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Con forza, il pugno metallico di Anakin batté sul monumentale portone di ferro del palazzo di Jabba l'Hutt. Gli rispose il silenzio, finché un piccolo microfono con telecamera comparve davanti alla sua testa mascherata.

Una voce di robot gli domandò cosa volesse nel dialetto più antico di Tatooine; conoscendolo alla perfezione, lui non ebbe nessun problema a rispondere.
"Sono Lord Darth Vader" disse, raccogliendo il suo tono più maestoso "e sono venuto per farla pagare a Jabba. Se non mi farà entrare entrerò da solo, e sarà peggio per tutti".

La pesante saracinesca si alzò immediatamente.

All'interno, Anakin fu accolto da una coppia di rivoltanti guardie gamorreane che lo scortarono fino al disgustoso antro che Jabba chiamava, con una discreta immaginazione, 'sala del trono'.
Il famigerato Hutt se ne stava in panciolle in un angolo rialzato, circondato dalla sua corte. Non appena vide l'uomo mascherato, sbraitò un'imprecazione in huttese e mandò una serie di guardie a fermarlo. Molte di esse finirono contro la parete più vicina a un semplice gesto della mano del nuovo arrivato.

"Adesso stai ad ascoltarmi, lumaca sudicia" sputò Anakin incrociando le braccia sul petto. "Sono venuto qui per riprendere il capitano Han Solo per conto dell'Imperatore in persona, e farai meglio ad ascoltarmi se non vuoi subire delle conseguenze spiacevoli".

Jabba lo guardò con i suoi occhi nascosti nel grasso e scoppiò in una risata sguaiata. Con i suoi ruggiti gargarizzati spiegò che l'Imperatore aveva già dato ordine di catturare Lord Vader e chiunque fosse stato visto con lui.

Anakin non si scompose e accese la spada laser. Il rosso cremisi illuminò l'oscurità, tutti i presenti fecero un passo indietro. "Pagherai, Jabba. Per questo affronto e per molte altre cose" disse minacciosamente il nuovo arrivato.

La spada si abbatté su guardie gamorreane e cacciatori di taglie seminando grida di terrore e arti mozzati.

Per ultimo, Anakin si fiondò su Jabba, e trafisse con violenza il suo petto flaccido.

Per un attimo tutto tacque e si guardò intorno, il respiro accelerato nonostante la maschera. Stava ricadendo nel Lato Oscuro senza quasi rendersene conto, ma ora aveva l'opportunità di fermarsi. Non sarebbe precipitato di nuovo nell'oblio delle tenebre, non dopo aver ritrovato la luce.

Spense la spada laser e la rimise al suo posto, quindi si voltò verso un angolo in ombra. Lì circa due dozzine di schiavi legati tremavano, terrorizzati dall'idea di ricevere lo stesso destino di Jabba.

Anakin spezzò le loro catene con un semplice cenno della mano. "Voi siete liberi" dichiarò, vedendo che non osavano nemmeno muoversi. "Andate pure. Ma non dite a nessuno, neanche a vostra madre che vi ho liberati io, o ne subirete le conseguenze".

A queste parole gli schiavi scapparono in massa, spaventati o grati, Anakin non riuscì a dirlo con certezza. Non appena i fuggitivi furono solo punti all'orizzonte, Anakin si diresse verso la sagoma di Han Solo, congelata in un blocco di grafite, e premendo un pulsante, la fece cadere a terra con un pesante tonfo.

Un paio di altri bottoni e la grafite si sciolse, rivelando all'interno un Han tremante e fradicio.

"Piano" disse gentilmente Anakin, afferrando il contrabbandiere da sotto le ascelle. L'uomo impiegò qualche secondo prima di riconoscere la voce che gli parlava, ma quando realizzò che un Signore Oscuro che l'aveva appena torturato ora lo stava tenendo tra le braccia gridò e cercò debolmente di liberarsi.

"Non agitarti, Solo" si sentì dire "Sono qui per salvarti". Poi sprofondò in un sonno beato.

~~~

Luke e Leia intanto si tormentavano nel cercare il loro padre. Erano subito corsi nel paese più vicino per cercare qualunque traccia che potesse dire che il Sith era passato di là, ma non avevano trovato nulla. Quando capirono che tra quelle quattro case non avrebbero avuto risposte, noleggiarono un landspeeder per dirigersi alla città più vicina.

Fu un viaggio abbastanza lungo per i gemelli, che più di una volta dovettero fermarsi a bere per evitare di morire di disidratazione nel bel mezzo del deserto - Luke aveva conosciuto più di una persona che aveva fatto quella fine. I comandi dello speeder scottavano sotto i palmi di Luke e i riflessi del sole sul vetro anteriore accecavano Leia a ogni cambio di direzione nonostante si fosse coperta la testa con un velo per tenerla all'ombra.

Alla fine, nel pomeriggio, fu in vista uno spazioporto non molto grande ma pieno di gente: commercianti, contrabbandieri, piloti in cerca di fortuna, schiavi in trasferimento e contadini del posto che speravano in un lavoro meno faticoso. Gli alieni erano in netta maggioranza sugli umani, e i due Skywalker si sentivano osservati anche senza dover chiamare in causa il fatto che erano ricercati dell'Impero.

Parcheggiato lo speeder, si appartarono sul ciglio della strada.
"È meglio che restiamo insieme, anche se dobbiamo controllare dappertutto" spiegò Luke. "Questi posti sono pieni di feccia, non li consiglierei a una ragazza da sola". In altre circostanze Leia gli avrebbe urlato contro che era in grado di badare a sé stessa, ma questa volta decise di non correre rischi. In più, non aveva la minima voglia di essere rapita da qualche alieno con cattive intenzioni e aggravare la situazione propria e della famiglia.

Per tutto il pomeriggio i due fratelli girovagarono per tutta la città fra taverne, baie d'attracco, negozi di tutti i tipi: finirono quasi per perdersi nel mercato cittadino. Andarono perfino nei pressi del carcere imperiale per controllare con la Forza se Vader fosse stato arrestato. Ma dovunque fosse andato, non era passato da quella città: se l'avesse fatto, qualcuno l'avrebbe sicuramente notato con le sue dimensioni e la sua inconfondibile armatura. Più passava il tempo, più Luke e Leia si rendevano conto che, probabilmente, il loro padre aveva percorso solo deserto da quando se n'era andato, e non aveva incontrato nessuno.

Mesti e sconsolati, i due giovani rientrarono nella grotta al crepuscolo, quello stesso crepuscolo che Luke amava ammirare e che ora lo riempiva di un senso di inquietudine.

Notarono subito che le luci nella parte posteriore della nave, in corrispondenza dell'infermeria, erano accese, e si fiondarono là a controllare.

Vader in persona, uguale a sempre, ma con una sfumatura diversa nella propria presenza, stava in piedi davanti all'ingresso del minuscolo medbay, le mani intrecciate dietro la schiena e la testa leggermente sollevata. Sembrava stare bene, l'unica differenza che si poteva notare rispetto a quando era partito era l'enorme quantità di sabbia sul mantello.

L'altra differenza, più importante, era che non era solo.


Ping si è liberata del blocco dello scrittore! E niente, sono abbastanza di buonumore (-:
Perdonate eventuali errori, gran parte del capitolo è stata scritta in pullman

Lealtà divise {1}Where stories live. Discover now