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Sono ubriaca ma non quanto basta per spaccargli il naso, la bocca o la testa. Sono stanca, di tutto in generale compreso lui.

Le parole che vengono pronunciate sono come lame che mi trafiggono il cuore, la mente e perfino le ossa. Non sono più in grado di affrontare la realtà così per come è, mi immedesimo sempre su quello che non c'è, cercando di pensare sempre positivo, cercando di fare del mio meglio anche quando la colpa non è la mia.

"Voglio andare a casa" le mie parole escono confuse e stordite, un po' come la mia testa, ma con voce bassa e decisa "Adesso" ribatto senza guardarlo in faccia, perché so l'effetto che mi fa quando lo faccio.

"Vedi quello che è successo? Te l'avevo detto che l'avrei riaccompagnata io, se tu non saresti venuto tutto questo non sarebbe andato a galla" ed evito di pensare che anche Cameron sapeva, evito di pensare che loro due si conoscevano e che nessuno dei due me ne aveva accennato a dire.

"L'avevi lasciata sola insieme a questi quattro pezzi di merda porca troia. Sai quanto è importante per me questa ragazza e tu che fai? La lasci sola!" gli occhi mi escono fuori dalle orbite e i tacchi che ho indossato, di nuovo, non reggono più il mio esile corpo.

" Ti senti bene?" accenno un sì continuando a guardare Ethan che mi sta fissando spaventato, come se ha il terrore di star perdendo qualcosa di prezioso, qualcosa di importante. Mi porto le mani nei capelli evitando di scoppiare a piangere, sono stanca e ho solo voglia di dormire.

"Ti accompagno a casa" continua a ribattere Cameron, ma la verità seppur banale è che non mi va di andare con nessuno dei due, ma preferisco andare con Ethan se mai dovessi scegliere.

"No, no e no! Tu non la tocchi più, col cazzo che te la porti per accompagnarla a casa" ha il tono gelido, fermo e autoritario proprio come sa fare lui. Ha i capelli disordinati e i vestiti stropicciati, da questo posso ben intendere che non ha passato una notte del tutto tranquilla. Sposto lo sguardo altrove aspettando che i due smettono di urlare e farsi la guerra combattendo con le unghia.

"Io vado a cercare qualcuno che mi porti a casa, mi sono rotta di assistere a questo bruttissimo teatrino" sposto il busto ma mentre sto per camminare una mano mi blocca dai fianchi. Inutile dire che ho il formicolio in tutto il corpo e sarei bugiarda a dire di non esserne felice che mi ha fermata dall'andare con un altro ragazzo di cui non conosco l'esistenza. 

"Va bene, se non vuoi che sia io ad accompagnarti lo farà Cameron al mio posto. Ma stai qui cazzo!" si passa nervosamente le mani nei capelli e adesso spontaneamente il viso per terra.

"Ascoltami" mi alza il capo e mi guarda "Ti avrei raccontato tutto se solo ne avessi avuto la possibilità, ma non potevo e non posso neanche ora. Ma ti giuro veramente che io non ti ho usato per i miei scopi, sono un bastardo ma non un mostro" sussurra come se non vorrebbe pronunciarle ad alta voce.

"Cameron accompagnala" sposta lo sguardo dietro di me e posso vedere lontano un miglio la sua disperazione e i suoi occhi celati di tristezza, ma non posso farmi prendere adesso dallo sconforto.

"Stai bene?" non so perché gli sto chiedendo se sta bene quando quella a cui dovrebbero fare la domanda sono io.

"Sto bene" accenna un sorriso "Adesso vai, so che non vuoi vedermi" alza le spalle e fa un passo indietro. Sono così indecisa che il mio corpo adesso sembra un trampolino da guerra che va un po' lì e un po' quì, da lui.

So che sono una codarda senza coraggio ma l'unica cosa che faccio è quella di guardarlo e allontanarmi sempre di più da lui e andando in direzione di quella porta che non vorrei, ma devo, superare. Sospiro più volte guardando di tanto in tanto alle mie spalle, giusto per vedere non si sia mosso.

LA PAURA DEL BUIO. #Wattys2018Where stories live. Discover now