Capitolo 14 • Riunioni

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C A P I T O L O  X I V
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• R i u n i o n i •

Il viaggio di ritorno fu molto più veloce; o almeno, così mi parve

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Il viaggio di ritorno fu molto più veloce; o almeno, così mi parve. Che mi piacesse ammetterlo o meno, Matthew Davis mi aveva dato molto a cui pensare, per non parlare anche dei diari trovati.

In quel momento mi trovavo nella mia lussuosa cabina, cercando di buttare giù qualche schema di quello che avrei dovuto fare. Andare a Fyreris e abbandonare un'altra volta i miei doveri da erede era molto più facile a dirsi che a farsi. Però, infondo, il viaggio a Kratos era durato meno del previsto; così, tre giorni e tre notti ad Ilyros per mettermi in pari e poi sarei ripartito di nuovo.

Quella era la sera della del venticinque ottobre e sul Mare dell'Est si era alzato il vento, che mi impedì di rimanere a godermi la brezza marina e il chiaro di luna. Gwen sarebbe dovuta arrivare lì a momenti, infondo quando ci trovavamo da soli, dormivamo insieme, raccontandoci storie passate e condividendo tutto quello che ci passava per la testa. A palazzo, questi momenti che ci ritagliavamo per noi la notte erano molto rari, per colpa di tutte quelle guardie che facevano la ronda davanti alla mia e alla sua porta; su ordine di mio padre, probabilmente.

Sulla scrivania, lì di fianco a me, giacevano tutte le lettere che Knight mi aveva inviato, tenendomi aggiornato sullo scompiglio che c'era a corte, e tutte quelle di mio padre, che mi dava ordini su ordini, primo di tutti quello di ritornare subito ad Ilyros. Chissà chi l'aveva informato della mia improvvisa fuga... Hyde, probabilmente.

A corte si era scatenato il finimondo, quando le truppe inviate sulla Terra degli Umani erano arrivate - dopo ben dieci giorni da quando ero stato ferito - agli Istituti dell'Ordine, ormai deserti e completamente disabitati, convinte che li avrebbero colti di sorpresa.

Ero stato contento dell'informazione, ma sopratutto ero felice del fatto che io non fossi a palazzo quando si era scatenato il finimondo, a differenza di mio padre, che probabilmente avrebbe voluto essere là per dirigere il tutto, ora nelle mani di Hyde. Tempo pochi giorni, però, e mio padre sarebbe sbarcato nel porto di Ilyros.

Dopo aver buttato giù uno schema dei miei impegni delle prossime settimane, sospirai e mi buttai sul letto comodo. Non appena la mia schiena toccò il materasso, Gwen sgattaiolò dentro dalla porta, già in camicia da notte e con ancora i capelli bagnati. Le sorrisi stancamente, mentre lei girava la chiave nella toppa e mi raggiungeva. Si lasciò ricadere di fianco a me ed io sentii delle goccioline volarmi addosso dai suoi capelli; non mi presi la briga di asciugarle.

«Hai avuto molto a cui pensare?» mi chiese quando appoggiò la testa sul mio petto, e si mise comoda nell'incavo del mio braccio, che l'avvolse.

«Troppo.»

«Sai, non è stato antipatico, quel Dominus del Fuoco.» esordì.

«Gwen...» la chiamai per nome con un tono d'avvertimento; sapevo che detta da lei quella semplice frase aveva molti significati.

ELYRIA • Il Figlio del Gelo [BOZZA]Where stories live. Discover now