17. Green-Eyed Monster

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La lingua di Luisa Manin scavava nella sua bocca, le mani fredde erano sul suo viso, Arianna provò un brivido di fastidio ma s'impose di non fare sciocchezze

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La lingua di Luisa Manin scavava nella sua bocca, le mani fredde erano sul suo viso, Arianna provò un brivido di fastidio ma s'impose di non fare sciocchezze.

Lorenzo si schiarì la voce proprio mentre Arianna rivolgeva lo sguardo verso il piccolo palco dell'orchestra dove le ultime note struggenti dell'Adone diventavano acute e fastidiose. Aveva solo una voglia matta di tapparsi le orecchie e gli occhi.

<<Duccio forse dovresti proprio lasciarla un secondo respirare, non credi? >>

Sentì dire alle sue spalle da una voce profonda e senza accento inglese, secca, veneziana fino alla punta delle scarpe con la fibbia dorata che Raphael indossava. Insieme al secondo tempo dell'Adone doveva essere terminato anche l'interludio tra Raphael e quella Luisa.

Si voltò in tempo per vedere Duccio che fulminava l'amico con un'occhiataccia e per sottolineare il fatto che non prendeva ordini da nessuno, le dita di Duccio, anziché lasciarla andare, rinsaldarono la presa.

<<Così mi fai male Duccio.>>

<<Hai sentito, le fai male.>> Lo rimbeccò serio Raphael afferrando la mano dell'amico e tentando di strapparla a forza da quella di Arianna che ammutolita osservava le dita eleganti del suo precettore, più chiare, pallide e eleganti rispetto a quelle di Duccio Vivanti.

<<Oh, udite, udite, l'angelo non solo ci degna della sua attenzione ma adesso, dopo aver fatto i suoi comodi con la regina di cuori, gli è venuta voglia di giocare a fare il protettore di Arianna Foscari.>>

<<Non usare questo ridicolo nomignolo con me, lo detesto e tu lo sai.>>

<<E sentiamo, oltre al nomignolo, al carnevale, all'intera Venezia e forse anche alla tua fortuna, cos'altro di grazia, ti è indigesto?>>

Arianna capì presto che Duccio lo voleva umiliare perché lo aveva sentito parlare di lei in termini poco delicati.

Sapeva che doveva lasciarlo fare, che era il modo di Duccio di salvaguardarla persino dall'amico. Avrebbe dovuto esserne fiera, avrebbe dovuto avere più stima di Duccio ma qualcosa nel volto tetro del suo precettore la rendeva inquieta a sua volta. Era un'infelicità strana quella che l'angelo si portava appresso, si aveva l'impressione, a stargli intorno, che il dolore lo portasse cucito addosso, su misura come gli abiti che sfoggiava e che sarebbero apparsi ridicoli addosso a chiunque altro.

Arianna indovinò nella fierezza di Raphael una dignità che le tolse il respiro e che stupidamente fece di nuovo pendere la sua benevolenza verso di lui.

<<Smettila.>> Lo sentì dire rivolto a Duccio. Ripensò al modo in cui era caduta sopra sul suo grembo poco prima nella gondola, all'evidente indugiare dell'uomo prima di lasciarla andare, a quel secondo di troppo, lo stesso di quando gli aveva restituito la mascherina di Luisa. Suo malgrado Arianna chiuse gli occhi indugiando a sua volta al ricordo della strana e potente sensazione che aveva provato.

IL PRECETTOREWhere stories live. Discover now