Capitolo 7 - Nostalgia di casa

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Stefania era appena giunta in bottiglieria...

- Stefa'... - la salutò Giulio, vedendola entrare.
- È difficile Giulio... non posso incontrarlo tutti i giorni... non ce la faccio... mi viene da svenire appena me lo trovo davanti... - disse abbattuta, ricevendo un confortante abbraccio e scoppiando in lacrime. - Uno stronzo!
- Non piangere... tu sei forte... forte come una roccia... - la rassicurò lui.
- Lucia è fortunata ad avere un uomo come te al suo fianco... - predicò Stefania.
- Anche io ho fatto i miei errori, Stefania... e tu ne sai qualcosa... - le disse Giulio, facendola riflettere. - Te voglio bene, Stefa'.
- Giulio.... Cesare, me riferisco anche a te... voi siete stati sempre forti, amici... il trio della scuola... e non voglio che questa cosa finisca per colpa mia... voi sarete sempre miei amici, anche se siete amici con lui. - si rivolse lei a Giulio e Cesare, rievocando il passato.
- Stefa', non lo dire neanche per scherzo... ha tradito anche noi... noi ti proteggiamo... e tu sei libera di fare ogni scelta... - concluse Giulio, rassicurandola.

Intanto nel pomeriggio, nei vari negozi di vestiti cerimoniali...

- Beh, signorina, niente male! Questo vestito ti dona... e voi cosa ne pensate? - chiese il negoziante a Lucia e Gabriella.
- Beh, devo dire che, dopo gli ultimi trentacinque che abbiamo provato, credo proprio che questo sia il perfetto... - dedusse Lucia.
- Che bei tempi... ricordo il mio quando ho sposato il povero gianfilippo. - predicò Gabriella.
- Mamma, potresti farmi un piacere? Fammi una foto col mio cellulare e mandala ad Eva... voglio vedere cosa ne pensa lei... - chiese Alice.
- D'accordo! - disse Lucia, scattando una foto con il cellulare di Alice che prontamente la mandò ad Eva.
- Grazie, mamma... - continuò Alice, componendo poi il numero della sorella. - Oi, ciao Eva, sai? Sono in giro a vedere vestiti con nonna e mamma...
- Ali, ti dispiace se ci sentiamo più tardi? Ho molto da fare... - le si rivolse Eva, scusandosi.
- Tranquilla... va bene... a dopo allora.... - la rassicurò Alice, chiudendo la chiamata, quindi riferendo malinconicamente alle due nonne. - È impegnata ora...
- Dai, non preoccuparti... tua sorella ti è vicina col cuore... - la confortò Gabriella.
- Nonna... a proposito di Eva... sai? Ti ho sentita questa mattina. - le disse Alice.
- Credo di doverti delle scuse... - le rispose rammaricata lei.
- No, nonna... ti capisco... - la tranquillizzò Alice.
- Davvero? - continuò Gabriella.
- Sì... ma non devi dubitare di Rudi... lui è un brav'uomo e non mi ha mai fatto soffrire... solo perché tra Eva e Marco non ha funzionato... ciò non vuol dire che lo stesso capiterà a noi... noi ci amiamo, nonna... - predicò Alice mentre sua nonna si commosse, abbracciandola affettuosamente.

Intanto a New York...

- Non sopporto più il fatto di trascurare la mia famiglia... - disse Eva.
- Credi che dovremmo tornare?... - le chiese Marco.
- Credo di sì... ma come? Ci riempiranno di domande... e non solo... come la prenderanno tutti? - continuò lei, immaginando le possibili vicende future.
- Magari lo capiranno basandosi sul discorso che l'amore supera ogni ostacolo... - predicò Marco.
- Io penso a Giulio e mamma... penso a come ci guarderanno... - lo seguì lei.
- Ma non è la cosa giusta quella di riunire la famiglia? - le chiese lui.
- Sì... ma tutti pensano che tu stia ancora con Maya... mentre io, per quanto ne sanno, vivo a Parigi con Marta... e dopo tutti questi anni, gli abbiamo nascosto la verità... - disse Eva.

- Troveremo una soluzione

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- Troveremo una soluzione... questa faccenda mi ha un po' stancato... - ammise Marco.

Nel frattempo a casa Cesaroni, nella camera di Mimmo e Rudi...

- Oi, che fai?... - chiese Mimmo, trovando il fratello al computer.
- Cerco casa... per me e Alice... - gli rispose Rudi, navigando su Internet.
- Mi abbandoni anche tu? - soggiunse il fratello, demoralizzato.
- Non ti abbandonerò mai... sarai sempre il mio nano preferito. - lo rassicurò lui, quindi si osservarono reciprocamente e sorrisero.

Giunta la sera, Cesare chiuse la bottiglieria e si scontrò con Ezio...

- Ah... sei te... pensavo che eri un ladro, spilungone. - disse Cesare, pronto per aggredirlo.
- Quanto me mancano i tuoi insulti. - gli rispose Ezio, sorridendo ai ricordi.
- Forse in questi giorni ho un po' esagerato con le parole... - ammise il vecchio Cesaroni, scusandosi.
- Mi dispiace di avervi ferito, amico mio... mi pento davvero. - si scusò il meccanico.
- Te perdòno! - lo rassicurò Cesare, dandogli una pacca sulla spalla.
- Davvero? - continuò perplesso Ezio.
- Sì... ma non dirlo a Giulio... - disse lui.
- Te voglio bene, Ce'. - gli si rivolse l'amico, esprimendogli il proprio affetto.
- Stefania è ancora lì... vacce a parla'. - gli consigliò Cesare, quindi si abbracciarono piangendo, rievocando i vecchi tempi.

Dopo essersi salutati, Cesare andò a casa...

- Per quanto tempo ancora vuoi trattarme così? A Ce'. Come potevo dirti da un momento all'altro che non c'era più nessun nipote... eri preso dalla gioia e non volevo farti soffrire... ma ti ho fatto soffrire lo stessi alla fine... quindi ho capito che mentire non serve a niente... anzi peggiora solo le cose, pensa un po'... - si sfogò Pamela.
- Ok... - le rispose lui.
- Me dici solo questo... ok!? - continuò lei, delusa.
- Non ho altro da dirti!!! - affermò Cesare.
- E dimme, a Ce', una volta per tutte, dai... - lo richiamò lei, stanca per quella situazione.
- Sono tre le cose: La prima è che... racconti molte balle; la seconda... è che ti amo; e la terza... è che non potrei mai vivere senza di te... - predicò lui, facendo sorridere la moglie.

I due si baciarono appassionatamente, mentre Matilde li osservò senza farsi vedere, contenta che si fossero riappacificati.

<<Ciao Mimmo, ti va di uscire insieme domani sera? Come ai vecchi tempi.>> - era quanto recitava il messaggio che lei mandò a Mimmo, una volta giunta nella propria camera.

Nel frattempo, in casa Cesaroni...

- Chi è? Ragazza vero? - chiese Rudi a Mimmo.
- Eh sì. - gli rispose questi, sorridendo.
- Si può sapere chi è? - continuò Rudi, incuriosito.
- Tra qualche giorno, forse... - ribatté lui, ridendo.

Intanto Ezio stava per entrare in libreria, ma sentì Stefania parlare al telefono...

- Sì sì, va bene per sabato sera? Sì sì, alle 20, sicurissima... sì, magari in un bel ristorante, poi ci mettiamo d’accordo... a presto caro. - predicò lei.
- Caro? Appuntamento? Sabato sera? - chiese il meccanico, appena sopraggiunto.
- Ciao, Ezio... sì... sto prendendo appuntamento con... - disse lei, venendo, interrotta.
- Con? - continuò lui, insistendo.
- Con un altro uomo - concluse lei.

I Cesaroni... alcuni anni dopo (COMPLETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora