Capitolo 90 - Il dramma dell'amnesia

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Intanto Eva era nella sua stanza, a casa di Walter e Carlotta. La Cudicini stava al computer e non faceva che pensare al dottore che l'aveva aiutata...

- Eppure c'è qualcosa dentro di me che non riesco a ricordare... ma perché? - disse Eva.

Nel frattempo di sotto c'era Carlotta che guardava cose dell'amica, cercando di trovare oggetti da nascondere per non farle scoprire la sua vera identità... anche se sarebbe stata la prima a dirle tutto, da Marco ai loro due figli. La Alberti trovò un diario, lo sfogliò e selezionò una pagina a caso...

<< Amo Marco come se lo conoscessi da una vita... forse è proprio per quello... l'amore è inspiegabile... ma il nostro amore è peggio. >>

Contemporaneamente squillò il cellulare di Eva...

- Pronto? - rispose la Cudicini.
- Alessandra, sono il dottore, volevo sapere come stavi ora che sei a casa. - le disse il medico.
- Bene, dottore, grazie per il pensiero. - continuò la ragazza.
- Tu non disturbi mai... comunque chiamami Emanuele. - la seguì il l'uomo.
- Sarà fatto, Emanuele. - affermò sorridendo la Cudicini.
- Mi fa piacere che stai bene... ora sono al lavoro... poi ti richiamo. - disse il dottore.
- Ciao... - concluse Eva chiudendo la chiamata, quindi notò la foto di una bambina sul suo cellulare.
- Carlotta...? - chiese la Cudicini all'amica.
- Alessandra, dimmi. - annuì la Alberti.
- Chi è questa bambina? - continuò Eva, mostrandole la foto di Marta.
- Questa è una bambina alla quale hai fatto doposcuola. - affermò Carlotta.
- Wow, sono così brava nello studio? - domandò sbalordita la Cudicini.
- Pensa tu! Mi hai fatto copiare ad ogni compito alle superiori... - disse la Alberti.
- Sarà... eppure questa bambina mi dice qualcosa di più... - continuò Eva.
- Ora io vado di sotto a prepararti qualcosa da mangiare. - proseguì Carlotta.
- Grazie, amica. - concluse sorridendo la Cudicini.

Nel frattempo Walter incontrò la madre per consegnarle la macchina...

- Grazie, Walter... - disse Stefania.
- Di nulla, mamma - rispose Walter.
- Non ti ho detto una cosa... - continuò la Ansaldo.
- Cosa? - chiese il giovane Masetti.
- Io sto per partire, per Milano. - affermò la donna.
- Tu a Milano? E che ci vai a fare? - le domandò il ragazzo.
- A rifarmi una vita, Walter, proprio come Ezio ha fatto con la brasiliana. - gli spiegò Stefania.
- Io non sono d'accordo su questa cosa, mamma. - disse Walter.
- Spero che un giorno mi capirai, figlio mio... nessuno ha mai provato il dolore che ho provato io. - predicò la Ansaldo.

La donna guardò un'ultima volta negli occhi il figlio, quindi prese le chiavi, mise in moto la macchina e si allontanò, lasciando Walter in lacrime.

Intanto Mimmo era nella sua camera, intento a pensare a Matilde, quando entrò Alice che gli si avvicinò...

- Senti, Mimmo volevo ringraziarti per prima... per avermi consolato... grazie di cuore... dopo tutto quello che state passando anche voi, so quanto è difficile consolare un'altra persona... - predicò la Cudicini sorridendo, quindi lo elogiò ridendo ed abbracciandolo. - E questo fa capire che tu sei el mejor Cesaroni.
- Non esagerare ora... - puntualizzò il piccolo Cesaroni.
- Posso darti un altro abbraccio?... O lo prendi per vizio? - chiese Alice.
- Essere abbracciato da una donna come te è la cosa più bella che si possa desiderare. - affermò Mimmo, quindi i due fratelli si abbracciarono nuovamente.

Nel frattempo per le strade di Roma...

- Oh, chi non muore se rivede... - disse Annibale ridendo.
- Finalmente ti ho rincontrato. Annibale, sarà strano dirtelo, ma mi sei mancato... e anche tanto... - ammise Sofia.
- Anche tu... - la seguì Annibale.
-Ti capisco, ma Nina come sta? - le chiese il Cesaroni.
- Beh, sempre allo stesso modo, ma almeno è fuori pericolo... - rispose speranzosa la Scaramozzino.
- E con Giulio? - continuò Annibale.
- Non si è fatto sentire... anche se vedo che la va a trovare. - disse Sofia rattristita.
- Non sta passando un bel periodo... non lo sta passando nessuno di noi. - concluse il Cesaroni.
- Già... - asserì la Scaramozzino, quando le squillò il cellulare. - Oh, è Irene... rispondo un attimo...

Mentre Sofia si dedicò alla telefonata, Annibale notò la collana che portava al collo...

- Oddio... è lei?!? - pensò l'uomo, quindi rievocò un ricordo di vent'anni prima.

- Non possiamo stare insieme, siamo entrambi ragazzini... - predicò Annibale.
- Ma perché? - chiese Sofia.
- Senti, io ho pensato ad una cosa... ti ho fatto un regalo... - continuò il Cesaroni.
- In che senso, scusa? - lo seguì la Scaramozzino, mentre lui le mostrò una collana, sorprendendola. - Ma è bellissima...
- Indossala pensandomi, ti prego... e... - predicò Annibale.
- E? - domandò Sofia.
- E se un giorno ci incontreremo e tu indosserai ancora questa collana... allora ci rimetteremo insieme e ci dichiareremo amore eterno. - concluse l'uomo.

- Ecco, ho finito di parlare... è preoccupata per la sorella, sai?... - disse la Scaramozzino.
- Sofia... chi ti ha regalato questa collana? - le chiese il Cesaroni.

La donna, rattristita, gli raccontò la storia...

- Te lo dico perché ormai ci siamo confidati tutto... questa collana mi fu regalata sempre da quel ragazzino che mi spezzò il cuore... - gli spiegò lei.
- E tu lo pensi ancora? - le domandò lui.
- Beh, sì... perché sono vedova, eh... beh, magari lo incontrassi... sarei la donna più felice del mondo... ma io lo immagino già... sposato con i figli... - predicò demoralizzata Sofia.
- Mai dire mai, Sofia... comunque io ora devo andare, parto per Milano con Stefania... - continuò Annibale.
- E non farai più ritorno? - gli chiese la Scaramozzino.
- Solo se sarà necessario... - le rispose il Cesaroni.
- Mi mancherai tanto. - affermò Sofia.
- Anche tu, amica mia. - la ricambiò Annibale, quindi si abbracciarono affettuosamente.

Intanto Marco, nella sua pazzia, andò a casa di Walter e Carlotta per incontrare Eva...

- Marco che ci fai qua?... Lo sai che non posso permettertelo per il suo bene... - gli spiegò la Alberti.
- Prometto di non dirle nulla, ma devo almeno vederla con i miei occhi. - predicò il giovane Cesaroni.
- Ma soffriresti soltanto... - rispose l'amica.
- Carlotta, chi è alla porta? - intervenne la Cudicini, sentendo la conversazione.
- Ciao... Alessandra. - la salutò Marco, varcando la porta di casa senza esitazione.
- Ah, sei Marco... il ragazzo dell'ospedale. - disse Eva.
- Già - annuì il cantautore sorridendo.
- Sono molto amico di Walter e Carlotta... e di te... - continuò il giovane Cesaroni.
- Sai? Avevo una strana sensazione di conoscere anche te da una vita. - gli spiegò la Cudicini sorridendo, quando lui la abbracciò improvvisamente.
- Scusa, è che ci tengo molto a te... siamo amici da una vita - si giustificò Marco.
- Tranquillo, il tuo abbraccio è stato bellissimo. - gli sorrise Eva, quando le squillò il cellulare. - Carlotta, è di nuovo il dottore...
- Risponderemo dopo... ora perché non vai a riposarti un po'? - le propose la Alberti.
- Sarà meglio... - annuì la Cudicini, quindi andò al piano di sopra.
- Ecco, Marco... ora cosa hai risolto? - gli chiese Carlotta rattristita.
- Mi servivano i suoi abbracci, Carlotta... sto di merda. - le rispose il cantautore.
- Tu però, che hai un figlio da Maya... non me l'aspettavo... - predicò la Alberti.
- Carlotta, io... - tentò di giustificarsi il ragazzo.
- No Marco, ascoltami tu, prima l'abbandoni per andare a Londra, poi ritorni perché stava con Alex... e ti arrabbi. Poi la tradisci con Sofia... lei ti perdona e tu la lasci... poi ritorna per perdonarti nuovamente e la sbatti fuori per Maya... e ora ci mancava solo un figlio... - ribatté Carlotta furibonda.
- Lo so, ho fatto molti errori, ma abbiamo sempre superato tutto... supereremo anche questo... ne sono certo. - affermò Marco fiducioso.
- Lo spero per voi, Marco... scusa per prima, non volevo... - continuò l'amica.
-Tranquilla, ti capisco... Eva è tua amica e nessuno vorrebbe il suo male. - la rassicurò il giovane Cesaroni.

I Cesaroni... alcuni anni dopo (COMPLETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora