Capitolo 66 - Di cugini in cugini

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Intanto a casa Cesaroni, nella camera dei ragazzi...

- Mimmo, è da un po' che ti vedo strano... tutto bene? Non me devi di' niente? - gli domandò Rudi.
- Beh... qualche pensiero per la testa ce l'ho... ho paura che non soddisfo Clara... la mia ragazza. - ammise Mimmo.
- Ma no, Mimmo... sei un ragazzo d'oro... perché non dovresti? - continuò il fratello.
- Non so... insomma, ricordi con Irene? - disse il piccolo Cesaroni.
- Lascia stare quell'esempio ora! - ribatté Rudi.
- Sarà meglio. - sghignazzò Mimmo.
- Te l'ho detto che un giorno ci avremmo riso sopra. - gli ricordò il fratello.
- Vabbè, comunque io ora vado che ho un appuntamento con Clara. - proseguì il piccolo Cesaroni.
- Ok, vai... e sii te stesso, che andrà sempre bene. - lo incoraggiò Rudi.
- Grazie, fratellone. - concluse compiaciuto Mimmo.

Dopo un po', in bottiglieria, Ezio e Giulio rimasero da soli...

- Ecco perché non me ne hai mai parlato de 'sto Annibale... perché ha avuto una relazione con Stefania... e io come al solito sono lo stronzo che non ha capito niente... - disse il signor Masetti.
- Ma Ezio, non potevi sapere.... e poi tra Annibale e Stefania c'è stata solo tanta amicizia. - gli spiegò l'oste.
- E io dovevo saperlo, caro amico! Dovevo saperlo. - ribatté lui.
- E come, se stavi in Brasile? 'A Ezio! - lo rimproverò Giulio.
- Vabbè, me ne vado. - concluse Ezio, alzandosi.
- 'ndo vai, Ezio?... - lo frenò l'amico, trattenendolo per un braccio. - Sono d'accordo con te! Per carità... hai ragione... però Annibale non farà una cosa del genere... ci tiene tanto a Stefania... ma non come pensi tu... e poi, anche se fosse, sono le donne che hanno diritto di scegliere...
- E questo che me preoccupa, caro mio... Stefania, ma l'hai vista come lo guardava?... Che c'hai? I prosciutti davanti agli occhi? - gli rispose il signor Masetti.
- Ezio, tu non puoi sapere quanto ha sofferto Stefania... tantissimo... non te lo puoi immagina'. - predicò Giulio.
- 'A Giulio, ho capito, però ho pure io il diritto di scegliere, o no? - continuò l'amico.
- Che devi sceglie'? 'A Ezio... stavolta non c'hai diritto de niente! Me dispiace ma è così, Ezio. - ribatté il signor Cesaroni.
- Senti, 'a Giu', ma statte zitto e famme 'na birretta, va... - concluse furibondo Ezio.

Intanto nel locale entrò Annibale...

- Ciao Giulio, Ezio. - li salutò sorridente l'uomo.
- Ciao Annibale, vedo che sei molto amico allora de Stefania. - gli disse il signor Masetti.
- Ezio... diciamo che non è stata semplice quando te ne sei andato.... insomma, Stefania, poverina, era sola come un cane. - gli spiegò il Cesaroni.
- Io avrò pure sbagliato, però... - si giustificò Ezio.
- Sì, lo so che vuoi dire, Ezio! Però le donne non si usano! Le donne si amano... si rispettano! - predicò Annibale.
- E che ne puoi sapere tu, dato che fino a poco tempo fa non conoscevi neanche il corpo della donna? - lo punzecchiò il signor Masetti.
- Che vuoi di'? - gli chiese il quarto fratello.
- Che eri un gay! - puntualizzò Ezio.
- Ora basta. - disse infuriato Annibale, alzandosi ed andando via dalla bottiglieria.

- Aspetta, Annibale, ma 'ndo vai ora?... - lo richiamò Giulio.
- Mmh... - mormorò l'amico.
- Senti, Ezio... da quando sei tornato, ti ho perdonato... insomma, siamo amici quasi come prima... perché comunque non mi fido più di te come una volta... - predicò il signor Cesaroni.
- Che vuoi dire, Giulio? - gli chiese Ezio.
- Voglio dire che devi lasciare stare Annibale... Ezio, è mio fratello! E ci tengo molto... non è colpa mia né sua né di Stefania né di nessun altro... se te ne sei andato! Ok?... Ora, se non te dispiace, ritorno a lavoro. - disse fermamente Giulio.

Nel frattempo, per le vie di Roma...

- Finalmente un po' di tempo insieme... - predicò Emilio.
- Devo dire che mi sono mancate queste giornate... sai? In questi giorni siamo stati un po' distaccati. - gli rispose Matilde.
- Sei sempre nel mio cuore, amore mio. - le si dichiarò il ragazzo.
- Dai, non ti preoccupare, adesso è tutto passato. - lo rassicurò lei.
- Ora però, se non ti dispiace, devo tornare a casa. - continuò lui, sorridendole.
- Di già, amore? - gli chiese Matilde.
- Purtroppo, tesoro... mio padre mi aspetta. - annuì Emilio.
- Va bene, vai... - concluse la ragazza, quindi si baciarono.

Matilde cominciò a camminare, pensando a tutto ciò che le sarebbe piaciuto... si fermò ad osservare un bar, a ricordare qualcosa che forse proprio non voleva ricordare... ma dimenticare... e capì che per dimenticare, doveva affrontare il problema... così entrò nel locale ed acquistò uno snack, si sedette ad un tavolino per consumarlo e pensò... pensò intensamente... ma proprio non riusciva a dimenticare... così si alzò e ricominciò a camminare, camminare e percorrere ancora quelle strade soleggiate ed illuminate dai colori primaverili. A Matilde piaceva tanto quel luogo, ma esso cominciava a non essere più a lei così gradito, perché in quel momento vide la sua migliore amica baciarsi con suo cugino Mimmo...

- Matilde, amica mia. - esultò Clara, correndo ad abbracciarla. - Ti trovo bene.
- Sono passati solo due giorni, Clara... - le disse Matilde.
- Beh, dato che stiamo insieme, perché non andiamo a farci un giro?... - propose Mimmo.
- No, grazie, stavo per andare a casa. - concluse la cugina.

Dopo un po' di tempo, a casa Cesaroni...

- Non ci devo pensare! Non più! Ora basta! Sparisci dalla mia mente! - predicò Matilde.
- A cosa non devi pensare? - le chiese Eva, che aveva sentito le sue parole.
- Eh, no no, niente... ah, non distrarmi dallo studio... - le rispose la ragazza.
- Matilde... dai, come si chiama? - insistette la Cudicini.
- Ma come faccio, Eva?... Ora sto già con Emilio e ho tanta paura di ferirlo... e ho anche paura di dire di chi si tratta. - le spiegò la cugina.
- Facciamo così... dimmi dei punti ed io indovinerò. - le propose Eva.
- È sensibile e tenero... - le disse Matilde.
- E chi è? Il mio? - sghignazzò la Cudicini.
- No, dai... - continuò la cugina.
- Dai, vai, avanti... - la incitò Eva.
- È emotivo... ma a volte è egoista... e secondo me è anche un po' un amore impossibile. - proseguì Matilde.

- Oh, cavolo... ma questo è uguale a Marco... ma chi è? Oddio, ho capito bene chi è! - pensò la Cudicini, quindi le domandò. - Matilde.... da quanto tempo sei innamorata di Mimmo?
- Da sempre... - le rispose in lacrime la ragazza.

I Cesaroni... alcuni anni dopo (COMPLETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora