"Io sono questo qui, va bene?" Prese la sua arma porgendomela sotto lo sguardo.
"Non sono un bravo ragazzo, non ho niente di meglio da offrirti, non sono quello che ti potrà dare un futuro fuori di qui, sono addestrato a questa vita", continuava a...
"Bene, ma potrei stare meglio quando questo ragazzo davanti a me comincerà a salutarmi coma una persona civile", dissi posando il cellulare in tasca.
"Beh questo ragazzo si deciderà non appena tu ti convincerai ad offrirgli ripetizioni."
"Non se ne parla, te l'ho proposto in estate ed hai categoricamente negato", incrociai le braccia al petto.
"Andiamo, lo sai che ero impegnato con.." si portò una mano tra i capelli, imbarazzato.
"Ma certo, quindi hai scaricato una tua cara amica per vederti con Jessic..-"
"Shhh, lì ci sono i suoi amici, puoi abbassare la voce?" Mi portò una mano davanti la bocca che leccai facendolo allontanare. "Che schifo!" Urlò attirando l'attenzione di quei ragazzi.
Lo guardai alzando un sopracciglio, poi entrambi scoppiammo a ridere, varcando la porta d'ingresso.
***
"E' riuscita a dirmi che non hanno rapito nessuno, stavolta", spiegò prendendo un vassoio anche a me cominciando a scegliere il pranzo.
"Corktown non è una molto lontana da qui, si stanno avvicinando", tremai al solo pensiero.
"Non preoccuparti, a meno che tu non sia una ricercata pericolosa", alzò le spalle ed io lo colpii con un piede. "Aia!"
"Non posso stare tranquilla, con mia madre che mi chiama quattro volte al giorno aggiornandomi sugli assalti, ancora non capisco cosa ci abbia a che fare", sospirai. "Questo qui!" sorrisi nell'accorgermi che ci fosse il mio piatto preferito: pollo con patatine.