Capitolo 76 - Quando il troppo stroppia

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Poco dopo in bottiglieria...

- A questo punto non so più che consigliarti, Ezio. - disse Giulio.
- Che amarezza! - esclamò Cesare.
- Lo so io che devo fare... - predicò l'amico.
- Non metterti più in altri casini, Ezio, ne hai già combinate abbastanza... - gli consigliò il signor Cesaroni.
- Per una volta, fidati di me. - gli chiese Ezio.
- Ok ok, ci fidiamo... ma prima dicci che c'hai in mente, sennò da qui non esci. - continuò Cesare.
- Esatto, mio fratello ha ragione. - lo seguì Giulio.
- Allora... non ho nessun piano in mente questa volta, l'unica cosa... venderò la mia vecchia casa. - gli spiegò l'amico.
- Ma non può mai valere € 300.000, Ezio. - disse il signor Cesaroni.
- Non è una buona idea, Ezio. - lo seguì Cesare.
- No, lo so, gli altri cercherò di farmeli prestare... - li rassicurò Ezio.
- E da chi, Ezio?... Non vorrai metterti in mano agli strozzini? - ribatté Giulio.
- Non ho altra scelta... mi dispiace... anzi, 'a Ce', non dirmi niente... però io oggi non ce la faccio a lavorare... scusami, eh. - concluse il signor Masetti, uscendo dalla bottiglieria.
- E no però, c'è molto da fare... - disse Cesare, facendo qualche passo in avanti per fermarlo.
- Lascialo andare, non vedi come sta? Poverino... - lo frenò il fratello, prendendolo per un braccio.
- Poverino? 'A Giu', non ce l'abbiamo detto mica noi di andarsene! Noi abbiamo fatto di tutto... e poi non ti dimenticare che ora Stefania non è più innamorata di Ezio, ma di... - predicò il vecchio Cesaroni.
- ...Annibale! - lo seguì Giulio.

Nel frattempo per le strade di Roma c'era Stefania che passeggiava pensierosa, ma allo stesso tempo rievocava contenta un ricordo...

- Ciù Ciù, dove sei tu? - le chiese Ezio.
- Che ti metti a fare anche le rime ora? - sghignazzò divertita la Ansaldo.
- E perché? Secondo te non posso essere bravo anche a scrivere filastrocche?... - continuò il signor Masetti.
- Tu filastrocche?... Ma se non sai scrivere nemmeno la parola Pasqua. - ironizzò la donna.
- Invece sì, si scrive P-A-S-C-Q-U-A... - affermò l'uomo, facendole lo spelling.
- Ecco, bravo il mio somaro. - si complimentò lei ridendo, quindi finirono per baciarsi.

Quel ricordo le fece scivolare una lacrima lungo il viso, quando qualcuno da dietro le mise le mani davanti agli occhi...

- Chi sono? - chiese la presenza misteriosa.
- E chi sei... se sono bendata, come faccio a vede' chi sei? - sghignazzò divertita Stefania.
- Fai tanto la spiritosa anche tu. - le sorrise Annibale.
- Ciao, amore. - lo accolse compiaciuta la Ansaldo.
- Passeggiamo? - le propose il Cesaroni.
- E andiamo, va. - annuì lei sorridendo, quindi si incamminarono.

Intanto a casa di Walter e Carlotta...

- Pronta per il parto? - domandò Eva all'amica.
- Mamma, così però mi metti ansia, tesoro. - le disse la Alberti.
- Già. - annuì ridendo la Cudicini.
- Ecco, brava, ridi te... - ironizzò il giovane Masetti.
- Andiamo, Walter, sta per nascere tua figlia... e Carlotta, riguardo a te non preoccuparti, l'ansia ti passerà non appena ti metteranno tua figlia sul petto. - li rassicurò Eva.
- Grazie, tesoro. - le sorrise Carlotta. - E il piccolino invece come sta?
- Cresce, cresce. - disse entusiasta la Cudicini.
- E la Principessa, invece? - continuò Walter.
- È una testarda come il papà. - sghignazzò divertita Eva.
- Beh, come mai Marco non è venuto? - le chiese l'amico.
- Eh, perché sta lavorando. - gli spiegò la Cudicini.
- Ah, e che lavoro fa? - la seguì il giovane Masetti.
- Un lavoro che tra un po' farai anche tu. - affermò Eva.
- Cioè? - domandò sorpreso Walter.
- Il babysitter. - gli dissero in coro le due donne, ridendo.
- Ah... beh, io ora devo andare che mi sta squillando il cellulare... - continuò il ragazzo, uscendo dalla stanza e lasciandole intente a ridere.

I Cesaroni... alcuni anni dopo (COMPLETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora