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"Melanie" mi saluta con un cenno e avanzo lentamente verso di lui.

"Cameron" dico sorridendogli. Indossa un paio di pantaloni eleganti, una camicia bianca accompagnata da una cravatta. È molto più elegante, forse è proprio il modo in cui abitualmente veste.

"Non credevo avessi accettato" dice infilando le mani in tasca offrendomi il braccio.

"Non ci pensavo neanche io ad essere sincera" sorrido teneramente "Non avrei dovuto?" dico corrugando la fronte.

Questo, è un modo mio per osservare la gente e per conoscerla.

"Sembri molto riservata come ragazza" avanziamo verso il grande parcheggio e lo seguo verso la macchina "È quella bianca" continua. fari si illuminano 3 volte quando preme il tasto dell'apertura sulla chiave.

"Devo riconoscere che sei un buon osservatore. Stai comunque deviando il mio discorso" mi apro la porta del lato passeggero e, dopo averlo ringraziato, mi metto comodamente seduta.

"Non voglio aprire una discussione concludendola malamente Mely" sospira.

"Hai una Porsche?" dico cambiando discorso io, scoppiando a ridere. A parere mio quest'auto non è adatta ai tipi come lui. Non che una macchina ha davvero i diretti interessati.

"Cosa hai da ridere? Non é una semplice Porsche" dice facendo la faccia da finto arrabbiato "Mi offendi così però" ribatte rilassando i lineamenti duri e tesi.

"Parli come se questa macchina fosse l'amore della tua vita" dico toccando il parabrezza indicandola e ridendo leggermente

"Sbagli, e anche di grosso. L'amore della mia vita sarà la donna che porterò all'altare e che porterà il mio cognome" dice portando le mani sul volante tenendo lo sguardo attento verso la strada.

"Bello" dico solamente abbozzando un sorriso cercando di non fargli capire che sono colpita sul suo modo di pensare e sulle dolci parole che ha appena speso. D'altro canto nessuno gli ha chiesto di aprirsi così con me.

"È meglio andare, un tavolo ci aspetta e sto morendo di fame" mi guarda e scoppiamo a ridere.

È strano pensarlo o dirlo ma la sua compagnia mi piace, e anche molto.

Rispetta tutti i limiti di velocità, rallenta ad ogni semaforo giallo e si ferma ad ogni rosso. Usa le frecce nel modo corretto e quando servono, mette la cintura e la fa mettere anche a me. Inoltre quando parliamo non distoglie mai lo sguardo dalla strada ma è sempre molto attento e vigile su questo aspetto.

Non sono abituata a questo genere di persone, e in realtà non ne sono molto attratta diciamocelo chiaro. Ma devo quanto meno provare a pensare ad altro.

"Siamo arrivati" dice e finalmente scendo da sola senza farmi aprire la portiera.

Le buone maniere non mi vanno tanto a genio ma mi scoccia terribilmente trattarlo male.

"Sei offesa da qualcosa?" dice fermandomi dal braccio per farmi voltare nella sua direzione e facendomi notare che il mio presentimento di farlo stare male è fondato.

"Assolutamente,mi sento un po' a disagio. Non sono abituata a ricevere tutte queste attenzioni da parte di qualcuno" dico sorridendogli e accarezzandogli la mano che ha posto sopra la mia spalla.

"Va bene" dice sospirando "Ma qualsiasi cosa succede o ti da fastidio, non esitare a dirmelo" continua più sicuro.

Entrambi entriamo e subito ci fanno accomodare ad un tavolo accanto ad una grande specchiata che da la vista sul mare. Immediatamente il mio ricordo è quello di un tempo : quando Ethan fece più o meno la stessa cosa ma in posti differenti tra di loro.

LA PAURA DEL BUIO. #Wattys2018Where stories live. Discover now