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"Ti dobbiamo parlare" sobbalzo dal mio stato di trance e sposto lo sguardo su tutti. Sono troppi per i miei gusti, e ho solo due occhi.

"Datemi solo un minuto" sussurro stanca e mi siedo togliendo le scarpe "Che ci fa questo qui?" dico indicando mio fratello seduto al lato del divano accanto a Caroline che è ingrassata. Quest'ultima ha lo sguardo assente e basso, mio fratello rigido e i pugni serrati.

"Sono qui e basta" afferma acido, così iniziamo male. Guardo Ethan che guarda, a sua volta, Tomas con lo sguardo minaccioso.

"Se sei venuto per dirmi qualcosa di sgradevole o per fare casini" indico la porta e proseguo "Non sei il benvenuto" gli sorrido e sbarra la mascella evidentemente sorpreso.

"Lo vedo" sposta lo sguardo su ethan il quale gli fa un cenno del capo. Non capisco tutto questo interesse di conversare.

"Ho poco tempo, sono stata inviata ad una festa e devo sistemarmi" incrocio le gambe e rivolgo il mio sguardo verso Ethan che è l'unico che attira il mio sguardo. Ha un jeans attillato nero, una maglietta bianca, i capelli ricci portati indietro e una sigaretta tra le labbra che evidenza la sua arroganza e strafottenza.

"Te lo mangi dopo, adesso dobbiamo parlare" scoppio a ridere in faccia di mio fratello e poi mi fermo seria.

"Ma seriamente ti permetti di presentarti dietro la mia porta, pronto a comandarmi e darmi ordini? Ma vaffanculo! Tu sei morto mesi fa, quando ero in coma e nessuno di voi si è fatto vivo. Ero sul punto di morte, capisci? Rischiavo di metterci la mia cazzo di vita!" agito le braccia e lo vedo sospirare.

" È proprio di questo che dobbiamo parlare" annuisco e cerco di mantenere la calma.

"Dimmi quel cazzo che ti pare basta che tra pochi minuti ti vedo fuori da questa cazzo di porta" sbotto acidamente.

"La nostra vita non è mai stata facile, e tu questo lo sai bene. Inutile che prendo argomenti passati, di parecchi anni fa" ingoia e io serro i pugni, mi sto fottutamente incazzando "Ma quella non è la tua vera famiglia Melanie" questo è un assaggio di un dolce strepitoso.

"Vai al sodo, non ho tempo da perdere" sono troppo arrabbiata ma sono contenta che qualcuno abbia fatto un passo in avanti.

"Melanie" mi volto verso Alexandra e gli faccio cenno di proseguire "Alle volte la vita ti riserva le peggio cose, quelle cose che tu credi di non poter superare mai ma che, alla fine, riesci comunque a portare a termine e a superare tutto con la testa alta. Non è così?" accenna un sorriso e io ricambio, so perfettamente di cosa sta parlando.

"Ale, cosa sta succedendo?" la prego con gli occhi e lei sembra capire all'istante.

"Quello che hai a casa e che chiami papà non è proprio tuo padre, solo tua madre era quella biologica" sussurra.

"So che mio padre non è quello e che si chiama Benny. Dico bene?" sghignazzo e noto ogni faccia sorpresa.

"Chi ti ha detto questo?" Ethan è sempre così diretto che alle volte mi fa quasi paura.

"Quando ero in coma ho sentito tutto" alzo le spalle e le riabasso "Piuttosto ethan, che cazzo di lavoro fai realmente? Un lavoro abbastanza pesante e lungo visti i tuoi 7 anni di sforzi per proteggermi" sorrido felice e lo vedo irrigidirsi all'istante.

"Sono un componente importante dell'FBI, mi hanno mandato anni fa in missione per proteggerti da tuo padre che ti vuole praticamente game over. Benny, è il più grande pezzo di merda del mondo, ha un sacco di case di prostituzione anche minorile, una volta che ti hanno tolta da lui ha dato di Matto, Nathaly" sobbalzo a quel nome e mi allontano spontaneamente.

LA PAURA DEL BUIO. #Wattys2018Where stories live. Discover now