"Io sono questo qui, va bene?" Prese la sua arma porgendomela sotto lo sguardo.
"Non sono un bravo ragazzo, non ho niente di meglio da offrirti, non sono quello che ti potrà dare un futuro fuori di qui, sono addestrato a questa vita", continuava a...
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Erano ore che continuavo a guardare quella chiave.
Ero lì silenziosa, mentre la rigiravo tra le mani, mentre nella mia mente regnava il caos più totale.
Avevo un piano finale, quella volta. Niente e soprattutto nessuno mi avrebbe distolto dal mio, o meglio nostro, lieto fine.
Le ragazze erano tranquille, leggermente preoccupate, dentro di me invece, morivo dalla voglia di mettere piede fuori da quella struttura.
"Perché ti ha dato quella chiave?" Domandò Hannah a bassa voce, le luci erano state spente da un bel po', attendevo solo il momento giusto per agire, un momento in cui saremmo state davvero sole.
"Non lo so, forse voleva che la conservassi io...oppure voleva solo mettermi alla prova."
"Non ti sfiora neanche l'idea di un probabile suicidio?" Quelle parole mi fecero spalancare gli occhi.
"Cosa?" Avevo sentito benissimo.
"Scusa, non volevo dirtelo così ma...-"
"Harry aveva un piano, saremmo scappati insieme non appena avrebbe completato l'ultimo incarico. Non avrebbe molto senso decidere di...di fare ciò che è successo."
"Era solo un'ipotesi, non mi spiego il perché della chiave."
In effetti non me lo spiegavo nemmeno io.
"Tante volte è uscito in missione con quella chiave appesa al collo, è sempre stata lì."
Non risposi, seguì qualche secondo di silenzio, alla mia testa avevo aggiunto quell'ennesimo pensiero.
"Dici che voleva aiutarmi a scappare? Nel caso in cui...lui..", i miei occhi si riempirono di lacrime a quel pensiero.
Hannah non rispose, la vidi alzare le spalle, effettivamente due domande non me le ero mai poste.
Mi alzai in piedi di scatto sotto il suo sguardo preoccupato, non era quello il momento adatto per pensarci.
"Cosa vuoi fare?"
"E' arrivata l'ora di andare via da qui", sussurrai a denti stretti attirando l'attenzione anche di Sierra.
Presi tutte le mie cose fino ad allora conservate sotto il mio cardigan, che indossai velocemente, poi tirai fuori l'asticella di ferro e cominciai a giocare con la serratura della mia cella, fino a quando scattò aprendola.
Feci lo stesso con quelle di Hannah e Sierra, invitandole a non fare il minimo rumore. Un sorriso si dipinse sui loro volti non appena furono libere.
Camminammo verso quel lungo corridoio, finché mi fermai fuori la cella di Isabelle.
"Ellis?"
"Un momento, anche lei deve venire con noi", risposi tentando di scorgere la sua figura, ma il buio me lo impediva. "Isabelle?"
