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Ogni passo che faccio, con il borsone sulle spalle, è un colpo al cuore e un grosso burrone che devo schivare per non cadere all'interno. Mi sento, per il momento, proprio come non dovrei e non vorrei.

"Melanie che sorpresa!" apre la porta e mi fa segno di entrare spostandosi di lato "Mi dispiace per il casino, non aspettavo nessuno" Si gratta l'accenno di barba e mi sorride dolcemente.

"È ancora valida la proposta?" sussurro talmente a bassa voce che ho la pallida idea di non essermi sentita neanche io.

"Strano a dirsi, qualcuno ti ha fatto male non è così?" lo guardo con aria interrogativa e sospira "Chi è stato tradito impara a capire quando qualcuno gli mente. Vuoi raccontarmi qualcosa?" sospiro anch'io e lo fisso.

"Non posso, cioè non ora ecco" farfuglio impanicata. Non mi va di raccontare tutto ad una persona che conosco da poco tempo, e soprattutto ho paura di mettermi in pericolo con le mie stesse mani parlando della mia situazione parecchio grave.

"Rispondendo alla recente domanda, si l'offerta è ancora valida" prendo posto delicatamente sul divano guardandomi attorno "Vuoi offerto qualcosa da bere?" continua.

"Un po' d'acqua, grazie" si alza  dirigendosi in cucina e tiro un sospiro di sollievo. Non so cosa ci faccio qui, non so neppure perché sono venuta, ma non so neanche che scusa inventare per tornare a casa.

In realtà quello che mi ha spinto più di tutto è stato l'odio che ho riversato su di tutti, l'odio per non avermi detto la verità e soprattutto è stata la stanchezza di avere ventiquattro ore su ventiquattro, tutti alle calcagne.

Ho diciannove maledettissimi anni, e non posso continuare a vivere in questo modo qui. Sono corsa da Andrew per cercare di cambiare e stravolgere la mia vita, in meglio anche se ne dubito.

"Ecco" mi porge un bicchiere colmo "So che sarai esausta per ciò che oggi ti è successo, te lo leggo in viso. Puoi fare come se fossi a casa tua, a momenti arriva mia sorella, ti fermi qui a pranzo?" ha sempre questo maledetto vizio di velocizzare le parole che non so stare al suo ritmo, ritrovandomi così, a non capire un cazzo.

"Se per te non è un problema, io mi fermerei qui" gli sorrido dolcemente e annuisce. Il telefono che ho in tasca inizia a vibrare e, chiedendo scusa, mi allontano un poco per rispondere.

"Dove cazzo sei?" sbraita dall'altro campo.

"Sempre le buone maniere vedo, vero Ethan?" ammicco alzando gli occhi al cielo.

"Punto uno, non alzare gli occhi al cielo con me" mi guardo intorno notando che Andrew si gira a guardarmi sorridendomi "Punto due, la mia domanda è sempre la stessa. Melanie,  me lo dici tu o ti vengo a prendere io? se voglio ti trovo da solo ma arrivo incazzato quindi a te la scelta" sbuffo.

"Cosa non hai capito di quello che ti ho detto per caso? Fai finta che non sono mai esistita e falla finita, tu e gli altri" abbasso ancora di più la voce per non destare sospetti.

"Melanie fai sempre tutto di testa tua! Perché è difficile capirmi? Hai detto che volevi aiutarmi, ma non penso che hai provato anche solo una volta a farlo. Mi hai sempre urlato contro nonostante determinate cose le ho fatte per te, per non metterti nei casini" allontano un poco il telefono dall"orecchio  e torno a guardare Andrew che sta vedendo la tv tranquillamente, segno che non ha capito nulla.

"Ascoltami, sono arrabbiata e delusa dalle tue stesse parole Ethan. Come puoi dirmi che non ti ho mai aiutato?" rispondo a mia volta.

"Cazzo Melanie è così difficile capire che voglio solo un poco di tempo per capire? Per adesso voglio solo uscire dai casini e fare uscire anche a te. Non appena saremo fuori da tutto ci penseremo" sussurra "Dove sei?" continua.

LA PAURA DEL BUIO. #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora