20. Little Flower

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Raphael cercò con tutte le sue forze di non guardare nella direzione di Arianna

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Raphael cercò con tutte le sue forze di non guardare nella direzione di Arianna.

Si concentrò sulla donna che lo servì, sulle mani piene di calli, segnate dal troppo lavoro che appoggiarono la tazza fumante di fronte a lui. Un po' questo lo tranquillizzò, quelle mani rovinate, identiche a quelle che in un'altra vita lo avevano riempito di apprensione, le stesse con cui Isabella tornava dal fontanile, le sue mani giovanissime e già talmente rovinate.

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"Non è necessario che lavori." Le ripeteva sempre più spesso. E Isabella rideva, bellissima, di quella risata argentina in grado di illuminare il suo universo, in grado solo con quel suono acuto e cristallino di cambiare il verso di una giornata storta.

"E sentiamo un po', come pensi che tireremo avanti?"

Era quello che Isabella rispondeva sempre, mai arrabbiata, mai offesa, spesso alla risata seguiva un sospiro, le ultime volte aveva preso quel vizio che negli anni a venire avrebbe tormentato Raphael, quello di accarezzarsi leggermente il ventre.

Che Dio lo perdonasse, era stato invidioso di quel contatto che non era più solo per lui, delle mani di Isabella per un altro. Eppure presto si sarebbe anche stupito di quanto l'invidia di quel rapporto esclusivo, fosse poi rapidamente mutato nell'amore più forte che avrebbe mai sperimentato.

Raphael lo ricordava ancora così bene, era tutto talmente vivo nella sua testa da sembrare più reale della sala delle spezie appena illuminata e di quel cicaleccio insistente che lo circondava in quel pomeriggio freddo. Solo i capelli di Arianna, di quel rosso che non era propriamente rosso, possedevano una dolorosa consistenza.

"Parla ancora, parla con quell'accento, lo sai quanto mi piace."

"Smettila, Raphael, te ne approfitti perché mi piace il tuo senso dell'umorismo, ma stavolta non si tratta solo di noi, quello che basta appena per due non basterà per tre, mi pagano bene ed è un lavoro onesto, si tratta solo di lavare e rassettare, non posso chiedere di più. La famiglia Vivanti è gentile e... mi pagano bene."

"Lo hai già detto questo".

Isabella come spesso faceva gli aveva scompigliato i capelli e aveva avvicinato il suo viso a quello di Raphael.

"Sei un uomo bellissimo Raphael Deshawn ma non sei un uomo pratico delle questioni del mondo."

Il sole la illuminava, era lei ad essere bellissima in quel caldissimo pomeriggio di maggio e nemmeno se ne rendeva conto, il sole non era che un pallido ornamento, a brillare veramente erano i suoi capelli che avevano lo stesso colore del grano quando raggiunge il massimo grado di maturità. E così era stato anche per la felicità di Raphael che aveva, proprio quel pomeriggio, avvertito con crescente disagio come tutte le cose, una volta raggiunto l'apice fossero in fondo destinate a precipitare.

IL PRECETTOREWhere stories live. Discover now