42. Like the courser's hair

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<<Lei?>>, si limitò a ripetere Giada, la cui voce si era fatta affilata e glaciale.

<<Arianna è qui?>> Scandì di nuovo Raphael e ancora parve che parlare gli costasse uno sforzo fisico notevole.

Giada sorrise, anche lei come quel vecchio di prima si fece beffa di lui, alzò solo un angolo delle belle labbra, in una smorfia odiosa.

<<Quindi il vostro amico aveva ragione, >> si limitò ad osservare Giada, <<mi avete solo usata, è così? Non siete in grado di amare?>>

Raphael si riscosse e la mise a fuoco, anche questo gli costò una certa fatica, pareva di guardarla dal fondo di un abisso, si sentiva come quando andava al ridotto e dopo una bottiglia di porto il mondo diventava nebbioso e ovattato. Gli piaceva di solito ridursi così, ma non quella sera, non quando gli serviva tutta la sua lucidità.

Si sforzò a sua volta di sorridere, gli affiorò sulle labbra niente più di un ghigno;

<<Ti ho usata, Giada?>>, Raphael ridusse la distanza, <<io ho usato te?>>

Giada se lo ritrovò talmente vicino che ebbe la tentazione di fare un piccolo passo verso di lui. La scintilla che sua figlia aveva acceso quel pomeriggio, Raphael l'aveva tramutata in un incendio.

Giada Foscari si arrese in fretta, era talmente avida di lui, che gli si sarebbe prostrata ai piedi per un bacio.

Raphael d'altronde era così vicino che avvertiva quasi il suo respiro sul viso. Era scarmigliato, sudato, affannato e la sua bellezza, come volesse per prima fargli torto, anziché risentirne, era addirittura aumentata.

Il labbro inferiore dell'angelo poi, esibiva un piccolo taglio recente che Giada trovava irresistibile e che calamitava di continuo tutta la sua attenzione.

<<Dov'è lei?>> ripeté ancora Raphael, in un sussurro quasi accorato, gentile, come se avesse a che fare con una bambina capricciosa.

<<Lei, lei, lei...>> disse Giada a sua volta, altrettanto lentamente. Avvicinò il dito al taglietto, lo voleva accarezzare ma Raphael bloccò il polso colpevole e lo tenne fermo.

A guardarli dall'esterno sembravano niente di più e niente di meno di quello che erano stati: due amanti.

<<Mi rifiuto di pensare che potete volere una come lei.>>

<<E io mi rifiuto di pensare che non abbiate a cuore il suo bene,>> rispose Raphael avvicinandosi ancora, un piccolo passo minaccioso, questo aveva in mente.

Giada prese tempo, aveva iniziato a contare mentalmente quando aveva sentito sbattere la porta al piano di sopra.

Bertuccio aveva mandato il suo servitore per informarla che non sarebbe tornato quella sera, che affari urgenti lo richiamavano oltre le rive del Brenta. Niente avrebbe potuto favorirla di più, doveva trovare il modo di trattenerlo, di fargli capire che sua figlia non valeva niente rispetto a lei.

Di fatto un'insana voglia di averlo tutto per sé sembrava farla completamente da padrona, nel cuore della bella Giada.

<<Provate pietà per mia figlia? È così?>> Gli suggerì speranzosa, di nuovo gentile e suadente.

Raphael scosse la testa, <<la provo per voi, Giada, non per lei.>>

Ma le parole si smorzarono non appena avvertì le labbra umide di Giada sulle proprie. Raphael fece un rapido saltello indietro, incredulo che avesse osato tanto proprio nell'anticamera di casa sua, dove la servitù avrebbe potuto facilmente scoprirli. Ma non fu la voce di uno dei domestici che udì.

IL PRECETTOREWhere stories live. Discover now