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5 giorni.

Questi sono i giorni che la mia vita prosegue abbastanza tranquilla ma in  monotonia, questi sono i giorni che non lo vedo e non lo sento, sono questi i  giorni abbastanza duri nei quali penso e ripenso come cambiare tutto quello che ho al momento. Mi sento come se qualcuno mi ha appena rovesciato una grande secchiata d'acqua gelida addosso, facendomi venire il corpo pieno di brividi.

Ho incontrato parecchie volte Caroline e visto mentre camminava per casa Elly, ma nessuno delle due ha preso questo argomento. Mi stranisco del fatto che, in particolare Caroline, non abbia nemmeno accennato o parlato del fratello come fa quasi spesso. Tutto questo mi sembra assurdo, mi sembra un incubo.

Ho passato delle brutte giornate e serate, non sto bene affatto ma continuo ad andare avanti per me, perché me lo devo, per Elly che è anche lei distrutta a causa di mio fratello e della forte mancanza della madre. Me lo devo perché nonostante tutto mi merito anche io una bella vita, ricca di sorprese magnifiche, con dei figli e un marito che mi sappia amare per quello che realmente sono.

In questi giorni ho pensato tantissime cose, la mia vita in primi. Penso che per prima cosa devo prendere in mano la mia vita attuale e farne del mio passato un mio punto di forza, quello per cui ne vale la pena lottare, per il quale andare avanti formando la mia strada,o per quel che della mia vita ne resta.

"Elena ti prego servi tu il signore al tavolo 4, sono distrutta credimi e ho bisogno di dissetarmi" lancio le braccia lungo il corpo e mi avvicino a passo spedito verso il bancone.

"Melanie" non so se andarmene, risparmiandomi la discussione imbarazzante o restare qui per parlare e prendermi quindi a schiaffi mentalmente. È davvero assurdo presentarsi qui, anche se dopo tutto non è solo colpa sua.

"Adam" sorriso fintamente mandando giù l'ultimo sorso d'acqua e lo guardo.

"Mi dispiace per l'altro giorno" assottiglio lo sguardo facendo una smorfia di disgusto. Non è che voglio sentire altro ma devo comunque cominciare a pensare di dargli un'altra possibilità dal momento che ho iniziato io tutta una messa in scena.

"Adam non so perché tu sei qui ma ti posso solo dire che ho già dimenticato ciò che é successo.. Poi non dovevi di certo essere qui, e ora se non ti dispiace devo lavorare" mi sposto e vado in cucina, l'unico posto in cui per il momento posso andare.

Non ha cercato di chiarire tempo fa perché farlo adesso? Ho imparato troppo dalla vita e adesso, so distinguerle bene le persone, non mi importa di ciò che è successo prima con Ethan e non mi interessa neppure saperlo in realtà. Mi levo il grembiule indossando la mia solita giacca e prendendo velocemente  la borsa esco di fretta dal locale. Il mio turno fortunatamente è finito ed io come al solito esco distrutta sempre più del dovuto.

"Sono a casa" tiro la borsa sul divano e metto la giacca al suo posto: buttata sopra di essa.

"Principessa" faccio una smorfia e mi giro verso di lei facendo uno sguardo truce. Se lo sguardo potesse uccidere a quest'ora lei fosse sotto terra.

"Ale per favore, che schifo" mi viene da ridere per la faccia buffa che il suo viso sta assumendo, e mi scosto da lei mettendomi con le gambe incrociate.

"Riesci a sorridere allora" non capisco se c'è oppure ci fa, in realtà.

"Sono sempre solo stanca, risparmia le battute le cazzo oltre che bruttissime" dico con tono acido e stridulo.

"Stasera esci con me, ci divertiremo vedrai ragazzina" si vedrò, solo nei miei sogni.

"Come tutte le altre volte, del resto" la porta si apre e le altre due ragazze entrano sorridenti. Beate loro che hanno dei motivi per cui ridere, e non io che sembro una depressa del cazzo.

LA PAURA DEL BUIO. #Wattys2018Where stories live. Discover now