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Alla fine, sebbene né Vader, né Luke né Leia lo credessero possibile, l'Imperatore si allontanò dall'Executor e tornò nella sua residenza al Palazzo Imperiale di Coruscant. Padre e figli erano più sollevati che mai, si sentivano come se un peso enorme fosse stato tolto dalle loro spalle: ora, anche se il malefico Sith sapeva dei due Ribelli, era più lontano e quindi gestibile.

Soli e al sicuro, i tre trascorsero un mese e mezzo, si conobbero meglio a vicenda e riuscirono a intessere una particolare relazione di affetto nonostante gli avvenimenti passati. Vader era arrivato perfino a chiedere perdono, sull'orlo delle lacrime, per la distruzione di Alderaan, guadagnandosi la fiducia di Leia che sembrava tanto difficile da ottenere.

A proposito di Leia: la ragazza si decise ad allenarsi insieme a suo fratello. Era stato complicato convincerla, ma alla fine Vader e Luke ci erano riusciti facendo leva sulla possibilità di uno scontro con Sidious. Leia possedeva, ovviamente, grandi capacità nella Forza, e si era rivelata molto intuitiva nella telecinesi e in parte anche nel combattimento: Vader le aveva persino costruito una spada laser, riuscendo a farlo senza usare il Lato Oscuro e ottenendo una luminosa lama color ametista. I suoi famigliari erano fieri della ragazza, e di sicuro più tranquilli in caso di scontri.

Anche Luke aveva fatto i suoi progressi, progressi enormi. Era stato praticamente chiuso in uno stanzino per dieci giorni intento a costruire una nuova spada laser al posto di quella persa a Bespin, più maneggevole e adatta alle sue dimensioni (quella di suo padre era troppo grande rispetto alla sua mano) con una splendida lama verde brillante. Inoltre si era migliorato nella meditazione, e sembrava un'altra persona quando si parlava di combattimento: se avesse dovuto affrontarlo ora, Vader non sarebbe stato così sicuro di vincere come nel loro duello precedente.

Per quanto riguarda il Sith mascherato, stava affrontando una grande crisi morale. La sua lealtà verso i figli cresceva, così come l'amore che provava per loro, ma l'ombra del suo Maestro era sempre lì sebbene lui fosse lontano. Vader non aveva ancora rinunciato alla meditazione Sith, anche se risuonava ogni volta nella mente dei suoi figli come una tortura psicologica, per paura di essere scoperto da Palpatine ma anche perché non riusciva a vivere senza.

Tuttavia, nonostante questi travagli, la vita era diventata più piacevole per Vader, Luke e Leia. Avevano superato la maggior parte delle incomprensioni, costruito un legame forte e una certa tranquillità. A volte tornavano vecchi problemi, come l'urgenza di salvare Han Solo, ma venivano spesso scacciati in favore del disperato bisogno presente di benessere.

Purtroppo, quel benessere non era destinato a durare.

Nessuno si aspettava quello che accadde quella notte, a circa cinquanta giorni dall'arrivo dei gemelli. Sembrava anche un momento tranquillo, e Leia non si sentiva minacciata nell'uscire dagli appartamenti di Vader per andare a prendere un po' d'aria. Non riusciva ad addormentarsi, e forse fare due passi, appena fuori dalla porta, le avrebbe fatto bene.

L'ignobile sicario di Darth Sidious aspettava da giorni il momento perfetto, sempre in circolazione sullo Star Destroyer, sempre all'erta. E quella notte ebbe la possibilità di terminare il compito che il suo padrone gli aveva affidato: spiare Vader e i suoi figli, poi colpire.

Un dardo intriso di sonnifero fu scagliato senza alcun rumore nel collo della giovane donna, che cadde inerte sul pavimento lindo con un morbido, impercettibile tonfo.

Luke si svegliò di soprassalto, un brutto presentimento che tormentava il suo sonno fino ad allora pacifico. Gettò un'occhiata alla sua destra, per trovare un letto vuoto. Con il panico che saliva troppo rapidamente, si alzò di scatto e andò a toccare le lenzuola spiegazzate: fredde, come se nessuno ci dormisse da ore. Dov'era stata sua sorella per così tanto tempo?

Inquieto, il ragazzo corse a chiamare suo padre, sperando che potesse fare qualcosa. Bussò con forza sulla parete metallica della capsula stagna in cui il Sith dormiva fino a sentire male alle mani, e quando la testa mascherata di Vader comparve fu come aver visto un'apparizione benevola.

"Cosa succede, figlio mio?" domandò Vader affacciandosi, il volto preoccupato sotto il pesante elmo.

"Leia non c'è più, e sembra che non sia qui da ore!".

"Calmati, calmati. Hai controllato se è andata in bagno? Magari non si è sentita bene".
Luke scosse la testa e si fiondò nella stanza da bagno, trovandola deserta e gelida. "Non è qui" mormorò in parte a suo padre e in parte a se stesso. Non volendo perdere un secondo di più, uscì correndo dagli appartamenti di Vader e percorse un corridoio a rotta di collo, guardandosi intorno in cerca di qualsiasi segno di sua sorella mentre suo padre ispezionava le sue stanze.

Ad un tratto Luke inciampò in qualcosa di duro e scivoloso finendo per cadere lungo disteso sul pavimento. Si rialzò barcollando e il suo sguardo fu attirato da un piccolo cilindro argentato, apparentemente innocuo, intorno al quale però la Forza ronzava minacciosamente.

Usando la sua mano metallica per evitare pericoli in caso di possibili esplosioni - la prudenza su quella nave non era mai troppa - il giovane raccolse lo strano oggetto per esaminarlo più da vicino. Era una sorta di cannula cava, molto leggera e aerodinamica, ma quello che colpì maggiormente Luke fu la goccia di liquido verdognolo rimasta all'interno.

Quasi tremando, il terrore che gli saliva alla gola, tornò indietro da suo padre e gli mostrò quello che aveva trovato.

Vader non stette certo a fare inutili perifrasi intorno alla questione non appena vide l'oggetto.
"È un dardo" sentenziò "probabilmente stordente, deve provenire da un dispositivo di lancio. Non escluderei che abbia colpito Leia". Luke annuì gravemente. Lo sentiva, sua sorella era in pericolo e la minaccia dell'Imperatore più vicina di quanto lui e Vader pensassero.

"Sì, lo percepisco" mormorò con voce flebile alla realizzazione di ciò che era successo. Vader annuì in modo appena percettibile, riconoscendosi nella sensazione del figlio e venendo all'improvviso travolto da un forte istinto protettivo.

Nessuno, tanto meno Darth Sidious, aveva il diritto mettere le mani su sua figlia. E chi aveva agito in modo così sconsiderato avrebbe pagato.

"Spero che non abbiamo già perso troppo tempo" disse Vader a Luke, sicuro di ciò che era necessario fare.

"Vai in camera tua e preparati" disse con determinazione "andiamo a Coruscant".

Lealtà divise {1}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora