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Leia ticchettava nervosamente sul bracciolo del sedile di una navetta imperiale rubata, le unghie che facevano un rumore ipnotico sul materiale duro. Il suo cervello stava impazzendo, affollato da troppi pensieri su suo padre: come stava? Era già sulla Morte Nera? L'Imperatore l'aveva percepito? La sua presenza era inafferrabile, nascosta, non si poteva percepire nulla da essa.

"Tutto bene?" domandò Han, voltandosi indietro dal sedile del pilota. Leia annuì in fretta, non volendo destare alcun sospetto nei membri del dipartimento spionaggio. Uno di loro, un Togruta all'incirca della sua età, la stava fissando con apprensione da quando era salita sulla nave.

Qualche minuto dopo arrivò anche Luke, che si sedette tra sua sorella e il compagno che la osservava interrompendo inconsapevolmente quella tortura. Leia gli rivolse un sorriso stanco; era felice di vederlo e di saperlo vicino. La solitudine era quello di cui entrambi avevano più paura. Si tennero la mano mentre la nave partiva, una sensazione strana nel cuore di entrambi.

~~~

Anakin Skywalker, nella sua imponenza, strisciò come un'ombra tra le baie d'attracco della Morte Nera in costruzione. Le deboli menti degli operai e dei soldati, soggiogate dalla potenza impareggiabile della sua, non lo vedevano nemmeno: pur essendo un bersaglio in movimento, l'ex Sith era passato inosservato mentre camminava in un luogo affollato e pieno di nemici. La Forza lo circondava, nascondendolo a chiunque.

Camminando speditamente, Anakin raggiunse una stanza insonorizzata di cui conosceva l'ubicazione grazie ai moltissimi studi sui piani della stazione da battaglia. Era destinata a essere usata per interrogatori e torture, e naturalmente non c'era ancora alcun prigioniero a occuparla: nessuno, nella frenesia dei lavori, l'avrebbe trovato.

A questo punto Anakin doveva solo ampliare le sue sensazioni nella Forza per sapere quando l'attacco ribelle sarebbe stato sferrato; nel momento dell'assalto sarebbe andato ad affrontare l'Imperatore, del quale aveva già avvertito la presenza mascherando la propria. Era come un predatore mimetizzato, che neanche una bestia più potente poteva vedere nonostante molti piccoli animali venissero mangiati.
Nulla sarebbe andato storto, a meno che la sua morte non fosse considerata qualcosa di negativo. Comunque, lui non l'avrebbe mai pensato.

Sapeva che i suoi figli avrebbero sofferto tremendamente la sua perdita, ma sarebbe stato necessario. Non voleva metterli in pericolo di nuovo quando avevano già fatto tanto per lui.

Passarono lunghe ore in cui quello che era stato un signore dei Sith si immerse nella meditazione Jedi più profonda e nascosta della sua vita. Era talmente fuso con il resto dell'universo che non si preoccupava del fatto che Sidious potesse percepirlo: era indistinguibile.

Ma ad un certo punto, il suo spirito si soffermò su un gruppetto di lucciole vaganti nel mare sconfinato di presenze imperiali ingrigite e ottuse.

Una fiammella di un verde vispo e intenso, la stessa firma del contrabbandiere amato da sua figlia, in mezzo a tanti piccoli lumicini di colori diversi.
E due enormi fuochi, intrecciati tra loro, uno di un azzurro brillante e uno di un forte arancione, sembravano voler rompere l'oscurità che li circondava.

Anakin avrebbe riconosciuto quelle due firme nella Forza tra milioni.

I suoi figli erano lì, non sapeva se per contribuire all'attacco ribelle o per fermare la propria folle impresa. Se l'ipotesi corretta era la seconda, doveva fare in modo che i ragazzi non si avvicinassero alla sala del trono neanche per sbaglio.

Disperato, tentò con l'unica possibilità che aveva di fermarli e inviò delle immagini nelle loro menti mentre si avviava verso l'Imperatore. Iniziando in quel momento la lotta avrebbe dovuto resistere molto di più, ma non aveva scelta, e vista la gioia nella presenza di Han Solo l'attacco dell'Alleanza era imminente.

~~~

Lo scudo della Morte Nera era disattivato. Irriconoscibili nelle divise imperiali e coperti dai trucchi di ben due Jedi, i ribelli sotto copertura gioirono silenziosamente mentre tornavano alla navetta imperiale rubata con cui sarebbero scappati dalla stazione ormai condannata.

Sulla rampa d'ingresso, Han sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla. Si voltò e incontrò lo sguardo di Luke, più triste del solito. Qualcosa non andava.

