Capitolo 45 - Si torna in scena

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Qualche tempo dopo, mentre Stefania continuava a svolgere la sua professione di preside a scuola, venne interrotta da una visita inaspettata del figlio...

- Ciao, ma. - la salutò Walter, appena entrato in ufficio.
- Oi, ciao bello, dimme, come mai qui? - lo accolse affettuosamente la donna.
- Girano voci che tu e papà state litigando per la vecchia autofficina. - le spiegò il ragazzo.
- Sì, purtroppo... anche se ci siamo lasciati, continua a tormentarmi, Walter... - annuì la Ansaldo.
- Se vuoi ci parlo io... - le disse lui.
- Tanto è inutile? tesoro... è un testardo, non ci fai niente. - continuò la madre.
- Prometto che ci provo. - le sorrise Walter, mentre lei lo abbracciò. - Ma a te manca un po' papà, mamma?
- Io, Walter... non so più che devo fare... se ritorno quella di un tempo, rischio di farmi spaccare il cuore per la seconda volta... e quando me l'ha spaccato la prima volta, ci è voluto tanto per ricostruirlo, e non so nemmeno se si è rigenerato del tutto... e se continuo così, beh, credo che probabilmente una vita se la rifarà... - predicò malinconicamente Stefania.
- Ma è vero che stai con un altro che si chiama Alessandro? - le chiese il ragazzo.
- Cammina, va! - gli rispose la donna, guardandolo per poi fargli l'occhiolino.

Dopo un po' Walter si recò anche in bottiglieria da Ezio...

- Ciao, pà. - lo salutò il giovane Masetti.
- Ciao, Walteri', dimme. - lo accolse il padre.
- Sono qui per parlare della mamma... - gli spiegò Walter.
- Ah... cosa? - continuò Ezio.
- Papà, tu sbagli strategia... devi farti vedere che sei cambiato... non devi essere sempre lo stesso di sempre... o meglio sì, devi esserlo, ma migliorato... adesso tu sai che fai? Prendi il cellulare e ti dai un appuntamento con la mamma per parlare da soli... e senza litigare... come due persone adulte. - gli consigliò il ragazzo.
- Che dite voi? - domandò il signor Masetti, rivolgendosi ai due amici.
- Che c'ha ragione. - affermò Giulio.
- C'ha ragione, sì! - concordò Cesare.
- Allora la chiamo... - continuò il meccanico, prendendo in mano il cellulare.
- E chiama... - lo incitò il vecchio Cesaroni.

Ezio compose il numero di Stefania...

- Pronto, Stefania? Devo parlarti urgentemente... facciamo al bar dell'altra volta, va bene? Ciao. - disse il signor Masetti, quindi chiuse la chiamata.
- Dai, pà, vai! - lo smosse Walter.

Ezio si diresse al bar, dopo un po' di tempo arrivò anche Stefania...

- Ciao Stefania, dai, siediti. - la accolse il signor Masetti.
- Eh grazie, Ezio... allora, perché siamo qui? - continuò la Ansaldo.
- Sono qui, ma senza litigare... parliamo come due persone civili. - puntualizzò l'uomo.
- Ti è sempre stato bene il celeste. - gli sorrise la donna, osservando il suo abbigliamento.
- Grazie. - le disse lui, sorridendo a sua volta.
- Come stanno andando le cose, allora? - gli domandò lei.
- Eh alla grande, in questi giorni ho finito dei documenti e ho già due persone interessate all'autofficina. - affermò Ezio, soddisfatto.
- Ah, quindi sarai indaffarato, non possiamo stare molto allora... - dedusse Stefania.
- No, no! Cioè, sì, c'ho un appuntamento con quello dei documenti, ma non preoccuparti. - le spiegò il meccanico.
- Se posso, vorrei sapere anche io delle pratiche dell'autofficina, come è giusto che sia, Ezio... - soggiunse lei.
- E va bene, che problema c'è... - annuì lui.
- Poi, Ezio, ci sono delle cose di cui dobbiamo discutere... tipo che anche io voglio la mia parte. - aggiunge la Ansaldo.
- Sì, ci penserò. - la rassicurò il signor Masetti.
- Ecco, pensaci bene... altrimenti anche io penserò a contattare un avvocato... ora, se non ti dispiace, torno a scuola che c'è molto lavoro da fare... tu torna anche in bottiglieria. - concluse Stefania.

I Cesaroni... alcuni anni dopo (COMPLETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora