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Riprese coscienza. Aprì e richiuse la bocca, uno strano schiocco della mandibola accompagnò il gesto. Sollevò le mani e si toccò la fronte, ancora fredda, poi i capelli umidi. Solo allora Han osò aprire gli occhi, solo quando seppe di essere ancora intero: nessuno poteva sapere cosa fosse in grado di fare Darth Vader, e perché lo avesse salvato. Probabilmente voleva toglierlo a Jabba solo per tenerlo tutto per sé, imprigionarlo, torturarlo per attirare altri ribelli proprio come aveva fatto a Bespin.

Ma quello che Han vide non fu Vader, né una cella o una camera da interrogatorio. Era invece una stanza minuscola, tanto stretta da garantire a malapena lo spazio per camminare, probabilmente adattata a medbay da qualcuno che era decisamente poco abile nell'arredare.

Ma a lasciare l'ex contrabbandiere con la bocca aperta furono i due ragazzi addormentati, visibilmente esausti, appollaiati su sedie dall'aspetto scomodo. Insieme al sollievo di aver trovato Luke e soprattutto Leia vivi si mescolò la tremenda paura che anche loro fossero stati catturati da Vader.

Sembrava, però, che riposassero tranquillamente, e lui stesso si sentiva bene. Niente dolori, niente giramenti di testa o altre strane sensazioni, e la sua vista era tornata alla normalità: vedeva distintamente ogni cosa, pur avendo ancora gli occhi un po' stanchi.
Come poteva essere tutto così tranquillo? Forse i suoi amici l'avevano liberato da Vader mentre lui era ancora incosciente? Era un'ipotesi possibile, e anche piacevole.

Ma di colpo il suo sguardo cadde su particolari che non aveva notato. Una delle mani di Luke era chiaramente di metallo - il solo pensiero fece ribaltare l'intestino di Han - e il braccio costellato di ustioni. Leia era spettinata e in disordine, quando nemmeno sulla Morte Nera aveva lasciato che qualcuno disfacesse la sua acconciatura, portava vestiti poveri, e una gamba che scivolava fuori dall'abito aveva la pelle annerita, come bruciata. Entrambi i suoi amici erano sporchi di sabbia, come se avessero attraversato tutto Tatooine prima di arrivare lì.

Indeciso, Han allungò la mano per tirare la manica di Leia, che però non si mosse. Doveva essere estremamente stanca. Il contrabbandiere ritentò con Luke, e finalmente ottenne una reazione. Il giovane aprì lentamente gli occhi, come sorpreso, quindi sembrò illuminarsi mentre metteva a fuoco l'immagine del suo migliore amico.

Han represse un grido quando si ritrovò Luke direttamente addosso, ma presto si sciolse nell'abbraccio e strinse forte quello che era praticamente il suo fratello minore. I due ridacchiarono insieme per qualche istante, sottovoce, per lasciar riposare Leia, poi si separarono e Luke si sedette sul bordo del letto.

"Da quanto tempo, ragazzino!" bisbigliò Han scompigliando i capelli d'oro dell'amico. "Quanto avete impiegato a liberarmi?".

"Sono passati cinque mesi" rispose Luke "ma non ti abbiamo liberato noi". Sorrise in modo enigmatico, come se fosse felice e malinconico allo stesso tempo. Han rimase confuso; Luke era sempre stato uno a cui si leggevano le emozioni in faccia. Sollevò le sopracciglia, come in attesa di una risposta più esaustiva.

"È stato... Vader a salvarti" si affrettò a dire il ragazzo.
Han scoppiò a ridere. "Ti è venuto un senso dell'umorismo strambo, piccolo. Comunque, grazie per avermi portato via da lui".

"Non l'abbiamo fatto" borbottò Luke mentre giocherellava nervosamente con le dita. Prima o poi anche Han avrebbe dovuto sapere, soltanto sperava non adesso. Perché era sempre compito suo dare le cattive notizie sulla famiglia?

Il viso del contrabbandiere si incupì. "Siete prigionieri?" domandò piano, scrutando i dintorni in cerca di una minaccia. Il suoi occhi andarono immediatamente alla mano destra del giovane, e si chiese se ci fosse un collegamento tra quella e Vader.

"No, non siamo prigionieri" disse Luke "è molto più... complicato. Leia e io...". Han lo fissò con attenzione mentre iniziava ad agitarsi visibilmente.

"Abbiamo scoperto di avere una cosa... molto importante, un legame che... Non sapevamo nulla prima..." balbettò il ragazzo iniziando a sudare freddo.
Il sorriso di Han cadde. "Voi due?" mormorò. "Siete, voglio dire, fidanzati?".

"Non osare, fantademente".

I due uomini si voltarono di scatto e videro Leia perfettamente sveglia. Han sussurrò il suo nome con dolore, chiedendosi se lei lo amasse come prima. Ovviamente non era possibile.
Ma la ragazza, ribaltando tutte le sue aspettative, si alzò, si sporse in avanti e lo baciò sulle labbra.

Il corelliano si sciolse nel bacio come se gli mancasse la sensazione della bocca di lei sulla sua, della sua bellezza così vicina e tangibile. Quando si separarono incontrò il suo sorriso, e si chiese cosa mai stesse succedendo.

"Han, io non ti tradirei mai. Non è come pensi tu" disse gentilmente Leia. Si sedette a sua volta sul bordo del letto e cinse le spalle di Luke con un braccio. Sorrise di un sorriso complice che lui ricambiò.

"Siamo fratelli gemelli".

Han spostò lo sguardo dall'una all'altro come intontito, il suo cervello che tentava con scarso successo di assimilare la nuova informazione.

Leia e Luke non erano fratelli, tantomeno gemelli, e il fatto che condividessero lo stesso compleanno era un puro caso... Non si assomigliavano minimamente, e poi l'una era una principessa e l'altro un contadino. Non avevano nulla in comune! Ma soprattutto, avevano sempre saputo tutto? L'avevano ingannato? O forse, come sperava, avevano scoperto la loro parentela mentre lui era congelato. Quante cose potevano cambiare in pochi mesi...

Luke sembrò intuire l'agitazione dell'amico, perché spiegò subito che la loro condizione era stata scoperta tre mesi dopo la trappola di Bespin. Han sentì il suo morale risollevarsi alle parole del ragazzo: per fortuna i suoi amici non l'avevano tradito, c'era ancora qualcuno su cui contare.

"Come lo avete scoperto?" chiese. "E soprattutto, cosa c'entra con il fatto che non siete prigionieri?" aggiunse, ricordando le parole di Luke.

Gli altri due sospirarono e si guardarono per un secondo appena, i loro visi istantaneamente cupi. Il corelliano si sentì improvvisamente in colpa per quello che aveva detto: probabilmente aveva toccato un tasto molto, molto dolente. Non poteva sapere che gli Skywalker avevano fatto pace con la realtà, ma nemmeno che le circostanze della loro scoperta erano state drammatiche.

"Te lo diremo" rispose Leia a bassa voce. "Ma è solo perché ci fidiamo di te. Ti prego, non giudicarci".

Han annuì, comunque non sicuro di essere pronto.

Lealtà divise {1}Where stories live. Discover now