23. Gentle Sin

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Raphael Deshawn sapeva benissimo che mille occhi coperti da altrettante mascherine variopinte erano puntati sulla sua schiena, li sentiva anche senza bisogno di guardarsi intorno

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Raphael Deshawn sapeva benissimo che mille occhi coperti da altrettante mascherine variopinte erano puntati sulla sua schiena, li sentiva anche senza bisogno di guardarsi intorno.

Un'altra cosa di cui Raphael Deshawn, che tutti a Venezia chiamavano l'angelo, si rendeva conto, era di quanto fosse delicata, attualmente, la sua situazione. Molti dei nobili che lo avevano visto intrufolarsi nel loro mondo dorato con nonchalance, e a cui aveva strappato per la durata di brevi amplessi le noiose mogli, non aspettavano che quel momento per affossarlo e ricacciarlo in mezzo ai suoi simili.

Visualizzò Carlo Venier tra la folla, con la moglie Giulia che si trovava al suo fianco aveva avuto un'avventura durata un pomeriggio da cui la donna, ora col viso coperto fino alle labbra, era uscita scandalizzata e tremante per le richieste poco ortodosse dell'angelo. Suo marito si diceva che non l'avesse mai perdonata. In società, Carlo Venier si limitava a mantenere una distanza ragguardevole dal bel corpo di Giulia ma in quel caso fece un'eccezione e le strinse con possessività il braccio esile, non appena notò che la mogliettina lo fissava con la bocca spalancata e un pò troppa insistenza.

Duccio, che non si era mai interessato troppo agli scandali che lo riguardavano direttamente, nel caso della sua piccola tresca con Giulia Venier, tuttavia, si era mostrato assolutamente contrario e gli aveva detto che doveva fare molta attenzione, considerato che era il suo migliore amico, a fare una differenza tra i piedi che calpestava. Quelli delle famiglie vecchie, le uniche che contassero per Duccio, gli potevano costare caro e in quel caso nemmeno il suo amico, che si riteneva parte di una piccola Élite che tutto poteva, sarebbe stato nella posizione di salvarlo dalle sue azioni.

<<Ci guardano tutti.>> Disse Arianna con la voce bassa e insicura come se un fatto tanto evidente potesse essere un segreto tutto loro. La mano che Raphael le aveva poggiato all'altezza delle reni sembrava non solo essersi fatta di fuoco ma aveva innescato un immediato, innegabile desiderio fisico per la seconda volta in poche ore. Spinse le dita più in profondità nella stoffa del vestito di Arianna dicendosi che lo faceva per tranquillizzarla ma d'improvviso si ricordò, invece, l'esatta sensazione che aveva provato quando gli si era poggiata addosso poco prima, com'era sentire quel corpo gracile e contemporaneamente vivo addosso. L'improvviso turgore delle sue parti intime, che aveva ricompensato l'alacre lavorio di molte delle gentildonne presenti, di nuovo lo sorprese perché era stato scatenato, in fondo, solo da un tocco innocente.

Scosse la testa, lo fece per sé stesso, per le sue inopportune reazioni, Arianna però dovette credere che quel gesto fosse riservato alla sua ingenuità perché arrossì all'improvviso.

<<E tu guarda avanti, oltre di loro, sono solo ombre, ricordi?>> Le rispose con voce ferma Raphael.

Non avrebbe certo potuto dire ad Arianna che il motivo per cui gli uomini lo fissavano era proprio quello che lei immaginava, ossia si stavano chiedendo, e segretamente speravano, che fosse davvero l'assassino di Luisa e Lavinia.

IL PRECETTOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora