Capitolo 82 - La resa dei conti

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Il crepuscolo avvolse con le sue ombre tutta la città. Quella sera, a casa Cesaroni, si era riunita tutta la famiglia, dal primo all'ultimo membro, da Lucia a Sofia, fino ad arrivare ad Ezio e a Stefania; non mancava proprio nessuno.
Nel salotto si respirava aria elettrica, gli sguardi dei presenti andavano a destra e a sinistra stravolti, consapevoli del fatto che c'era qualcosa che non andava. Lucia si stropicciava la manica della maglietta con nervosismo, mentre attendeva con ansia che qualcuno dicesse qualcosa, e le sarebbe andata bene qualsiasi cosa pur di far finire quel silenzio che le logorava l'anima e il vestiario.

D'un tratto, finalmente, Giulio e Sofia si alzarono dal tavolo con facce serie, abbastanza da far preoccupare ancor di più i familiari...

- Questa è l'unica occasione... e non vorremmo perderla... - attaccò Sofia.
- Lo so. C'è una cosa che vi abbiamo nascosto per molto tempo, in buona fede, ovviamente. E adesso però dovremmo, anzi dobbiamo dirvela. - continuò Giulio.
- Vi prego di perdonarci per non avervelo mai detto prima. - mise le mani avanti la donna.
- Sì, però dicce de che se tratta. - disse Ezio.
- Eh, infatti: ce stai a fa' preoccupa'. - confermò Cesare.
- Eh, sì, Giulio bello... poveretto, poi. - mugolò Pamela.
- Vai, fratello... - fece Annibale.

Giulio guardò negli occhi Sofia e poi spostò lo sguardo su Lucia, avvilito...

- La verità è che... - azzardò Sofia.
- Nina è nostra figlia! - proseguì Giulio.
- Ho nascosto questo segreto per molti anni... proprio perché non volevo rovinare la vita di Giulio. - spiegò la donna.
- Ma poi l'ho capito da solo... - disse l'altro.

- E l'hai capito alle mie spalle!? Tradendomi dopotutto... - urlò Lucia infuriata, alzandosi di scatto dalla tavolata.
- No, Lucia che dici... io non ti ho mai tradita... - disse Giulio.
- Ah, no, questa come l'ha messa incinta lo Spirito Santo?!? - accusò l'innamorata offesa.
- A parte che te non c'eri ancora... ma c'era Marta. - precisò l'uomo.
- Quindi tu hai tradito... - mugolò Rudi, ma senza finire la frase.
- Mamma?!? - concluse Mimmo.
- Ragazzi, è stato un errore di anni fa... ma io e vostra madre ci volevamo bene. - cercò di scusarsi il padre con i figli, che, indignati nel profondo dell'anima, si alzarono e andarono a rimpittarsi nella loro stanza.

- Non ho parole Giulio... Cosa ci faccio con un uomo come te ora? Che ce faccio?!? - esclamò Lucia, sapendo già dentro di sé la risposta.
- Lucia, Giulio ti ama. - soggiunse Sofia, provando a sminuire il misfatto.
- Tu stai zitta... devi stare zitta! - la fece ammutolire l'altra donna, ormai su tutte le furie.

Rudi e Mimmo erano sigillati in camera loro. Mimmo era sul punto di scoppiare a piangere, ma non voleva abbandonarsi a quello stato di debolezza davanti agli occhi del fratello, quindi scappò nel bagno a sfogarsi. Aprì la porta, corse verso il WC, abbassò il copriwater e ci si sedette sopra; poi agguantò la carta igienica e ne strappò qualche foglio per asciugarsi le lacrime che gli avevano preso a grondare dagli occhi rossi, iniettati di sangue. Rudi, invece, era rimasto da solo, disteso sul letto con le mani sulla pancia a pensare agli ultimi respiri di sua madre. Ogni particolare del ricordo aizzava la tristezza, come ogni granello di sale aggiunto contribuisce a rovinare un piatto già troppo salato di suo. I dettagli erano parte integrante di quel viaggio nel tempo in cui nulla si poteva cambiare, neanche il colore delle lenzuola dell'ospedale, dove la mamma morente diceva: - So che tu sarai quello che soffrirà di più, ma so anche che sei il più forte e che, quindi, ce la farai. Sei un bambino vispo, con un cuore d'oro che in pochi hanno la fortuna di avere. Non aver paura, figlio mio: io sarò con te, anche se tu non potrai più vedermi, stagione dopo stagione, anno dopo anno, per sempre... perché io ho una fine, ma l'amore che ho per te non morirà con me. Non ricordarmi così come mi vedi adesso, ma porta con te il ricordo di tutti i bei momenti che abbiamo passato assieme. Abbi coraggio: io ho fede in ciò che sei. -
E il Rudi bambino piangeva e rispondeva: - Mamma, io non voglio che tu mi lasci: ti voglio bene! -
- Anche la mamma ti vuole bene, ti vuole un bene dell'anima, ma non può e non deve portarti con sé. - La donna si spegneva lentamente, tra le mani di suo figlio che la abbracciava, come se stringerla a sé avesse potuto impedirle di andarsene via da quel mondo.

I vestiti caddero ai piedi di Mimmo come se fossero stati un peso tremendo...
- Perché hai tradito mia madre? - pensava, mentre entrava nella doccia, pronto a ricevere un getto d'acqua calda sulla pelle, che si sarebbe confuso con le sue lacrime.

I Cesaroni... alcuni anni dopo (COMPLETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora