qualunque cosa pensino di me i Ribelli" disse, ancora con una certa aria di sfida "è necessario che sappiano come sconfiggere l'Imperatore e hanno bisogno che io lo uccida prima che loro sferrino un attacco finale".

"Vuoi uccidere l'Imperatore... da solo?!" esclamò Leia, gli occhi scuri che saltavano fuori dalle orbite.

"È quello di cui la galassia ha bisogno. Devo riportare l'equilibrio nella Forza, e quando avrò assolto il mio compito non sarò più necessario. Per questo lo devo fare io".

Scese un silenzio tombale mentre i gemelli assimilavano le parole del loro padre. Avrebbero potuto perderlo.

"Io conosco ogni dettaglio sulla costruzione della nuova Morte Nera" continuò Anakin. Luke e Leia si guardarono: l'ipotesi che avevano avuto prima di partire per l'Executor e li aveva portati in quel vortice di avvenimenti si era rivelata corretta.

"Darò ai vostri superiori quello di cui avranno bisogno, poi andrò a uccidere Sidious. Il fatto che io abbia liberato Solo servirà come prova di fiducia se voi e lui sarete pronti a testimoniare a mio favore".

Luke scosse la testa e si trattenne dal picchiare un pugno sul tavolo. "La parte della Ribellione mi sta bene" constatò "e di sicuro testimonierò a tuo favore. Ma andare dall'Imperatore da solo... non lo puoi fare, noi non vogliamo che tu lo faccia. Ho trovato un padre solo a vent'anni e non ho intenzione di perderlo così presto perché si sente 'in dovere' di fare una missione suicida".

Leia guardò il fratello con la coda dell'occhio e vide che c'era qualche lacrima sulle sue guance, anche se la fermezza della sua voce non faceva notare che era così spaventato. Non poteva lasciarlo da solo.
"Non ti lasceremo andare, se vorrai farlo" disse per rincarare la dose. "Verremo con te, oppure faremo in modo che l'Imperatore non sopravviva all'attacco finale".

"Sopravvivrà" rispose Anakin, lugubre. "Non è bastato tutto l'Ordine dei Jedi ad ammazzarlo; anche voi l'avete affrontato, sapete che è imbattibile. Perfino il duello con il maestro Yoda è finito con una specie di pareggio". Luke represse un brivido ricordandosi di quante volte l'ometto verde l'aveva mandato a gambe all'aria nella palude in una simulazione di combattimento a livelli bassissimi.

"Se è così forte allora non puoi vincere" ribatté Leia alzandosi, decisa a non lasciar chiudere la breccia che aveva intravisto nelle difese del padre. "In tre saremo più forti. Da solo moriresti, insieme potremmo riuscire a uccidere Palpatine".

Anakin sembrò essere sotto scacco per qualche secondo, poi borbottò: "È un rischio troppo grande".

"Tu hai rischiato molto per il nostro bene, lascia che noi rischiamo questa volta per aiutare te" pregò Luke.

Qualcosa scattò o si ruppe in Anakin. "Io non ho fatto niente per voi. Io vi ho procurato ogni male!" tuonò. Per un attimo l'armatura nera fece ancora paura mentre spariva nella cuccetta come un uragano oscuro.

Luke si alzò di colpo e fece per seguirlo, poi si risedette passandosi la mano sinistra tra i capelli, come se il gesto potesse calmarlo. Leia pensò subito di tenergli la destra, un po' per conforto e un po' per evitare che causasse danni al tavolo e a sé stesso con le dita di metallo.
"Non cambierà idea" gli disse. "Si sente in colpa e ha paura, non c'è modo di convincerlo. E così si farà uccidere".

"Non possiamo lasciarglielo fare" dichiarò Luke.

"Bene. Se hai delle idee illuminami, perché io non avrei grandi piani a parte nasconderci nella sala del trono travestiti da cespugli" lo sfidò Leia.

"Senza cespugli potrebbe essere meglio di tante cose che potrei pensare io" rispose il fratello.

Leia sospirò. "Ci penseremo sopra. L'importante è che quel testone cambi idea".
Si accinse a rientrare nella cuccetta di Han, ma il contrabbandiere uscì prima di lei con un sorriso storto.

"Hai origliato, vero?" chiese la ragazza mettendosi una mano sulla fronte, sconsolata.

"Ho attinto informazioni. Ma se preferisci chiamarlo origliare sì, va bene" disse Han mentre apriva un armadietto in cerca di cibo. "Ho una fame che mangerei Luke" aggiunse, come se nulla fosse.

"Mi hanno detto che non ho un buon sapore" borbottò il Jedi, guardandolo dal sotto in su.

"Quanto hai sentito?" riprese Leia con aria minacciosa.

"All'incirca da Ho intenzione di unirmi all'Alleanza ribelle. Non potevo smettere di ascoltare dopo una frase epocale come quella, non credi?".

Leia sbuffò e si trattenne prima di scatenare un'altra pioggia di barattoli.
"E cosa ci dici riguardo a questo discorso?" disse invece.

Han tornò di colpo più serio nonostante il pacchetto di cibo che teneva in mano.
"Penso che vostro... padre sia abbastanza sincero" rispose. "Forse odia me, ma sono sicuro che a voi vuole bene e se vuole andare da solo dall'Imperatore è veramente per questo. Potrei pensare a testimoniare a suo favore".

Leia e Luke si scambiarono un'occhiata. Quella giornata era stata, almeno in parte, un successo, se veramente Han si fidava dell'ex Signore dei Sith.

Il corelliano stava per aggiungere qualcosa, ma la ragazza si alzò sulla punta dei piedi e lo baciò sulle labbra. "Molto bene" disse.

"Adesso dobbiamo soltanto arrivare alla flotta" disse Luke, rompendo con un po' di dispiacere l'atmosfera romantica. "Ricordiamoci però che abbiamo una nave che è sospetta tanto per l'Impero quanto per i Ribelli".

"Contatterò Mon Mothma con il canale privato e le dirò prima con quali mezzi arriveremo" suggerì Leia. "Le spiegherò prima di nostro padre-".

"Hai intenzione di dirglielo?" la interruppe il fratello, il terrore negli occhi.

"No. Le farò capire che non è una minaccia, ne parleremo una volta arrivati".

"Va bene"  assentì Han. "Proviamoci".

Lealtà divise {1}Where stories live. Discover now