21. Shelter

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Arianna Foscari si concentrò su due cose; sul suo respiro, come sempre faceva quando aveva paura e sul tocco caldo della mano di Raphael

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Arianna Foscari si concentrò su due cose; sul suo respiro, come sempre faceva quando aveva paura e sul tocco caldo della mano di Raphael. Cercò invece di dimenticare le urla strazianti dell'orso su cui uno dei molossi, forse il bianco, aveva già infierito staccandogli un pezzo d'orecchio. L'orso rugliò e si diresse in tutta fretta verso il cane, e il cane in tutta risposta tentò di attaccarlo di nuovo, indifferente al pericolo che correva. Quello più scuro invece, tutt'altro che impavido, si teneva a distanza.

Suo marito era di pessimo umore, le bastava osservare il gesto nervoso con cui di tanto in tanto strapazzava il becho, lo strattonava e infine imprecava.

Avrebbe perso e si sarebbe sfogato su di lei, avrebbe trattenuto tutta la rabbia che provava e l'avrebbe convogliata come sempre nelle accuse e nelle recriminazioni che le rivolgeva.

Lo spettacolo di una simile violenza la faceva rabbrividire, eppure avrebbe voluto avere il coraggio di quel molosso, avrebbe desiderato possedere un po' della sua audacia per combattere contro suo marito.

E non si sarebbe limitata a staccargli un orecchio, oh no, avrebbe fatto di peggio.

Si morse il labbro non appena la sua mente tornò alle familiari immagini di ciò che sempre più spesso accadeva a palazzo Foscari. Per un attimo l'orrore di quello che aveva taciuto persino a Carmela le provocò un acuto senso di nausea.

Raphael Deshawn se ne accorse subito e di nuovo strinse un po' più forte la sua mano.

Arianna avrebbe desiderato che Raphael non le offrisse un riparo in un momento in cui non sarebbe stata in grado di rifiutare.

Non l'aveva perdonato, forse non l'avrebbe fatto mai.

Si era preso gioco di lei e l'aveva abbandonata, ed era chiaro che se lei si era dimostrata un'ingenua sprovveduta, lui invece, sin dall'inizio, conosceva bene i pericoli in cui sarebbe incorsa.

L'aveva salvata da Duccio Vivanti per condannarla ad un'esistenza parimenti dolorosa.

Tentò di togliere la mano ma Raphael non glielo permise, anzi, le indirizzò addosso due occhi blu profondamente indignati.

Che faccia tosta!

Era rischioso, la contessa di Middlethorpe, nonché sua moglie, continuava a lanciare occhiate stizzite e annoiate nella loro direzione e Eagle non guardava affatto lo spettacolo ma loro due, così vicini da sembrare un solo essere.

Se suo marito si fosse girato nel momento sbagliato forse, una volta a casa, l'avrebbe semplicemente uccisa.

E lei se c'era una cosa che sapeva, era che non voleva morire e che si vergognava di quella felicità che era esplosa nel suo petto non appena se lo era ritrovata di fronte.

<<Mio caro?>> sentì che lo chiamava la contessa.

Ma Raphael guardava dinnanzi a sé, del tutto indifferente a quel richiamo. Maleducato e ostinato come Arianna non ricordava che fosse.

IL PRECETTOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora