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Leia non si era mai sentita peggio in vita sua. "Morti?!" esclamò, la voce incrinata e intrisa di preoccupazione per suo padre e suo fratello.

Sidious annuì gravemente, fingendosi triste e compassionevole. "Come mi aspettavo, sono stati troppo sciocchi e non hanno colto la minaccia" disse. "Accetta il mio consiglio: se non vuoi essere una debole sciocca tu stessa, devi abbandonare la via dei Jedi".

Leia si sforzò di rispondere nonostante le lacrime che salivano a intasare la sua gola. "Non riuscirai a farmi passare dalla tua parte con questo" riuscì a balbettare trattenendosi dalla tentazione enorme di scoppiare in pianto. Questa situazione le ricordava fin troppo la distruzione barbara di Alderaan, avvenuta proprio sotto i suoi occhi appena tre anni prima. All'epoca si era ripromessa di proteggere tutti coloro che amava perché nessuno morisse più per causa sua... e ora cosa stava succedendo?

"Pensa quello che preferisci, bambina mia" disse Palpatine con un tono che poteva sembrare dolce. "Posso sentire la tua rabbia, la tua paura. Ti consiglio di abbracciare subito il Lato Oscuro per evitare inutili sofferenze".

La figura incappucciata del Sith si allontanò attraverso il minuscolo vano della porta che sigillava la cella di Leia fuori dal resto della galassia. La prigioniera intravide un piccolissimo spiraglio di luce prima di essere nuovamente inghiottita dalle tenebre.

Incapace di sopportare il peso del suo dolore, Leia si raggomitolò su se stessa con le braccia avvolte intorno alle ginocchia, come se volesse cercare conforto pur non avendo nessuno. Lacrime amare trattenute per troppo tempo si riversarono dai suoi grandi occhi castani rigando le sue guance mentre le mani premevano sugli occhi come nel tentativo di fermare il pianto liberatorio.

Per Leia era semplicemente impossibile far pace con l'idea di aver perso la sua ultima famiglia. Non poteva nemmeno usare la Forza per cercare di capire se l'Imperatore avesse mentito oppure no, o per cercare di mettersi in contatto con Vader e Luke!
Ora non solo non aveva più speranze di rivedere i suoi cari, ma non poteva nemmeno essere portata via da quella prigione maledetta: non sarebbe più tornata dagli amici ribelli, da Lando e Chewie... da Han. E, lo sapeva, prima o poi Sidious avrebbe avuto la meglio sulla sua resistenza, l'avrebbe spezzata con la tortura se necessario.

Per quanto odiasse riconoscerlo, il Signore Oscuro aveva ragione: era arrabbiata, addolorata e terrorizzata. Dopotutto, come poteva non esserlo quando suo fratello e suo padre erano stati uccisi brutalmente con l'inganno? Come poteva vivere completamente sola, senza l'ottimistica idea di poter essere salvata, e con il senso di colpa, essendo i suoi cari morti per causa sua?

E già la stava assalendo la terribile nostalgia. Non riusciva a concepire una vita senza suo fratello, la persona che per lei c'era sempre stata, nei momenti felici e soprattutto in quelli più difficili, la persona che la amava così tanto che avrebbe preferito morire venti volte al suo posto. Non riusciva a concepire la vita senza suo padre, l'uomo che si stava rialzando dall'oscurità con ammirevole coraggio, che aveva giurato di proteggerla sempre e aveva pagato con la vita questa devozione.

Ed era tutta colpa di quel viscido verme che sedeva su un trono pretendendo di governare la galassia con il pugno di ferro.

Sapeva che era un'idea sbagliata e profondamente contraria al pensiero Jedi, ma Leia in quel momento voleva una sola cosa.

Vendetta.

Non appena avesse avuto la possibilità di farlo avrebbe ucciso l'Imperatore, onorando la memoria di Luke e Vader e distruggendo l'Impero in modo definitivo.

Se fosse stata lucida avrebbe capito che questo suo desiderio era esattamente quello che l'Imperatore voleva, ma al momento era troppo distrutta per ragionare correttamente. Era devastata, disperata come non mai, e profondamente spaventata. Proprio le premesse che Sidious cercava.

~~~

Luke alzò lo sguardo verso il sole bollente di Utapau, deducendo da esso l'ora e chiedendosi quanto fosse lontano l'avamposto ribelle che sapeva essere presente poco più avanti. A questo punto aveva camminato cinque ore con suo padre praticamente appoggiato a lui, che saltellava di tanto in tanto con la gamba che gli era rimasta. Vader era anche tremendamente debole, come se il suo peso enorme non bastasse, quindi suo figlio era stato costretto a maneggiarlo molto delicatamente per non peggiorare le sue ferite.

Secondo le percezioni nella Forza di entrambi, non mancava più di un'ora al piccolo avamposto ribelle, quindi Luke cercò di accelerare leggermente per arrivare prima che il sole raggiungesse il suo punto più alto facendo impennare le temperature: andarsene in giro in una sauna all'aperto nelle loro condizioni non era affatto auspicabile.

Il piano del giovane Jedi era molto semplice: una volta arrivati dai Ribelli, avrebbero tolto la maschera a Vader (senza la quale il noto inperiale sarebbe stato irriconoscibile) e l'avrebbero fatto passare come un comune civile rimasto coinvolto in un terribile incidente.

Vader era stato d'accordo, nonostante non fosse molto contento all'idea di farsi curare da medici ribelli, ma dopotutto Luke avrebbe garantito per la sua affidabilità. Non era momento di farsi tanti scrupoli quando la sua vita era appesa a un filo.

Purtroppo, nonostante il molto impegno, padre e figlio non riuscirono a raggiungere la loro destinazione nei tempi previsti, dato che erano troppo deboli e camminavano ormai da molte ore. Trovato un grosso masso che proiettava una minima ombra, Luke fece scivolare il massiccio corpo di Vader per terra, facendo attenzione a non danneggiare ulteriormente il braccio rotto: non aveva intenzione di operarsi quando bisognava urgentemente salvare Leia.

Vader atterrò sul suolo con un piccolo gemito e si strinse il petto, facendo il possibile per ignorare il dolore. Ora stava veramente male, ma non voleva dirlo a Luke per paura di mettergli fretta e far sì che procedesse più velocemente causando qualche incidente. L'intera situazione era terribilmente delicata, e il Signore Oscuro sapeva che c'era bisogno di risparmiare le energie.

"Hai bisogno di riposo. Ti consiglio di dormire" suggerì a Luke dopo qualche istante "per riprendere le forze. So di essere un po' difficile da spostare". Non mancò una punta di ironia nella sua voce, cosa che fece ridacchiare il ragazzo.

"Vedi di non scappare" rispose Luke con un sorrisetto mentre si sdraiava sul terreno sabbioso. Era tanto stanco che si addormentò quasi subito, come se quel suolo selvaggio fosse un comodo letto a baldacchino della Casa Reale di Naboo.

Vader tirò il figlio più vicino a sé non appena questi scivolò nel sonno, e lo spostò in modo tale che le ferite da taglio che aveva ricevuto al petto e alla gamba non si infettassero con la sabbia. Distrattamente, il Sith iniziò ad accarezzare i capelli di suo figlio mentre il pensiero di Leia lo attanagliava di nuovo dopo le ultime ore rocambolesche.

Oh, Leia disse alla Forza cosa ti sta succedendo?

Lealtà divise {1}Where stories live. Discover now