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Io guardo e lui guarda me, ed entrambi guardiamo in direzione di quel letto di cui le lenzuola sono sporche di quella che un tempo era la mia purezza, la mia verginità. Un susseguirsi di sguardi, emozioni, sensazioni, buttate su quel letto. L'aria è diventata pesante, quasi opprimente direi.

"Ascoltami,non si può ragionare su quello che è successo ma si può parlare" si continua a toccare i capelli con aria nervosa, frustrata. Improvvisamente, faccio la prima cosa che so fare meglio : resto in silenzio, sospiro e trattengo le lacrime.

"Non c'è nulla da fare,lavo io il tuo lenzuolo. Solo per cortesia,non dirlo a nessuno" la voce mi trema e si è trasformata in un sussurro man mano che guardo e rifletto a quello che è successo poco tempo prima di adesso.

Prima di adesso pensavo che quello che era accaduto ore precedentemente si potesse vedere solo nei film e leggere solo nei libri. Ma ora che mi è successo mi sto accorgendo che tutto non accade mai per una ragione.

La mia é una ragione contorta, qualcosa che mi ha portata ad andare lì per volere mio e non solo per colpa dell'alcol, o quanto meno in una minima parte.

E per la prima volta non parlo, non butto fuori nessuna parola, nessun suono, neanche un piccolo sospiro. Mi limito solo a guardarlo bene e, con la faccia e il corpo di chi si sente dentro e fuori sporca, apro la porta e la richiudo alle mie spalle buttando fuori, finalmente, quella poca aria che mi è rimasta dentro i polmoni.

"Melanie dovresti essere già a lavoro da un bel po' di tempo,è successo qualcosa?" mio fratello sa riconoscere i miei lati bui e io devo iniziare a riprendermi da questo momento di trance immediatamente prima di poter creare dei sospetti, anche il più piccolo.

"Sto andando adesso,mi sono solo addormentata. Sai che sono sbadata e non so proprio essere puntuale" odio mentire ma in questi casi vie di scampo non c'è ne sono.

"Io ho delle faccende da sbrigare non so se sarò qui per pranzo" accenna un sorriso e, con la faccia di chi non si è praticamente bevuto la stronzata appena riferita dalla sottoscritta, se ne va.

Prendo il giubbotto di pelle abbastanza logorato ed esco di casa respirando finalmente aria pulita.

Difficilmente una persona dimentica, ma sarò in grado di superare anche quest'ultimo evento. In realtà, dal canto mio, ricordo frammenti sicuramente belli ma provati solo con la persona sbagliata al momento sicuramente del tutto inadeguato.

Entro nel piccolo bar e mi metto immediatamente a lavoro al fine di fare pensare poco la mia mente che si trova in un altro mondo, se non dimensione.

"Ma guarda un po' chi si rivede" alzo gli occhi dal bancone frenando le mani da ciò che stanno facendo e fisso l'obbiettivo sulle nuvole.

"Cameron" gli sorrido, anche se di ridere in realtà la mia faccia non ne vuole sentire neppure.

"Brutta giornata?" sbianco e sposto lo sguardo iniziando a pulire dove ho lasciato sporco.

"Bruttissima" dico con un cenno di sorriso, per sdrammatizzare ovviamente.

"Per questa volta passi, la prossima volta voglio sapere tutto" scoppio a ridere per la faccia seria che ha appena assunto, ma mi segue a ruota poco dopo anche lui.

"Va bene,va bene" alzo le braccia e continuo a fare il mio lavoro.

"Vedo che hai molto lavoro da sbrigare,ti va se ci vediamo qualche altro giorno? magari fuori dall'ambito lavorativo" sorride mostrando i suoi denti bianchi e dritti.

"Devo prenderlo come un'appuntamento?" ci scherzo sù.

"Prendilo un po' come ti pare,ti ho lasciato il mio numero" mi schiaccia l'occhiolino e va via lasciando sul mio viso un sorriso sincero.

