Capitolo 16 - Quel francese chiamato Jean

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In casa Cesaroni regnava la curiosità, Lucia era già pronta ad ascoltare la figlia che a breve le avrebbe detto tutta la verità, passo passo, riguardo a quel ragazzo francese rimasto per troppo tempo celato nell'ignoto...

- Eravamo a Parigi... io continuavo la mia carriera... - disse Eva alla madre.
- E Marco? - le chiese la Liguori, fremente di ascoltare la storia.
- Mentre Marco non riusciva a vendere un cd neanche in un localino per quei vecchietti che non hanno un bel niente da fare tutto il giorno... - predicò la Cudicini.
- Ok, ci sono fin qui, Eva... ma non capisco... cosa c'entra tutto ciò? - continuò Lucia.
- Mamma, come potevo lasciare che Marco cadesse in rovina? E così ho scelto di creare un finto tradimento... e proprio con Jean che si era trovato lì per caso nel nostro appartamento... - le spiegò la figlia, quindi rievocò un ricordo.

- Sta per entrare... ti prego, baciami Jean! - lo supplicò la ragazza.
- Cosa?!? Ma sei fuori di testa, Eva! - la frenò il francese.
- Jean, ti prego, fallo e basta... - ribatté la Cudicini, mentre Marco stava per entrare.
- No, mi di spiac... - disse fermamente l'uomo, quando Eva lo tirò a sé e lo baciò con finta passione.
- Eva?!? - esclamò deluso il cantautore, appena sopraggiunto.
- Marco... mi dispiace... ma io non ti amo più, volevo dirtelo in un altro modo ma non ci sono mai riuscita... - si giustificò la ragazza.
- Mi fai schifo... - la disprezzò sdegnato il giovane Cesaroni, quindi uscì di casa.
- Marco, aspetta! - lo richiamò Jean, cercando di fermarlo.
- Jean, ti prego... non dirlo. - lo frenò Eva, prendendolo per un braccio.
- Tu sei pazza... - la accusò furibondo il francese.
- Di lui... - precisò lei.
- Se davvero lo sei... perché ti stai comportando in questo modo, Eva? Tu non sei così... ti conosco da un bel po'... tu sei una ragazza speciale... - la rimproverò questi.
- Lo so, Jean... ma io lo amo... e voglio il meglio per lui... anche lui lo ha fatto con me... - gli spiegò la Cudicini.
- Eva... quello che hai fatto non è la cosa giusta... per l'amore si combatte... se ne parla... si affrontano insieme le proprie situazioni... - predicò l'uomo.
- Sì, e così tutti vissero felici e contenti... Jean, le fiabe non esistono. - ironizzò lei.
- Non la pensavi così... - disse lui.
- Scusami, Jean, ma non ho voglia di parlare di questo... anzi, ecco, ti offro questi. - continuò la ragazza, prendendo dei soldi.
- No, Eva... non li voglio... io ti aiuto perché sei mia amica... proprio per questo vorrei aiutarti. - li rifiutò l'uomo.
- Jean... se davvero vuoi aiutarmi, non dire niente... ti prego, fallo per me se sei mio amico. - lo supplìcò la Cudicini.
- Non lo farò, Eva... ma ricordati che non sono d'accordo... e che potrai soffrirne davvero tanto... e tu non lo meriti Eva... sei una donna speciale... - la rassicurò il francese, tentando di farla ragionare.
- Mi dispiace, Jean... ma non ho altra scelta... grazie di tutto. - concluse la ragazza.

- Eva... io c'ero quando lui è tornato da Parigi... era distrutto, Eva... il suo cuore era franato... Eva, hai sbagliato a comportarti così. - la rimproverò la madre.
- Lo so... ma ora è tutto finito, siamo di nuovo felicemente insieme. - la rassicurò la Cudicini.
- E dopo che ha scoperto questo finto tradimento... vi siete rivisti un'altra volta? Oppure da quel giorno non lo hai visto più? - continuò Lucia.
- Beh... sì, è venuto a salutare sua figlia e poi qualche volta anche telefonicamente... - annuì la ragazza, rievocando un altro ricordo.

- Che c'è, amore? Perché piangi? Hai fame, cucciola? - chiese Eva alla figlia, quando suonarono al campanello. - Vado ad aprire e ti prometto che poi ti cucino qualcosa.

Eva aprì la porta e si trovò davanti Marco...

- No! Non dire niente, me ne vado subito... sono qui per prendere le mie cose e me ne vado... ovviamente saluto la mia bambina. - disse il cantautore.
- Marco... io... - tentò di parlargli la ragazza.
- Non c'è alcun bisogno di dire niente... hai fatto la tua scelta. - la frenò lui, mentre disse tra sé e sé - Ma perché mi lasci andare così?
- Va pure. - annuì lei.

Marco prese le proprie cose...

- Marco... - lo richiamò Eva.
- Eh? - si voltò lui.
- Stavi dimenticando i tuoi spartiti... - gli disse, porgendogli un blocchetto di appunti.
- Quelli li puoi stracciare e buttarli nel caminetto... almeno riscalderanno te e nostra figlia... e quando lo farai, ricordati di me... - predicò il ragazzo.
- Marco, tu vali... - gli disse malinconicamente.
- Ed è per questo che allora mi hai tradito? - le chiese furibondo.
- No, Marco... - gli rispose, abbassando lo sguardo.
- Ciao, Eva... - continuò lui, salutando poi la figlia con tanto amore.
- Sii sempre te stesso, Marco. - gli raccomandò la Cudicini.

Il giovane Cesaroni accarezzò la guancia della sua donna e la baciò con passione...

- E poi... - proseguì Eva, rievocando ancora un ricordo.

Eva era nel suo appartamento e ripensava a ciò che aveva fatto molto tempo prima...

- Che faccio? Chiamo o non chiamo? - pensò la ragazza, quando improvvisamente squillò il cellulare. - È lui! Che faccio ora?... Ho deciso... dirò la verità!

Eva rispose al cellulare...

- Ciao Eva, come sta Marta? - le chiese il cantautore.
- Tutto bene, Marco, sta bene, è all'asilo... Marco, devo dirti una cosa importante. - gli disse la Cudicini.
- Eva, sì... anche io! Volevo dirti che ho voglia di rivedere Marta e... - predicò il ragazzo.
- Lo sapevo... mi ama ancora. - pensò sorridente lei.
- ... e che mi sono rifatto una vita... si chiama Maya. - continuò lui.
- Ah, bene, mi fa piacere, Marco... - lo seguì lei, soffrendo interiormente.
- Tu cosa dovevi dirmi di importante? - le chiese il giovane Cesaroni.
- Riguardo al fatto di Marta... ricordati che è tua figlia, Marco... ora chiudo. - concluse lei, chiudendo la chiamata.

- Non so cosa dire, tesoro... davvero... - disse Lucia, spiazzata dalla storia.
- Sono stata una stupida è un'incapace... - si colpevolizzò la ragazza.
- Oi, tesoro, guarda che è tutto finito... ora siete riuniti... - la rassicurò la madre, accarezzandole il viso.
- Sì, ma comunque ho fatto perdere anni di infanzia a Marta con il proprio padre... sono stata una madre incapace. - continuò la Cudicini.
- No, Eva... sei stata una donna forte... hai tenuto dentro questo dolore... per il bene del tuo vero amore... e nonostante sapessi anche che non era più il tuo amore... ma di un'altra. - predicò la Liguori.
- No, mamma... Marco era il mio amore, anche quando non eravamo più insieme... - ribatté Eva.
- Dai, tranquilla... adesso devo andare che ho molto lavoro da fare... - disse Lucia.
- Va bene, mamma, grazie per il dialogo... soltanto tu ci riesci, ora mi sento già meglio. - le sorrise la ragazza.
- Di niente, tesoro, a dopo. - concluse la madre.

Lucia uscì di casa, mentre Eva chiamò Carlotta...

- Oi amica, tutto bene?... Ti va di accompagnarmi ad iscrivere Marta a scuola?... Ok, ci vediamo tra poco.

I Cesaroni... alcuni anni dopo (COMPLETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora