17. The Gordian knot

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Raphael Deshawn in vita sua era stato tante cose: un uomo comune innamorato una popolana, un seduttore crudele bisognoso di trarre conforto nel desiderio che suscitava in donne che gli erano indifferenti, l'amico di un mostro, e infine il confiden...

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Raphael Deshawn in vita sua era stato tante cose: un uomo comune innamorato una popolana, un seduttore crudele bisognoso di trarre conforto nel desiderio che suscitava in donne che gli erano indifferenti, l'amico di un mostro, e infine il confidente di Arianna Foscari.

Da quando l'aveva incontrata sotto l'affresco di Astrea, la prima sera, il velo di menzogne che si era costruito attorno si era lacerato, solo che anziché ritrovare l'uomo che era stato con Isabella, si era trasformato in qualcos'altro, una persona insicura e disperata in cui stentava a riconoscersi e che si sentiva perennemente in bilico, affacciato com'era sul nulla di un'esistenza che sembrava trovare un senso solo quando Arianna gli era accanto.

Era nient'altro se non un patetico simulacro di eroe romantico, uno che non ci avrebbe pensato due volte a dare la vita per salvare quella di Arianna, che tremava di gelosia all'idea che potesse infine sposare Brummidge, che cercava ansiosamente di rintracciare nella figura della fanciulla che teneva stretta contro l'albero una qualunque prova che lei fosse ancora la sua Arianna, ossia la ragazzina sensibile e fiduciosa che gli aveva confidato quanto si sentisse estranea a tutto quello che la circondava.

Avrebbe voluto ritrovare il corpo acerbo, la treccia sfatta, le vesti cangianti e fanciullesche lì dove invece indovinava curve morbide di donna, capelli splendidamente acconcianti e modi che gli erano estranei. Dolorosamente, insopportabilmente estranei.

Quanto erano distanti ormai i loro mondi?

Cosa poteva offrire ad una donna che poteva avere un conte? Uno che a modo suo l'avrebbe vezzeggiata e coccolata? Cosa le stava davvero chiedendo, lui che non era nessuno, non aveva soldi, ricchezze, titoli, che poteva vantare solo una bella faccia e un mucchio di menzogne?

<<Non sposarlo, >> ripeté ancora una volta, ostinato, egoista, sordo a qualunque convenienza, nel silenzio di quell'ottobre ancora tiepido, tra il venticello che sferzava gli alberi, i loro visi, i vestiti, che s'infilava sotto la stoffa delle loro bugie. Poggiò il viso contro quello di Arianna.

Avrebbero potuto trovarli, scoprirli. L'avrebbe condotta alla vergogna. L'avrebbe rovinata.

Eppure, pensava Raphael, era davvero così importante?

Arianna lo spinse via prima che potesse bearsi del suo odore. Ma anche quello era mutato, anche quello gli era estraneo. La morbida, leggera essenza di rose s'era trasformata in un elaborato profumo di lavanda e gelsomino. Fiori comuni, che aveva odorato mille volte addosso alle sue amanti.

<<Vattene via.>> Disse Arianna tristemente, osservando anziché lui una mela che cadeva a terra di fronte a loro, un frutto grosso e succoso che s'arenava nell'erba giallastra del cortile e che forse nessuno avrebbe mai raccolto.

<<No, non andrò via. Hai sentito quello che ho detto?>>

<<L'ho sentito e l'ho trovato assurdo.>>

IL PRECETTOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora