"Io sono questo qui, va bene?" Prese la sua arma porgendomela sotto lo sguardo.
"Non sono un bravo ragazzo, non ho niente di meglio da offrirti, non sono quello che ti potrà dare un futuro fuori di qui, sono addestrato a questa vita", continuava a...
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Passò qualche minuto da quando avevo cominciato a camminare verso casa, il mio passo era svelto, avevo il timore che Jace potesse raggiungermi, ma voltandomi indietro scoprii che aveva mollato la presa.
Sospirai rallentando, finché un tuono mi fece sobbalzare letteralmente dalla paura.
Otto anni, otto lunghi anni non mi erano bastati ad abituarmici, non ci sarei mai riuscita.
Improvvisamente accostò un'auto scura, rallentò camminando a passo d'uomo, il mio.
Ero indecisa se voltarmi oppure no, portai le mani nelle tasche della felpa e continuai a camminare, quell'auto però continuava a seguirmi.
Finalmente mi voltai ma ben presto scoprii che avesse i vetri oscurati, era molto simile a quella di Zayn, per un attimo sperai fosse lui.
Cominciavo ad avere paura.
Presi il cellulare chiamandolo, fu la prima persona che mi venne in mente, la prima che desideravo con tutto il cuore avere accanto in momenti come quelli.
"Ellis?"
"Hei, scusami se ti disturbo ma..hai da fare?"
"Mh no, che succede?"
"Puoi farmi compagnia?"
"Dove?"
"Al cellulare", risposi subito.
"Cosa? Ellis, che succede?"
"Non spaventarti, c'è un'auto che mi sta seguendo, ma forse è solo una mia impressione", no non lo era affatto. "Potresti..-"
"Dove sei?" Domandò.
"Sto tornando a casa", spiegai, non capivo il senso di quelle domande, ma almeno mi stava intrattenendo.
Intanto quell'auto continuava a seguirmi.
Mi fermai appoggiandomi ad una staccionata, giusto per verificare quel comportamento e si fermò proprio davanti a me.
Era davvero inquietante.
Sentii il sangue gelarmi nelle vene, avrei voluto correre via.
"Da sola?"
"Sì, da sola. Zayn non accenna ad andare via", sussurrai guardando altrove, fingendomi disinteressata.
"Sta tranquilla, arrivo subito", sentii la portiera sbattere, segno che fosse entrato in auto.
"Resta a telefono per favore", mise in moto ed io non potei fare a meno di essere felice.
Lui non era lì con me, ma solo l'idea di vederlo, mi mandava al settimo cielo.
"Sono ancora lì?" Chiese dopo qualche secondo di silenzio.
"Sì."
"Io sono qui", disse ed accostò proprio davanti quell'auto.
