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Erano passati cinque giorni e mezzo dalla partenza di Luke e Vader quando la loro nave atterrò poco lontano dai bassifondi del nucleo urbano principale di Coruscant. Secondo il fuso orario locale era mezzogiorno - non il momento ideale per un'incursione a sorpresa - ma la Forza era loro alleata, e non c'era tempo da perdere.

Senza perdere tempo padre e figlio si addentrarono nel quartiere di periferia che Vader sapeva essere il punto d'accesso alle prigioni più severe dell'Impero: attraverso un ascensore ben nascosto scesero nei livelli sotterranei della città fino ad arrivare in un corridoio completamente buio, pieno di porticine blindate.

Luke, però, non era convinto: la presenza di Leia, seppur distorta, non proveniva da lì. C'erano, in quel luogo, tracce dei ricordi di sua sorella, ma non la sua firma nella Forza. "Non è qui, padre" affermò con sicurezza, iniziando a mordersi il labbro per l'agitazione. Se Leia era stata lì ma non c'era più, poteva essere accaduto qualcosa di molto positivo, oppure di davvero, davvero negativo.

Vader squadrò suo figlio con aria interrogativa, la sua confusione evidente nonostante la maschera. Se Palpatine non aveva lasciato Leia in carcere, non poteva averla semplicemente lasciata libera: c'era solo un altro luogo in cui ogni tanto trasferiva i prigionieri più diligenti, ed era il suo Palazzo Imperiale...
"L'unico posto in cui può essere è il palazzo di Sidious" disse "dobbiamo andare a controllare se è stata portata là. Vieni, non è molto distante".

"Aspetta!" gli gridò dietro Luke, lasciando perdere il fatto che si trovavano in una prigione estremamente sorvegliata. Dopotutto, suo padre era il secondo in comando nell'Impero. "L'Imperatore ci crede morti, non possiamo rischiare di farci vedere: penso che sia convinto di averci uccisi con quella bomba" spiegò "dobbiamo entrare nel palazzo travestiti, o trovare qualche altro trucco".

Vader annuì: non aveva pensato a questo problema. Probabilmente Sidious credeva che il suo attentato fosse andato a buon fine. L'idea di travestirsi non era cattiva, ma lui non era esattamente a suo agio nel nascondere la sua mole immensa e quella certa maschera nera che tutti conoscevano. "Posso aiutarti a trovare delle divise imperiali per infiltrarti senza essere visto" disse "ma non verrò con te. Credimi, non è facile nascondermi".

Luke tremò silenziosamente. Il pensiero di entrare nel cuore dell'Impero, lui che era uno dei ribelli più ricercati, senza nemmeno l'aiuto di suo padre non lo elettrizzava più di tanto. "E se l'Imperatore mi scoprisse?" domandò con il tono di voce leggermente più impaurito rispetto a prima.

Vader gli mise una mano sulla spalla, con l'intento di dargli un po' di conforto: se questo piano era destinato ad essere attuato, Luke doveva mettersi in serio pericolo. "Non preoccuparti" disse "Ti proteggerò io attraverso la Forza, mascherando la tua presenza. In ogni caso porta con te la spada laser, se ci saranno problemi verrò subito". Il giovane annuì un po' sconsolato, dicendo che per liberare Leia in fretta occorreva partire subito.

Suo padre fu d'accordo, e in men che non si dica i due furono sulla strada per il Palazzo Imperiale.

Un'ora dopo, Vader si era appostato in un vicolo deserto, nascondendosi dietro una pesante cassa per sicurezza, mentre Luke, connesso con tutte le sue energie alla firma nella Forza del padre, era arrivato a pochi passi dal famigerato Palazzo. Nascosto tra la folla, impiegò qualche minuto per individuare un ufficiale imperiale della sua stessa statura, nella cui mente inviò subito un istinto irrefrenabile di infilarsi in un vicolo cieco, lo stesso in cui era Vader. Il Signore Oscuro, prontamente, fece cadere l'uomo in un sonno tranquillo con un semplice comando mentale, mentre suo figlio gli toglieva pazientemente la divisa e si cambiava in un batter di ciglio.

I vestiti dell'ufficiale erano leggermente larghi per Luke, ma il Jedi appariva comunque come un perfetto funzionario dell'Impero. Per completare il tutto, inoltre, si era sporcato i capelli con la cenere in modo da camuffare il loro colore naturale, e aveva eliminato il campanello d'allarme troppo facile dato dalla sua mano di metallo infilandosi un paio di guanti grigi.

"Fai attenzione, figliolo." disse Vader quando Luke fu pronto "Quando vedi tua sorella, fammelo sapere e io mi farò trovare preparato". Il ragazzo annuì e si diresse verso l'ingresso del palazzo da cui passavano gli ufficiali con la sua stessa divisa, sperando di trovare Leia al più presto.

L'interno del mastodontico edificio, almeno per quanto riguardava l'entrata, era nel caos più totale: ufficiali che andavano e venivano, diplomatici che parlavano tra di loro, guardie che si davano il cambio. Luke cercò di non lasciarsi distrarre dalla folla mentre si orientava a fatica in mezzo alla gente che lo schiacciava, concentrandosi sulla presenza di Leia. Poteva sentirla, a questo punto, non molto lontana e, soprattutto, da una posizione ben precisa.

Evitando di dare dell'occhio, il ragazzo si dileguò nei corridoi dell'immenso edificio, fino ad arrivare nell'ala da cui proveniva la presenza di sua sorella. A quel punto, però, si fermò: secondo una targa affissa al muro si trovava negli appartamenti privati degli ospiti. Una delle zone più pericolose, da cui talvolta passava l'Imperatore in persona.

Ma la presenza di Leia era così vicina, così palpabile... Luke non poteva arrendersi adesso! Lei aveva bisogno del suo aiuto, e non l'avrebbe abbandonata per codardia. Focalizzandosi sulla firma di sua sorella, percorse lunghi corridoi il più velocemente possibile, incrociando alcuni passanti ma ignorandoli completamente. Alla fine, si imbatté in una porta che urlava la presenza di Leia: non c'era bisogno di vederla, era lì.

Luke provò ad abbassare la maniglia, ma quella non si mosse, quindi senza perdere tempo estrasse la spada laser e creò un buco abbastanza grande per entrare.

La stanza che trovò era semibuia e abbastanza fredda, con diversi oggetti decorativi visibili anche nella penombra. Al centro c'era un grande letto, forse addirittura matrimoniale, al centro del quale si intravedeva una figura minuta, seduta con spalle ricurve.

"Leia?" chiamò Luke mentre avanzava verso il letto, sperando di ottenere una risposta.

Leia riconobbe la voce che raggiunse le sue orecchie, ma credette che si trattasse di un inganno. Suo fratello era morto, ormai da giorni. Non poteva essere lui.
"Vai via" ordinò allo sconosciuto con voce atona.

Luke rimase di stucco quando sentì la risposta, ma non si arrese e andò a sedersi sul bordo del letto. Studiò per un attimo la figura immobile di sua sorella prima di attirarla gentilmente in un abbraccio affettuoso, lottando per trattenere le lacrime.
"Sei in salvo adesso, Leia" disse sottovoce mentre iniziava un lento massaggio sui suoi capelli.

La ragazza si irrigidì tra le braccia di quello strano intruso, ma non emise suono.

Si intromise nella stanza, invece, una gracchiante voce maschile.
"Oh, Skywalker. Che piacere".

Lealtà divise {1}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora