43

3.5K 422 91
                                    

Sbatte la porta forte facendola stridere per terra, uscendo per andare a fare chissà quale brutto casino. Perché lui è pure questo, e non cambierà mai.

"Perché l'hai fatto?" Mi giro e mi rivolgo a lui guardandolo fisso nei occhi.

"Ho fatto cosa? Spiegati perché non ti capisco proprio!" Sa di cosa parlo eppure non mi sta dando quelle risposte che io ora sto cercando.

"Che ti ha fatto Ethan per averlo trattato così oggi?" Non mi alzo dal divano, mi metto comoda aspettando semplicemente che parli.

"Melanie adesso cerchi anche di difenderlo? È per colpa sua che siamo in questa situazione così difficile. È giusto che lui adesso vada ad aggiustare ciò che ha combinato" e non posso crederci che abbia realmente pronunciato queste parole. Mi fa anche rabbia sentirle dire da colui che fino a qualche giorno fa diceva di essere il suo migliore amico.

Ma alla fine dei conti, nessuna persona sa essere uguale sempre perché appena si stanca comincia a pensarla in maniera diversa e comincia a ragionare male, come un bambino piccolo pronto a fare i capricci.

"Non puoi davvero dire queste cose di lui Tom, ma ti rendi conto? Cazzo è il tuo migliore amico e l'hai appena mandato sa dove o sa con chi. E se gli dovesse succedere qualcosa saresti contento perché ha risolto il casino dove siamo tutti dentro?" Mi alzo agitata urlando e sventolando le mie mani nella sua faccia. In questo preciso istante non mi importa di risultare isterica o volgare per il cattivo uso del mio vocabolario, non mi importa nulla.

"Non parlarmi così Melanie. Perché lo difendi eh? Ti sei innamorata?" Mi spinge indietro facendomi restare pietrificata.

"Tomas! Ragiona e smettila" Caroline avanza e gli mette le mani nella spalla.

"Siete ridicoli, tutti. Non sono innamorata di nessuno e quelli non saranno cazzi tuoi, sappilo. Se adesso non sia col culo per terra è per lui" non ho nessuna espressione addosso, non ho nessuna voglia di fare nulla, nemmeno andarmene.

"Mel..-" si avvicina e mi tocca il braccio ma lo scanso allontanandomi senza neanche rispondergli. Non se la merita la mia risposta.

Percorro il lungo corridoio e apro la mia stanza entrando a capo fitto. Comincio a cercare qualche indumento da indossare per andare a quello che non ricordavo di avere più: il mio lavoro.

Prendo dei semplici ma comodi indumenti, prendo la borsa sopra il letto sistemando e inserendo all'interno cose utili ed esco dalla stanza.

"Dobbiamo parlare" e forse questo non era il momento, soprattutto non era modo.

"Hai già detto troppe cose per oggi Tomas, hai fatto troppe stronzate. Stai zitto" gli sorrido falsamente ed esco da casa facendo un tratto di strada a piedi fino ad arrivare davanti al chiosco. Proprio dove lavoro io.

"Ciao bellissima" Elena si avvicina e mi salta al collo, abbiamo stretto un legame abbastanza stretto in questo periodo "giornata brutta, eh?" Incalza.

"Bruttissima, non puoi nemmeno immaginare quanto in realtà. Ho sempre saputo di essere sfortunata ma mai in questa maniera in realtà" sorride e mi fa un cenno del capo.

"Stamattina ti cercava un certo Caron, in realtà non ho capito bene il suo nome ma spero che te lo ricordi tu" scoppio a ridere e lei mi guarda alzando entrambe le sopracciglia.

"Cameron, si chiama Cameron. Grazie per avermi informata comunque, il capo? Ci sono novità?" Inizio a sistemarmi con molta lentezza essendo anche molti minuti in anticipo.

"In tua assenza ha assunto una ragazza ma ha deciso di tenerla essendo molto brava in questo campo" mi sento immediatamente a disagio.

"Com'è dimmi un po" vedo che mi guarda e mi sorride, colgo il sorriso e la guardo anch'io. Sapeva osservare moltissimo la gente e mi riferiva tutto, anche le cose più banali facendomi fare le meglio risate.

LA PAURA DEL BUIO. #Wattys2018Where stories live. Discover now