EPILOGO

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Pov's Ethan

Per tutto il tempo ho fatto a pugni con la vita, con la mia di vita. Per anni ho cercato di soffocare l'amore che provavo nei confronti di questa ragazza che ad oggi, è divenuta mia moglie. Mi sveglio e la trovo sempre di fianco a me, l'unica persona che so per certo non mi lascerà mai. Nessuno crede che io, Ethan Cardiff stronzo, mi sia davvero sposato qualche giorno fa.

La guardo dormire beatamente nel nostro letto mentre mormora qualche frase scomposta nel sonno. Mi ero ripromesso di non farlo più, di non guardarla dormire come se fosse in procinto di andare via, come se potesse sparire o, ancora peggio, come se fosse solo frutto della mia immaginazione.

Il fatto è che il sentimento è troppo forte nei suoi confronti, tanto forte da avermi spinto addirittura a sposarla mesi dopo.

"Ethan" dice con un filo di voce mentre si accovaccia di fianco a me "Che ora sono?" sussurra lievemente.

"Tra poco arriva tuo padre, dobbiamo alzarci piccola" sbuffa e si porta un cuscino in viso allontanandosi.

"Quell'uomo non so dove trova la forza di alzarsi al mattino e rompere le palle alla gente" borbotta "È il diavolo in persona" scoppio a riderle in faccia smettendo quando mi ritrovo il suo viso incazzato a un metro di me.

Quei occhi color mare che adesso hanno tante bellissime sfumature.

"Dovrai farci l'abitudine, continuerà a venire giornalmente solo per essere sicuro che tu stia bene" la incalzo sorridendole.

"lo dici solo perché ti ha parato il culo da una vita" borbotta a voce bassa e roca.

In qualche modo Dominick sta cercando di farsi perdonare dalla figlia facendo cercando di recuperare il tempo perso, e devo dire con ottimi risultati del resto.

"No lo dico perché lo penso" scosto il lenzuolo vestendomi e mi giro a guardarla. Ha la gote di un rosa chiaro e alza gli occhi al cielo "Che c'è ti vergogni ancora di vedermi nudo?" sollevo le sopracciglia e la fisso.

"Smettila di mettermi in difficoltà! E no cavolo, non mi vergogno" si alza con il lenzuolo avvolto lungo il suo corpo snello e mi lecco le labbra "Ethan, sei un pervertito!" fa un finto conato di vomito e si precipita all'interno del bagno.

La farei mia in qualsiasi istante o momento della mia vita e della sua ma, devo stare attento e andarci con tanta cautela essendo che aspetta un bimbo. Si, porta con sé, all'interno del suo ventre, mio figlio.

"E cosa ci voleva ad aprire? Stavo per buttare giù la porta cazzo!" entra in casa sparato e io sbuffo, è irritabile alle volte "Hai ucciso per caso mia figlia e nascosto i resti in qualche barattolo del sugo per camuffare le prove?" sbotta manco fossero serie le cose che dice.

"Alle volte mi domando se ci sia per davvero del sarcasmo nelle tue frasi" mi guarda di sottecchi e per poco non gli rido in faccia "Deduco di no"

"Sai come è, non vorrei delle spiacevoli sorprese. Mio nipote vuole nascere, vuole conoscere il suo splendido nonno" si vanta indicandosi dal basso verso l'altro. Che poi, con tutto il rispetto, è un uomo che può permettersi questa modestia nonostante l'età avanzata.

"Dio papà ma che ti dice la testa? Io non ci posso credere!" scoppia a ridere e si avvicina massaggiando la piccola circonferenza "Che poi è una femmina papà, una fottuta femmina" sbuffa.

"Chi dice che mentre sei in sala parto non esca un individuo con genitali maschili?" si accarezza l'accenno di barba e la fissa con occhi innamorati.

"Ma magari, io ci continuo a sperare!" sussurro tornando serio ricevendo una pezza in pieno viso "Cosa sono gli ormoni della gravidanza a farti diventare così nervosa?" so che le da fastidio sentirselo dire ed è per questo che faccio di tutto pur di farla andare su di giri. Anche se ricapisco che alle volte, il mio essere stronzo torna a farsi spazio dentro di me e prendendo in mano la situazione.

LA PAURA DEL BUIO. #Wattys2018Where stories live. Discover now