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Fuori dalla porta, Anakin ascoltava il dialogo tra i suoi figli e il loro amico con dolore, ripercorrendo intimamente ogni tappa sofferta dell'evoluzione del loro rapporto. Dal giorno in cui aveva soccorso Luke e Leia in condizioni pietose in quella camera di tortura gli sembrava trascorsa una vita intera, ma in fondo era un passato molto vicino... e la sua vergogna era ancora lì. Dal giorno di Bespin, appena ricordato da suo figlio con ancora una certa fatica, non era passato un giorno senza che lui provasse vergogna.

Non gli piaceva origliare, ma le parole del contrabbandiere che aveva salvato avevano attirato la sua attenzione. Lui credeva che Leia e Luke fossero prigionieri dell'Impero, poi li aveva ringraziati per averlo liberato da Vader.

Ovviamente Solo non era a conoscenza del suo recente cambiamento, ma Anakin era curioso di sapere come i suoi figli avrebbero gestito il discorso. Quando erano tornati dalla città, infatti, avevano notato subito che niente era più uguale a prima.

Ad un tratto, mentre tutto sembrava procedere tranquillamente nella cuccetta adibita a infermeria, un'imprecazione molto colorita squarciò il silenzio e Vader sussultò.

"Per favore, Han, per favore!" gridò la voce di Leia dall'interno mentre Anakin si spostava dalla porta appena in tempo per evitare un furioso contrabbandiere in pigiama.
Luke uscì dietro di lui e lo bloccò prima che potesse aggredire suo padre, tenendolo con calma ma fermamente contro la paratia. Immobilizzato, Han guardò il mantello nero svolazzare via insieme alla sua ingenua possibilità di fare del male a Vader.

"Ti prego, Han, non fare così" disse Leia raggiungendolo immediatamente. Il corelliano prese qualche respiro più lungo e appoggiò la testa sulla parete; sentì le mani di Luke allentare la presa sulle sue braccia e poi lasciarlo andare quando si rilassò. Non appena poté farlo Leia andò ad abbracciarlo forte, mandandogli onde di calma e pace attraverso la Forza.

"Sappiamo che non è una notizia digeribile, ti abbiamo già detto come l'abbiamo saputa" disse Luke "ma potresti almeno provare ad accettarla". Leia annuì il suo consenso mentre accarezzava la testa di uno Han sempre più sconvolto.

"Vi ha fatto il lavaggio del cervello, allora!" sbottò il corelliano. "Ci pensi? Dov'è la vostra logica? Vi ha fatto a pezzi, maledizione! Dovreste essere i primi a capire!".
Luke scosse la testa mentre il suo amico spariva di nuovo nell'infermeria. "Forse è meglio che gli parli tu" consigliò sottovoce a Leia. La ragazza annuì e diede a suo fratello una pacca rassicurante prima di entrare nella cuccetta e chiudere la porta.

Han sembrava sconvolto; Leia provò una certa compassione nel vederlo così e quasi dimenticò il nervosismo che quell'uomo le aveva incollato addosso. Si sedette sulla sedia che aveva usato per dormire fino a poco prima e aspettò.
"Quando sei aperto a un confronto puoi dirmelo" disse con fare altezzoso.

Han sbuffò e per un attimo sembrò arrabbiato, poi lasciò andare la tensione e rilassò le spalle e i pugni chiusi.
"Non fraintendermi, sono preoccupato per voi" disse a mezza voce. "Non mi posso fidare di Darth Vader, non così alla cieca".

Leia sorrise e andò a sedersi vicino a lui. "Hai ragione" rispose comprensiva. "Ti darò delle buone ragioni per farlo. Per ora ti chiedo solo di non aggredirlo".

"Dici poco, principessa" ribatté il corelliano con il suo solito sarcasmo guadagnandosi uno schiaffo giocoso dalla ragazza.

"Cambierai idea quando ti avrò dato le prove".

"Sembrerà strano, Altezza, ma ho intenzione di ascoltare".

"Va bene". Leia si sistemò meglio nella sua posizione seduta e si lisciò il vestito. Prese un lungo respiro prima di parlare.
"Non molti giorni fa, io sono stata... compromessa".

Han aggrottò le sopracciglia ma rimase in silenzio. Qualunque cosa Leia stesse per raccontare, era importante e molto personale.

"È stato l'Imperatore" continuò la giovane con la voce leggermente incrinata. "C'erano... droghe, uomini crudeli e molto buio. Mi ha fatto credere che Luke e mio padre fossero morti. Mi ha fatto credere di non avere nulla da perdere... e mi sono arresa".
Avrebbe voluto tanto sentire una battuta sarcastica da parte di Han, ma lui ascoltava soltanto, rendendo il silenzio ancora più pesante per lei. Ma continuò.

"Quando mi ha catturata non mi fidavo completamente di mio padre, ma lui è venuto a cercarmi. Se non fosse stato per lui, a quest'ora io sarei stata una serva dell'Impero, Luke cibo per gli avvoltoi e tu una decorazione nel palazzo di un Hutt. Devi credermi quando te lo dico, gli dobbiamo molto entrambi. Poi quando ieri sera è tornato con te era così diverso... è cambiato completamente, Han. La Forza ha compiuto un vero miracolo".

Han impiegò qualche secondo per immagazzinare tante novità: Leia che si era rotta, Vader che si era messo contro Palpatine, Vader che lo aveva liberato, Vader che cambiava vita... Era davvero possibile? Questa Forza era davvero tanto potente?

"Non credo che la Forza sia in grado di fare una cosa del genere" rispose.

"La Forza lavora in modi che neanche immagini".

"Mi ricordi quel vecchio pazzo che...".

"Han. Sto diventando Jedi".

Il corelliano guardò la ragazza che si trovava di fronte con un'espressione sconvolta. Era mai possibile? Il destino - o la Forza - gli aveva messo davanti anche questo?
"Va bene" disse, spingendo forte le parole perché uscissero. "Me ne farò una ragione. Ho bisogno di... riflettere" aggiunse, usando un verbo che non gli era molto familiare.

Leia sorrise a stento e uscì dalla stanza. Decise che anche lei aveva bisogno di prendersi una pausa, e sgattaiolò nella piccola cucina in cui suo fratello stava preparando qualcosa di freddo da bere.

"Com'è andata?" domandò subito Luke, distogliendo momentaneamente lo sguardo dal suo lavoro.

"Non abbiamo nemmeno alzato la voce, penso che sia un successo" ribatté ironicamente Leia.

"Sto ancora aspettando il giorno in cui finirai di prendermi in giro" rispose Luke alzando gli occhi al soffitto. Un barattolo mosso dalla Forza gli cadde in testa e lo fece propendere verso la saggia decisione di rimanere zitto.

Rassicurata dal silenzio, Leia andò a sedersi accanto a lui e appoggiò la testa sul tavolo con un piccolo gemito sconfitto.

"Gli hai raccontato tutto?" chiese Luke. La guardò annuire dopo essersi rimessa a sedere.

"Sei stata brava". Sapeva che sua sorella difficilmente si apriva così presto dopo un trauma tanto grave, proprio come lui stesso, con la differenza che tendeva a essere intrattabile nel frattempo.
Un altro barattolo cadde dalla credenza.

"Smettila di picchiarmi! Era un complimento".

Anakin sorrise malinconico dietro la porta socchiusa. Forse doveva entrare, forse non era ancora il momento.

Lealtà divise {1}Where stories live. Discover now