Dopo ore interminabili finisco di lavorare e mi incammino verso casa con un solo obbiettivo: buttarmi sulle mie morbide coperte.

Apro la porta e lo vedo sul divano intento a vedere una serie tv in compagnia di mio fratello. Mi sento a disagio man mano che avanzo intimorita, con la paura e l'ansia che mi divora internamente ed esternamente.

"Stellina" mi volto e gli sorrido ignorando lo sguardo della persona al suo fianco. Se non voglio destare sospetti è meglio se proseguo facendo l'indifferente nei confronti di Ethan.

"Tutto bene Mel?" si alza avvicinandosi a me e guardandomi con quell'aria da investigatore.

"Tutto bene,sono solo stanca" dico velocemente staccando gli occhi da Ethan e rivolgendo uno sorriso a mio fratello.

"Domani sera i nostri amici danno una festa,ti unisci a noi?"

"Falla restare a casa, siamo solo uomini" continua a fare zapping e a me verrebbe voglia di farlo sul suo cervello, o faccia nel caso in cui non dovessi trovare un cervello adeguato.

"Ma smettila! Hai invitato tu oggi la rossa, non sarà sola Melanie se ci sarà anche lei" sorride guardandolo male. Ribadisco che la voglia mi aumenta man mano che apre la bocca per sparare una delle sue cazzate, che poi alla fine, gli vanno a finire sempre male.

"Non voglio stare con qualche zoccola con le malattie" sbotto incazzata facendo ridere entrambi.

"Non mi faccio quelle che hanno le malattie" sbuffa sbadigliando.

"Non quando sei ubriaco, giusto?" sposto lo sguardo verso Tomas che mi guarda strano e mi schiarisco la voce "Cioè immagino che da ubriachi non si ricorda un granché, ci sono passata parecchie cose" sorrido falsamente.

"Non voglio sapere quello che fa mia sorella quando è ubriaca, santo cielo! Abbi un poco di contegno bambolina" gli alzo il dito medio e lo guardo

"Cazzate, ecco quello che faccio" sussurro "Comunque non posso, ho già un impegno" e senza sapere né come e né perché mi volto verso lui per vedere una sua reazione, o forse il motivo lo so già ma mi è difficile ammetterlo a me stessa figuriamoci a voce alta. Immediatamente i suoi occhi si posano nei miei pronti a mandarmi in confusione, nel panico più totale, mandandolo in bestia e facendolo diventare un diavolo.

Odio ammetterlo ma la sua reazione mi spaventa, mi preoccupa.

"Mel con chi stai uscendo?" e troppo concentrata a guardare un paio di occhi verdi ignoro la domanda "Melanie?" mi strattona il braccio facendomi tornare alla realtà.

"Non importa" dico allontanandomi toccando i capelli nervosamente.

"Io me ne vado a fanculo da solo!" Vedo che si alza dal divano sbattendo il telecomando sul mobiletto del salone, prende la giacca nera in pelle e chiude la porta cosi forte che mi costringe a fare un passo indietro per lo spavento.

Mi volto spaventata verso mio fratello che mi guarda con aria interrogativa, come mai ha fatto, e il gelo cala improvvisamente nella stanza.

SPAZIO AUTRICE:

Mi dispiace un sacco non essere stata molto attiva in questo periodo su questa piattaforma,ma non avevo il tempo a disposizione né per preparare il capitolo e né per pubblicarlo.

Come ben sapete,io sto frequentando il 5 anno che purtroppo mi occupa troppo tempo,la maggior parte del tempo lo trascorro sui libri e non posso fare altro.

Mi farò perdonare perché non vi ho dimenticate/i e mai lo farò,cercherò di essere più attiva possibile e di trovare un piccolo spazio da dedicare a voi e alla mia storia.

Pubblicherò 2 volte alla settimana perché ogni giorno come facevo un tempo non mi è davvero possibile.

Vi voglio bene.❤

LA PAURA DEL BUIO. #Wattys2018Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon