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Mi dirigo all'interno dell'aeroporto pronta a prendere le mie amate valige. Una volta preso il tutto, metto lo zaino sulle spalle e affiancandomi a Elly, esco per davvero da qui.

Mi sento strana, come se la mia vita sta prendendo una piega diversa e mi auguro che questa piega sia davvero in ottime condizioni.

"Andrà tutto bene questa volta Melanie" mi volto e annuisco. Presa alla sprovvista sento le sue braccia avvolgermi in un caloroso abbraccio che ricambio subito tirando su col naso.

Sto piangendo per la prima volta in vita mia dalla gioia e non dal dolore, o forse in parte.

Dai Melanie sorridi e vai avanti, mi sto ripetendo da qualche minuto nella mia mente, con precisione da quando sono scesa dall'aereo. È arrivato il momento di cambiare e di stravolgere la mia vita in meglio, spero.

Questo non significa che io voglia dimenticare mamma, non ne sarei capace, ma andare avanti con la consapevolezza di avere lei al mio fianco, di andare avanti per crearmi quella piccola fetta di vita che nell'arco dei miei diciannove anni non sono stata in grado di costruire.

"Vuoi restare qui per tutta la vita o andiamo a vedere la nostra nuova casetta" alzo gli occhi al cielo, come quasi sempre ormai faccio, e gli sorrido continuando a camminare al suo fianco.

La sua camminata non può essere paragonata alla mia, lei altezzosa ed io che quando cammino sembro un camionista imbranato.

Quando entro nel vialetto, resto davvero a bocca aperta. Qui è tutto così tranquillo che nonostante ho sempre odiato le piante, in questo momento, essere circondata da quest'ultime non mi fa neppure innervosire.

Prendo un grande coraggio e varco l'entrata con un grosso sorriso stampato sul viso. Ad accogliermi c'è un soggiorno non troppo grande dove sono presenti due grossi divani in pelle con un piccolo tavolino di vetro e di fronte un grosso televisore. Di fianco si estende un lungo e largo arco dove si trova la cucina che d'altro canto è pure di ultima generazione, il che non mi fa per nulla dispiacere.

Tutto è avvolto da delle pareti formate da piccole mattonelle di un rosso scuro, un tavolo in legno circondato da delle sedie con lo stesso colore. A dire la verità sono molto scure le tonalità della casa ma c'è abbastanza tempo per poter cambiare, in futuro, il tutto.

"Oh,chiudi la bocca o ti ritroverai qualche insetto all'interno tra pochissimi minuti" non mi sbaglio quando vi ho detto che è davvero rompi scatole, ad oggi ne ho davvero la certezza.

Mi giro e vedo che anche lei è rimasta a bocca aperta tanto quanto me, ma evito di fare le classiche mie battute.

"El stai zitta. Tu piuttosto vedi di non romperti l'osso del collo o del piede per portare quell'ammasso di valigie"
scoppia a ridere e per quanto sa essere decisamente pesante, la seguo a ruota anche io portando le mani alla bocca per smettere e prendere quel poco di aria che i polmoni mi permettono.

So che siamo venute qui per cambiare decisamente la nostra vita ma non mi aspettavo di certo che si fosse portata un sacco di valige contenenti tutta la casa.

Se non tutta, gran parte.

Salgo al piano di sopra e percorro un corridoio abbastanza lungo e stretto dove ai lati ci sono dei quadri bellissimi di paesaggi vicino al mare. Apro la prima porta e trovo il bagno, è il classico bagno che tutti si immaginano di avere, nulla di più ma neanche nulla di meno.

Mi soffermo in particolare a guardarmi allo specchio e ciò che vedo non è sicuramente qualcosa di appagante.

Le occhiaie che segnano gli occhi azzurri che di azzurro, per il momento, ne ho ben poco essendo diventati troppo scuri, i nodi ai capelli lunghi neri, il pantalone della tuta stropicciato. Sono pronta per girare un film dell'horror praticamente.

Cerco quanto meno di aggiustare i capelli ma non riuscendoci mando tutto al diavolo e continuo a camminare lungo il corridoio per osservare il resto della casa.

Per quanto possa essere accogliente, il corridoio è l'unica cosa che abolirei dato che i corridoi così lunghi e stretti mi fanno maledettamente paura e mi portano troppa angoscia.

Nulla a che fare con il mio passato, almeno quello.

Apro l'ultima porta che dovrebbe essere la mia stanza. Questa non è come quella che avevo a casa ma d'altronde non è neanche niente male. Il colore delle pareti bianco gesso con una piccola sfumatura, un letto dello stesso colore, l'armadio di un colore grigio chiarissimo e infine una grossa scrivania bianca accompagnata da una sedia girevole in pelle grigia.

Metterò sicuramente qualcosa per abbellirla perché non è carino lasciarla così "vuota".

Mi piacciono le stanze con le finestre e qui è presente una che fa per tre, ma sicuramente inseriró qualche tenda in modo da non accecarmi il mattino seguente con i raggi del sole.

Mi avvicino al letto e mi congratulo davvero tanto con chiunque ha fatto un letto così comodo.

Voglio rimanere per tutto il resto del giorno distesa qui, per farmi qualche ora di sonno dal momento che durante il tragitto per arrivare ho fatto le ora piccole, anche troppo.

Tolgo le mie valigie sistemando il tutto all'interno dei appositi spazi, e decido di appendere un po' di mie foto.

Inoltre l'unica cosa che non appendo, ma appoggio sulla mia scrivania, è una grossa cornice che raffigura me, mia madre, mio padre e Tomas.

Mi allontano e raggiungo la porta, prima di chiudere però mi guardo intorno, e noto che qualche vaso con delle piantine non avrebbe sicuro spezzato.

Vado in cucina e prendo un bicchiere d'acqua proprio perché per il momento, ho la bocca impastosa e la gola asciutta.

Tutto questo non mi dispiace, ma mi sarebbe piaciuto che non sarebbe stata questa l'unica condizione per essere arrivata fino a qui.

È successo tutto cosi in fretta che non ho neppure minimamente elaborato il tutto, in primis la mia vita. Quella a cui non sono abituata anche se è una cosa pessima da non andarne fiere.

La porta di casa si apre cosi in fretta che salto in aria portandomi una mano sul petto, perche sul serio, il cuore sta per uscire fuori. Mannaggia a chi, senza permesso poi, ha aperto quella dannata porta.

Mi volto e vedo qualcuno che in vita mia non ho mai visto, che poi essendo nuova da queste parti è anche logico.

Mi sto rincretinendo per giunta.

Una ragazza snella, alta, capelli neri come la pece e ricci, ferma sulla soglia della porta che mi fissa insistentemente. Ha delle valigie rosa Barbie e sbatte costantemente il piede in modo antipatico.

È meglio se qualcuno la butta fuori di qui prima che possa farlo io, e non penso sia un modo carino per iniziare questo mio primo giorno di soggiorno.

"Oh,ciao tu devi essere Melanie" mi sorride in modo dolce, la guardo senza neanche battere ciglio. La sua voce mi da anche il nervoso.

Che poi aspettate ma questa come cavolo è entrata in casa mia?

LA PAURA DEL BUIO. #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora