Capitolo 32 • Trappola

164 14 3
                                    

C A P I T O L O X X X I I
~
• T r a p p o l a •

C A P I T O L O  X X X I I ~• T r a p p o l a •

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«Coraggio, sono solo poche ore di volo...» ridacchiai piano, mentre mi allacciavo la cintura del sedile dell'aereo.

Shaun era seduto al mio fianco, nel posto con il finestrino, a guardare fisso la hostess che spiegava le misure di sicurezza, per fortuna in inglese. Quando l'hostess smise di parlare, Shaun sospirò forte, muovendosi sul sedile per sistemarsi meglio e trovare una posizione comoda.

Quando il pilota accese il motore, Shaun chiuse gli occhi, cercando di prepararsi al decollo. Non potei fare a meno di ridacchiare ancora, rivolgendogli un'occhiata veloce prima di guardare in avanti. Per tutta la durata del decollo, Shaun rimase zitto e fermo a fare dei respironi per cercare di calmarsi, e solo quando l'aereo smise di salire, riaprì gli occhi.

Ancora una volta non riuscii a trattenermi dal ridere, voltandomi a guardarlo proprio nel momento in cui lui diceva: «Non è affatto divertente, Rose.».

«Eccome se lo è!»

Lui mi ignorò, girandosi a guardare fuori dal finestrino la città di Lisbona allontanarsi progressivamente. Dopo pochi minuti, mi ritrovai a decidere di dormire un po': se non potevo mettermi ad osservare il mondo come avrei voluto fare, tanto valeva recuperare un po' di energie. Cercai una posizione, ma in qualsiasi modo mi mettessi ero scomoda.

L'unica soluzione era accucciarmi su un lato, ma non sapevo dove appoggiare la testa. La risposta al problema era semplice, ed io non ebbi problemi a sporgere la testa e ad adagiarla sulla spalla di Shaun, che subito si irrigidì impercettibilmente.

Ignorai la sua minima reazione, soddisfatta del fatto che non avesse protestato. Cercando di non pensare a come avremmo fatto a raggiungere Evelyn a Fyreris, mi lasciai cadere nel mondo dei sogni.

***

Quando uscimmo dal passaggio, nuovamente strettamente controllato dalla Confraternita Oscura, fu come tirare un sospiro di sollievo. Era passato relativamente poco da quando eravamo atterrati a Heathrow, l'aeroporto più grande di Londra. Da lì, Shaun ci aveva fatto prendere un autobus che ci aveva portato proprio in centro. Sembrava sapersi orientare bene, ma io non seppi se era per il fatto di aver studiato a memoria nei minimi dettagli gli spostamenti che dovevamo fare o se era perché era già stato nella capitale britannica.

Eravamo arrivati a Trafalgar Square che ormai erano le nove di sera. Shaun aveva deciso che fosse il caso di aspettare lì a Londra fino al mattino successivo: se avessimo oltrepassato il passaggio a quell'orario lì, saremmo arrivati ad Elyria nel bel mezzo della mattina.

Così eravamo rimasti per mezza giornata in un bar aperto ventiquattr'ore su ventiquattro, poco lontano da quella piazza, che ospitava il passaggio che sbucava a Landus, a tre giorni di cammino di distanza dalla grande e pericolosa città di Fyreris.

ELYRIA • Il Figlio del Gelo [BOZZA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora