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Ethan pov's

Alle volte mi chiedo quale grandissimo errore io abbia commesso per meritarmi queste assurdità mostruose, queste ingiustizie e questi brutali incidenti. A volte mi chiedo se la mia vita sia realmente destinata ad essere brutta e sola per sempre, se io sia destinato principalmente a soffrire ogni giorno che passa sempre di più.

Sono seduto su una sedia della sala d'attesa con le mani in grembo e incrociate, non sto pregando ma sto solo sperando che tutto vada per il verso giusto, che finalmente lei riapre gli occhi e che possa prendermi a schiaffi per avergli fatto passare le pene dell'inferno, per avergli fatto passare il tutto in maniera orribile. Perché questo è accaduto per colpa mia e mi sento tremendamente in colpa che vorrei esserci io su quel lettino piccolo ma abbastanza spazioso, e rimanerci tanti giorni.

Sono dieci giorni che non apre gli occhi, che non si muove, che non si sveglia. Risponde ai comandi alle volte ma l'intenzione di tornare non c'è e vorrei che non fosse così, che non fosse accaduto proprio a lei, proprio a questo essere così diverso e raro.

Come mi sento adesso? Mi sento diverso, come se questo episodio abbia scosso dentro di me emozioni mai provate fino ad adesso, come se fino a questo punto non ci avevo creduto o addirittura mai pensato. Sembra strano a dire, ma forse in tutti questi anni ho sempre avuto la voglia di seppellire i miei sentimenti piuttosto che affrontarli.

Ho fatto soffrire tantissime persone per colmare la rabbia e la sofferenza che avevo dentro per il giusto gusto di cercare di dimenticarla, ma mai come adesso mi sono sentito mancare così tanto la terra sotto i piedi.

Mi sento svuotato, arrabbiato e deluso per non aver fatto abbastanza per evitare che accadesse, sono amareggiato di quello che ero e quello che sono adesso e della persona che mi hanno fatto diventare nel corso dei miei anni.

E forse lei non si aspetta un Ethan diverso da quello che ha sempre immaginato, da quello che ha sempre descritto, da quello che ha sempre fatto credere io fossi, ma per adesso penso che possa bastare a farglielo solo credere che io sia quello che lei pensa.

"Tieni bevi un po' di caffè, se vuoi puoi tornare a casa per farti una doccia e una dormita, qui posso starci io" ha un aspetto orribile ma sono l'ultima persona che può giudicarla per adesso, dal momento che avrò un aspetto più orribile del suo.

"Sarò sincero, non me la sento di andarmene" sembro un bambino che frigna ma non importa, voglio solo starle vicino.

"Hai dormito?" abbasso le spalle e guardo il pavimento non sapendo cos'altro fare.

"Non dormo bene, faccio ore piccole perché ho come la paura che lei possa svegliarsi e trovarmi addormentato" non ho pianto mai in vita mia e non lo farò neanche adesso, ma ho la voce stridula come se l'avessi fatto.

"Ethan ci sto io qui, sul serio. Tuo fratello è troppo preoccupato per entrambi, vuole che vai a trovarlo. Voglio che tu ti senta pronto ad affrontare lo tsunami che presto arriverà, non farti cogliere impreparato te ne prego" so che ha ragione del fatto che io sia troppo debole in questo istante, ma la verità è che non c'è la faccio. Strano? Forse un po' troppo ma anche qui nessuno può giudicarmi, tranne io.

"Torno a casa a farmi una doccia, inventerò una cazzata a Tom e poi andrò da mio fratello alla ricerca di qualche indizio" mi alzo dalla sedia e la guardo "Avvisami se succede qualcosa, anche un minimo particolare chiamami per favore" sussurro spostando il viso.

Non mi sono mai trovato nelle condizioni di chiedere per favore o di pregare qualcuno, ma in questi giorni mi è sembrata la cosa più corretta da fare per affrontare queste piccole ore che scorrono troppo velocemente.

LA PAURA DEL BUIO. #Wattys2018Where stories live. Discover now