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Pov's Ethan

Odio il modo in cui quella ragazza mi fa diventare, il modo in cui mi respinge manco fossi una persona tremenda dalla quale scappare, da evitare; se devo essere sincero tutto questo mi fa tremendamente paura, quella paura che non conoscevo prima che arrivasse lei : il mio uragano di emozioni.

Mi sento così esasperato da paragonarlo ad un'uccello in gabbia senza via di fuga; La cosa che odio di più è che mi importa tutto ciò che dice o peggio ancora ciò che fa e questo mi fa sentire così ridicolo. Mi passo la mano tra i capelli nervoso, tirando l'estremità all'insù e con movimenti quasi feroci digito il numero del mio calmante preferito, la mia droga.

"Amico! sei sparito da giorni" insinua dall'altra parte del telefono ridendo.

"So che sono sparito, ma avuto dei problemi e sai con chi." per dire la verità non sono capace e farei un floop, tanto vale dire cazzate e passarsela meglio.

"Sento dalla voce che qualcosa non va, ti organizzo al volo una corsa" mi conosce e sa perfettamente come mi sento, o in ogni caso lo immagina "Amico, sai che se qualcosa non va puoi benissimo parlarmene" sussurra, non rispondo e chiudo il telefono come mi è solito fare. Non so decisamente come sto io e figuriamoci se devo comunque parlare a qualcun'altro di me stesso. Metto il piede nell'accelleratore e corro via; Parcheggio nel vialetto a me tanto familiare e scendo con la solita postura da far tremare quasi ogni centrimento di pelle di ogni persona li presente.

"È nero" sussurra la ragazza di fianco.

"Non scherzare Jim, non sono dell'umore adatto" mi appoggio al muretto guardando un punto fisso davanti a me, portando di tanto in tanto la sigaretta sulle labbra e aspirando con molta lentezza.

"Sei sempre così scontroso con me, si può sapere che cazzo hai?" si aggiusta la gonna troppo corta per i normali gusti da ragazza e mi guarda sotto i suoi occhiali da sole. E pensare che poco tempo prima me la sarei praticamente sbattuta sul primo sedile della mia auto.

"Da quando ti interessa come sto?" sorriso da strafottente quale sono "Falla finita con questo finto romanticismo, io non ci casco" gli schiaccio un occhialino e rivolgo il mio sguardo verso il mio amico che di rimando mi guarda.

"Ethan tra 40 minuti al Soho a quest'ora non c'è nessuno, i negozi sono chiusi e tra poco i pochi passanti non saranno più presenti. Se spunta la polizia sai già dove andare, amico le regole sono sempre quelle e tu le conosci alla perfezione" annuisco con un cenno del capo e butto la fine di quella che un tempo era una sigaretta.

Mi ritrovo a premere il tasto dell'acceleratore e di tanto in tanto ad alzare il freno a mano solo per fare un pò di scena e per controllare che nessuno ha manomesso la mia auto. Trent è abbastanza forte, non molla ma è anche molto goffo e lento. D'altro canto gli do di volta in volta, del filo da torcere. Rallento facendolo avanzare di poco e dopo avergli fatto credere di essere in vantaggio pigio l'acceleratore avanzando tanto da fare faticare il conta chilometri e far saltare quasi in aria la lancetta della velocità.

"L'hai stracciato" urla e mi da una pacca nella spalla.

"Una vittoria facile, te l'avevo detto." sussurro piano senza emozioni in viso; nonostante questo prima è stato sempre il mio sfogo personale, ad oggi penso che questo non mi basti più, per i problemi che ho io sia chiaro.

"Ethan non ti ho mai visto così, quando ti ho chiesto se c'entrasse una ragazza io non scherzavo" sollevo gli occhiali da sole mettendoli sopra la testa e riprendo a guardarlo fisso.

"Cos'è? Tutti a fare la morale? Ma che cazzo avete" urlo furioso.

"Amico stai troppo fuori, non so se ti stai sentendo quando parli! Sono quasi senza parole" continua urlando e portando le mani in aria.

