12. Invisible Fox

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Arianna aveva dormito malissimo

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Arianna aveva dormito malissimo. Avrebbe voluto illudersi, durante quel sonno leggero che somigliava più ad una veglia, che quell'insofferenza fosse tutta per Brummidge. Si era rigirata nel letto sbuffando e sbadigliando, il sonno, nel pieno della notte, le era sembrato inafferrabile e dispettoso proprio come Raphael.

Quando infine si era finalmente assopita, due occhi blu come la notte e terribilmente maliziosi, l'avevano fatta risvegliare di colpo col cuore che batteva fortissimo.

Alla fine si era alzata all'alba, e con un'occhiata truce, aveva intimato Evelyn di prepararla.

Quella mattina la cameriera non indossava alcun fazzoletto e sembrava infinitamente triste, così tanto che Arianna ad un certo punto - precisamente la terza volta che la spazzola le sfuggì dalle mani - dimenticando per un attimo quel maledetto segno che aveva sul collo, le aveva chiesto: <<Si può sapere che cos'hai?>>

Evelyn esibiva due occhiaie se possibile ancora più vistose delle sue, si limitò a stringersi nelle spalle e a tirare su col naso.

<<Metterete l'abito color borgogna per la caccia?>> Le domandò andando verso l'armadio, tirando fuori il vestito in questione e sospirando mentre ne accarezzava la stoffa, <<questo vi sta davvero benissimo,>> aggiunse poi mestamente.

Evelyn osservò l'abito e poi la sua padrona ammettendo, alla pallida luce di quell'alba nebbiosa, una verità che per tutta la notte l'aveva tenuta sveglia; Raphael Deshawn era innamorato pazzo di Arianna Foscari.

Questo pensiero, limpido come lo era stata la sua vita finché non aveva incrociato la strada di quel farabutto, la fece sentire terribilmente in colpa.

Perché se non si era sbagliata, ed era certa di no, Raphael la stava usando. Ripensò al bacio rabbioso che le aveva dato, all'insofferenza che aveva tradito ogni suo gesto convulso e che Evelyn, imperdonabilmente ingenua, aveva scambiato per desiderio.

Ma non lo era affatto, oh no. Raphael era ossessionato da Arianna, lo era così tanto da averla costretta a rivelargli piccoli e insignificanti particolari che per lui sembravano essere importantissimi.

<<Allora?>> Sentì dire ancora ad Arianna.

Era così bella la sua padrona, c'era qualcosa in lei che la rendeva simile a Raphael Deshawn. Era quella forza che trapelava dal suo sguardo? Erano i modi regali, lo spirito indomabile che creava come un'aura luminosa intorno a lei? Persino la mano, che doveva essere un difetto, diventava invece un ornamento, ed era in grado di amplificare ancora di più quel fascino sfuggente.

E lo stesso accadeva in Raphael, c'era in lui un dolore, una menomazione nascosta alla vista, che permeava tutto il suo essere e che enfatizzava, in maniera quasi insopportabile, la sua avvenenza.

Evelyn, in quell'alba terribilmente buia sperimentò un'angoscia profonda per la questione, assolutamente innegabile, che squarciò per un secondo il velo ovattato della sua esistenza:

IL PRECETTOREWhere stories live. Discover now