"Han, noi ci dobbiamo fermare qui" disse il ragazzo, gli occhi umidi.
Han si sentì morire. Non era possibile. Non sapeva cosa dovessero fare esattamente... ma loro lo volevano.

"È... necessario?" chiese, incapace di trattenersi. Doveva esserci un altro modo, non poteva perdere Luke... e soprattutto Leia.
Il Jedi annuì gravemente, nonostante gli si leggesse in faccia che sarebbe volentieri andato via con il suo amico.

I due compagni si abbracciarono forte, con uno di quegli abbracci virili sempre un po' distaccati, tradendo però un dolore intenso. C'erano lacrime negli occhi del contrabbandiere quando si separarono, ma anche un ghigno sulle sue labbra.
"Lo so che tornerai indietro, piccolo. Sei grande" disse, più per se stesso, scompigliando i capelli di Luke. "Riportami tua sorella, o ti uccido".

Lui sorrise, sollevato nonostante tutto dal fatto che, nel totale caos, Han fosse sempre Han. Annuì con forza, quasi per autoconvincersi. "Te lo prometto". C'era molto più che una battuta nelle loro parole.

Leia gli passò davanti e saltò al collo dell'amato, baciandolo con passione nonostante tutte le spie ribelli stessero guardando. Durò per un istante che sembrò infinito e allo stesso tempo troppo breve quando le loro labbra si lasciarono. Han piangeva apertamente a questo punto, distrutto dalla possibilità di perdere quella donna meravigliosa.

"Ci vedremo ancora, Han" disse, e girò sui tacchi. Solo allora sbocciarono le lacrime.

Il percorso dei due fratelli verso la sala del trono fu infinito, e l'ansia ribolliva dentro di loro mentre continuavano a camuffare le proprie presenze nella Forza.

Ad un tratto, Leia crollò a terra con un grido, gli occhi come spiritati. Luke si chinò al suo fianco, concentrato nello stesso momento sul compito di cancellare la memoria degli operai che avevano udito l'urlo, un terrore gelido che gli saliva nel petto.
Per una manciata di terrificanti secondi gli occhi della ragazza rimasero sgranati, puntati su qualcosa che non c'era, e le sue mani come se volessero conficcarsi nel pavimento, finché la crisi non passò come era arrivata.

"Luke?" domandò Leia tornando in sé, come se vedesse suo fratello per la prima volta.

Il giovane rilasciò un lungo sospiro. "Grazie alla Forza, Leia" mormorò. "Cosa ti è successo? Mi sono spaventato non sai quanto...".

"Ho visto delle cose... cose orribili...". Leia sembrava molto più che scossa, le sue guance iniziavano a rigarsi di lacrime.

"Quali cose?" chiese ancora Luke, preoccupato.

"Nella sala del trono... io passavo al Lato Oscuro e... uccidevo te e nostro padre" singhiozzò apertamente la ragazza. "Se fosse il futuro... se questo stesse per accadere?".

Luke corrugò la fronte, non c'era bisogno di nascondere la sua paura. Ma non era il momento di averne, era l'ora di essere coraggiosi e fidarsi l'uno dell'altra.
"Senti, potrebbe essere un trucco dell'Imperatore" disse. "Se non lo è, dobbiamo comunque prenderci questo rischio. Io comunque mi fido di te. Se abbiamo paura di lui, se non siamo insieme, Sidious può fare quello che vuole".

Leia annuì energicamente. "Grazie" mormorò. "Sappi che... se dovrò attaccare l'Imperatore non lo farò. Tornerei a farmi tentare dal Lato Oscuro, sono sicura. Aiuterò come riuscirò, ma devi sapere che questo non lo potrò fare. La Forza mi ha dato un avvertimento".

Luke sospirò e chinò la testa. Sperava che tutto potesse andare secondo i piani, ma non accadeva mai. Cercò di soffocare il terrore mentre riprendeva a camminare.
"Andiamo".




Ciao a tutti! Ho finito finalmente questo capitolo su cui ho riflettuto giorno e notte per una settumana e posto le basi per il finale. È anche venuto un capitolo mooolto lungo per i miei standard ()=
Restate aggiornati perché il prossimo sarà quello della verità... spero che fino a qui la mia storia vi sia piaciuta, e pregate la Forza perché il prossimo capitolo sia memorabile!
(Speriamo)
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Post scriptum: potrei pensare a far uscire un sequel. Fatemi sapere cosa ne pensate...

Lealtà divise {1}Where stories live. Discover now