"Mason fatti i cazzi tuoi, le ragazze non sono fatte per me. Sai come sono fatto" sbotto portando anch'io le mani in aria con aria furiosa "Io sono come sempre, siete voi che capite le cose a modo vostro!"

"Sta calmo Ethan, alla fine non penso di averti offeso" afferma serio "Ne io e neanche gli altri ti stiamo aggredendo, ti stiamo solo dicendo e facendo notare quanto tu sia cambiato nell'ultimo periodo"

"Apri solo quel buco facciale per riversare puttanata? Perché se così fosse, non serve granché dare esclusivamente aria con le cazzate ma date aria quando c'è un motivo ben preciso" mi sposto dando le spalle al resto di gente e me ne vado. Sono stufo, stanco di pensare sempre e solo ad un'unica persona talmente tanto che perfino quando faccio sesso con le altre ragazze mi vengono il senso di colpa.

Apro la porta, lancio le chiavi sul tavolino e butto la giacca di pelle sulla sedia. E in questo momento, o quasi sempre, la gentilezza mi fa praticamente un baffo.

"Zio zio" corre velocemente e insieme alla sua bambolina si getta immediatamente su di me. Adoro mia nipote, è il mio punto debole. Può sembrare strano ma nonostante la mia visione da cattivo, con lei, si scioglie facendo spazio alla dolcezza infinita.

"Lo zio ti ha portato le caramelle, quelle che ti piacciono tanto" scoppia a ridere teneramente e riesce a fare scoppiare il cuore anche a me di gioia pura; riesce a fare battere il cuore d'amore vero.

"Ethan gli farai spuntare qualche caria" mi rimprovera Catherine, la moglie di mio fratello. Non so cosa ha potuto vedere in mio fratello che d'altro canto è messo, caratterialmente, peggio di me. Alzo le mani con segno di resa e gli sorrido lasciando lo sguardo fisso verso quella piccola creatura che mi sta di fronte : è spensierata e giocando mangia le caramelle con euforia. Che poi anche se mai nella vita prendesse le carie, io non smetterò di portarle le caramelle a costo di vederla sempre cosi felice e sorridente.

"Melanie fai vedere allo zio cosa hai fatto a scuola per lui?" annuisce e corre via saltellando.

"Ti turba qualcosa?" sussurra "Puoi parlarmene, sempre se vuoi"

"Cosa?" mi giro a guardarla e mi sorride. Sono tesa come una corda di violino che sta per suonare.

"Ethan mi hai sentita" e si ti ho sentita ma sono per la prima volta nella mia vita a corto di risposte.

"Smettila di fare finta di essere forte, quando sappiamo entrambi cosa hai passato" ed è vero ma non so come dargli torto.

"C'entra una ragazza" ammetto sincero, sospirando "Ma penso proprio che non voglia nemmeno respirare la mia stessa aria, mi sembra di impazzire proprio perché è la mia ragazza che mi sta fottendo il mio cervello che già comunque non era neppure sobrio prima" continuo.

"Ethan Cardiff, innamorato? Adesso si che posso dire di averne viste di tutti i colori" mi sento agitato e mi muovo praticamente in continuazione.

"Non esagerare, non sono innamorato...sono solo..-" mi fermo prendendo aria "mi piace la sua compagnia, ecco" è già difficile ammetterlo da solo, fare a pugni contro me stesso e contro la mia volontà, e in questo momento non so più cos'altro dire. Mi alzo e avanzo verso la mia piccola peste per salutare mia nipote che mi abbraccia e mi da un foglio, con le mani piccole e tremanti, che raffigura entrambi in un parco giochi.

"Lo zio viene a trovarti presto, fai la brava e non fare arrabbiare né la mamma e né il papà" la bimba annuisce e si allontana da me con lo sguardo triste. Ogni volta che vado via e lei mi fa questa faccia così delusa, mi vengono le fitte al cuore.

"Ethan" mi giro e la fisso invitandola ad andare avanti col suo discorso.

"Solo con combinare guai" sorride e io ricambio.

"Non prometto niente, salutami Travis" mi giro e mi avvicino aprendo e chiudendo la porta alla mie spalle.

LA PAURA DEL BUIO. #Wattys2018Where stories live. Discover now