Capitolo 20 • Proposta

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C A P I T O L O X X
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• P r o p o s t a •

Il mio sonno fu inevitabilmente disturbato da un incubo

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Il mio sonno fu inevitabilmente disturbato da un incubo. Nella mia mente si susseguivano immagini di sangue, di spade che trafiggevano dei Domini, e di morte. In effetti, era stato un miracolo riuscire ad addormentarmi.

Sicuramente, se non ci fosse stato Shaun, avrei passato tutta la notte a rotolarmi nel duro letto dell'infermeria di quella base sotterranea della Confraternita Oscura. Fra il dolore alla schiena, l'ansia che ormai non mi abbandonava più e il fatto di trovarmi in un luogo così innaturale per me, dubitavo fortemente di potermi addormentare da sola.

Purtroppo o per fortuna - quello lo avrei valutato solo la mattina dopo - mi ero addormentata fra le braccia di Shaun Spencer. Già non bastava il fatto di aver avuto un attacco d'ansia davanti a lui, mi ero anche addormentata fra le sue braccia. Dopo che mi ero calmata e che il mio respiro era tornato normale, Shaun si era rifiutato di andarsene di lì.

Senza ricevere proteste da parte mia, delicatamente mi aveva spostato sul letto, contro il muro, e si era seduto a sua volta, avvolgendomi le spalle stando accuratamente attento a non toccare il mio taglio. Scossa com'ero stata, non avevo potuto fare altro che appoggiare la testa nell'incavo della sua spalla e portare una mano sul suo petto, sopra il suo cuore.

Decisamente era stata una situazione molto imbarazzante.

Non solo ci conoscevamo solo di vista, lui era un assassino. Ma eravamo accumunati dalla questione Evelyn e, anche se il fatto che mi trovassi ancora con i confratelli era davvero inquietante, era l'unica persona di cui potessi cercare di fidarmi. Era l'unica che conoscevo e in effetti il fatto che fosse stato così disponibile da aiutarmi e da consolarmi aveva giocato a suo favore.

Però, quando mi svegliai, lui non era più al mio fianco. Quando aprii gli occhi, notai che ero da sola nella stanza. Deglutii, cercando di sbattere le palpebre e provando a dare una riordinata dentro la mia testa piena di pensieri confusi.

Che cos'avrei fatto a quel punto?

Con un grande sforzo mi raddrizzai a sedere, cercando di decidere quello che avrei fatto. Non potevo rimanere seduta su quel lettino malandato ad aspettare che che qualcuno arrivasse. Non era decisamente nella mia indole.

Con la mano, afferrai le coperte che mi avvolgevano il corpo e le spostai, rendendo libere le mie gambe, che buttai al lato del letto. Strinsi i denti quando la schiena mi diede un'altra fitta, ma cercai di ignorare il dolore, alzandomi in piedi con uno slancio, fin troppo veloce. La vista mi si riempì di macchie nere, ma io le ignorai, capendo di essermi alzata troppo velocemente.

Quando fui sicura di potermi reggere sulle gambe, girai attorno lo sguardo. C'erano due porte e sperai vivamente che una di quelle quelle portasse in un bagno. Avevo bisogno di una doccia, calda o fredda non me ne importava. Non ricordavo l'ultima volta in cui mi ero lavata.

ELYRIA • Il Figlio del Gelo [BOZZA]Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz