36. Stake Down

1K 93 13
                                    


Non era certo stupefacente che il giorno dopo non si parlasse d'altro

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Non era certo stupefacente che il giorno dopo non si parlasse d'altro. In un modo o nell'altro quello che orbitava intorno alla figura dell'angelo era destinato a fare scalpore. Che si trattasse delle scarpe con la fibbia dorata che presto ogni giovanotto alla moda aveva commissionato al proprio calzolaio o dell'accento che qualcuno aveva storpiato per mesi, volutamente, pur di fargli dispetto o più verosimilmente di emularlo.

Fatto stava che all'alba del nuovo giorno, già le servette ripetevano ossessivamente quello che avevano udito per le calli, mentre rovistavano e palpavano mele non abbastanza mature o scartavano polli non sufficientemente grassi.

Camilla Trevisan non aveva indugiato troppo prima di dare la sua versione dei fatti e Marco Landò non aveva fatto nulla per evitarlo, anzi, aveva seguito con compiacenza quell'insperato allentarsi dei consensi.

Non aveva mai digerito che Duccio avesse preferito quell'insignificante plebeo a lui ma tutto sommato adesso era quasi felice che lo avesse lanciato tanto in alto e che la sua caduta, la disfatta di Raphael Deshawn, sarebbe stata altrettanto spettacolare.

Strappare Camilla a Duccio era stato un lieve palliativo, quello che stava per accadere invece lo avrebbe ripagato di tutto.

Lo avrebbe d'un tratto reso di nuovo degno dell'attenzione del suo vecchio amico.

Si rendeva conto che nove anni di fidanzamento erano troppi e che il suo tentennamento doveva finire ma qualcosa lo paralizzava. Camilla aveva un nome che a Venezia contava abbastanza da riscattare del tutto il suo passato, eppure i suoi gusti in fatto di donne non erano scontati come le buone ragioni che avevano sostenuto il suo fidanzamento. Non si trattava solo del fatto che non fosse abbastanza attraente, anche se non lo era, o che non fosse abbastanza intelligente, anche se non lo era. No, non erano questi gli ostacoli che egli poneva tra sé e le sue intenzioni.

Anziché assaporare la vittoria recandosi al Ridotto con Lorenzo, aveva preferito dare a Camilla il beneficio del dubbio. Il suo schierarsi contro Raphael in casa Vivanti gli aveva fatto provare un brivido, ma era bastato poco a spegnere l'ardore.

Attraverso la vacuità dello sguardo della sua Camilla mentre le allargava le cosce aveva visto il furore di altri due occhi marroni che durante la serata se ne erano rimasti per quasi tutto il tempo a fissare il lucido marmo veneziano del pavimento.

Quello si che gli aveva fatto provare un brivido, per la seconda volta ad essere onesti. Era per quel motivo che si era recato da Duccio Vivanti di mattina, prima che scoccassero le dieci, troppo in anticipo per non scontentare l'etichetta e troppo in ritardo per non scontentare il suo cuore.

I bravi se li era portati appresso, nel dubbio che qualcuno lo additasse e lo aggredisse come era accaduto in passato. Il sangue gli piaceva, vederlo scorrere lo solleticava moltissimo, purché non fosse il suo.

IL PRECETTOREWhere stories live. Discover now