Capitolo 22 - Il nuovo Ezio

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Qualche tempo dopo, una nuova giornata scolastica era iniziata e Mimmo era già in giro tra i corridoi, lì dove incontrò Emilio...

- Oi, ciao, Mimmo. - lo salutò il ragazzo.
- Ciao, Emilio, grazie per l'altro giorno... - gli disse il piccolo Cesaroni.
- E de che, Mimmo?... Gli amici servono a questo! - lo rassicurò lui.
- Hai ragione. - gli sorrise Mimmo, quindi, non vedendo la cugina, gli domandò. - Ma Matilde?
- Non è ancora arrivata, a momenti arriverà... - lo rassicurò il ragazzo.
- Ok, certo... compitino facile, no? - disse il piccolo Cesaroni.
- Compito?!? - esclamò sbigottito l'amico.
- Già. - annuì Mimmo.
- Aaah, quel compito... beh, dai, è un gioco da ragazzi. - continuò Emilio, tirando un sospiro di sollievo.
- Come se avessi la minima voglia di farlo! - sbuffò il piccolo Cesaroni.
- Oi, tranquillo, Mimmo. Ti aiuteremo noi... non è così difficile scrivere una poesia e fare un balletto sul palco della scuola. - lo rassicurò l'amico.
- Come fai ad essere così positivo? - gli chiese Mimmo.
- Non ho avuto un'infanzia facile... nella mia vita era tutto un casino... però col tempo ho capito che le cose più le prendi col panico e più non andrai avanti, amico! So che puoi farcela. - lo incoraggiò il compagno di classe.
- Grazie, Emilio, davvero, non sapevo che avessi vissuto tra queste sofferenze. - disse il piccolo Cesaroni, confortando l'amico.
- Tranquillo. - gli sorrise lui.
- Dici che mi preoccupo troppo a salire sul palco, di fronte all'intera scuola e a cantare, ballare e recitare poesie... - predicò Mimmo.
- Esagerato!... - esclamò Matilde, appena arrivata.
- Oi, ciao. - la salutò il cugino.
- Dove sta il problema, Mimmo? Scrivere è così bello... e poi basta trovare il vestito giusto ed esercitarsi davanti allo specchio! - lo incoraggiò la ragazza.
- Beh, facile per te... sei 'na donna! - mormorò l'amico.
- Fidati, Emilio, anche per gli uomini serve. Ora devo andare a fare una cosa, ci vediamo dopo in classe. - lo rassicurò Matilde, quindi si allontanò, lasciandoli soli.
- Dove trovarla una ragazza più bella? - predicò Emilio, ammirando l'amica.
- Ti piace? - gli chiese Mimmo, osservando Matilde.
- Come fa a non piacermi quel dono della natura? - annuì lui.
- Beh, non ti dò torto... è davvero una bella ragazza. - concordò il piccolo Cesaroni, rievocando un ricordo risalente alla quinta elementare.

Era nella camera da letto dei suoi genitori...

- Che c'è tesoro? Perché stai così? - chiese Lucia al piccolo figliastro, vedendolo giù di morale.
- Devo fare una recita in classe... ma mi hanno dato una parte di una donna! - le spiegò lui, abbattuto.

- Oi, Mimmo, tutto bene? - gli chiese l'amico, vedendolo immerso nei pensieri.
- Io non so se ce la faccio, Emilio! - gli confidò il piccolo Cesaroni.
- Sei un testardone forte, allora... - gli disse Emilio, volendolo spronare.
- Dai, andiamo in classe. - concluse Mimmo, quindi si diressero in aula.

Nel frattempo, in bottiglieria...

- Buongiorno, Cesare... tranquillo, ho pagato tutto. - lo rassicurò il fratello.
- Ecco, bravo. - annuì soddisfatto il vecchio Cesaroni.
- Famme 'na birretta, Giulio. - soggiunse Ezio.
- Ma tu non dovevi anna' a lavora' di nuovo alla tua autofficina? - chiese Cesare all'amico.
- E sì, con calma... devo salutare i miei amici. - disse il meccanico.
- Tieni, ecco... poi vai a lavora'. - gli ripeté il vecchio Cesaroni, porgendogli un boccale di birra.
- Mmh, solita vita romana, con i miei amici, la mia vecchia birra, l'autofficina... ma come ho fatto a lascia' un posto così bello? Io proprio non lo so! - predicò rammaricato il meccanico.
- Con Stefania? Ci hai parlato più? - gli domandò Giulio.
- Sì, Giulio... lei ama un altro, e pian piano me sta dimenticando... - annuì malinconicamente il signor Masetti.
- E tu ne sei sicuro? - continuò l'amico.
- Per quel che mi ha detto, e per quel che ho visto... me sembra proprio de sì... io la amo ancora tanto, Giulio. - gli disse Ezio.
- Eh allora, se la ami, falle vedere che un po' sei cambiato, no? - gli consigliò il vecchio Cesaroni.
- Che vuoi dire adesso? - gli domandò il meccanico.
- Ezio, non buttare qui le tue giornate a sorseggiare birrette e a leggere giornali... lavora, sorprendila, datti da fare per riconquistarla... - lo incitò Cesare.
- Te pare facile, Cesare. - sospirò il signor Masetti.
- Non sarà facile, Ezio, però almeno provaci. - ammise Giulio.
- Quindi voi dite che io me devo comportare normalmente, come se non fosse successo nulla? - chiese Ezio ai due amici.
- Esatto! Osserva poi la sua reazione e da questa capiremo come procedere... - predicò il signor Cesaroni.
- Ma se c'è un altro uomo de mezzo, come posso fare? - continuò il meccanico.
- Ma Stefania, se davvero te ama, lo mollerà a quello, perché il vero uomo per lei sei tu... - lo rassicurò Giulio.
- Eh, magari, Giulio caro... ma stavolta l'ho fatta grossa! - si dannò il signor Masetti.
- Sì, ma Stefania ti ha sempre amato... quindi se lei riuscirà a togliersi questo nodo dalla gola, forse qualche altra possibilità potresti averla. - predicò Giulio.
- Grazie, amici. - concluse Ezio, sorridendo ai due fratelli Cesaroni.

I Cesaroni... alcuni anni dopo (COMPLETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora