Capitolo 30 • Perdita di controllo

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C A P I T O L O X X X
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• P e r d i t a d i c o n t r o l l o •

Dopo che mi ero ritrovato davanti Evelyn assieme ad altri due ribelli, dovevo immaginare che la meta di quei due Domini della Terra sarebbe stata la Rocca Nera

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Dopo che mi ero ritrovato davanti Evelyn assieme ad altri due ribelli, dovevo immaginare che la meta di quei due Domini della Terra sarebbe stata la Rocca Nera. Dopotutto, Davis si sarebbe voluto ricongiungere ad ogni costo con il figlio.

Ma io, per tutto il pomeriggio, fino alle cinque, rimasi lontano da tutti loro, passando del tempo nel cortile a parlare con Gwenyth: non volevo ancora affrontare Elias Karlsen. Alle cinque, mi ero dovuto trovare con Evelyn nella palestra del castello, per un allenamento con l'elemento dell'acqua.

Due ore dopo, ero ancora lì a pensare a tutto quello che era successo durante quell'allenamento: dal riscaldamento fino al momento in cui avevamo cominciato ad usare l'elemento. Evelyn non era messa poi così male, ma decisamente non aveva avuto insegnanti che pensassero a formarla fisicamente: il suo riscaldamento era stato un fiasco. Ciò che invece mi aveva colpito, era stata la velocità con la quale aveva comandato l'acqua per la prima volta. Dopo quel piccolo inconveniente che avevo avuto, avevo voluto inevitabilmente mantenere le distanze con lei, continuando ad insegnarle ad usare i suoi poteri facendole fare pratica con l'aiuto di una spada di legno, che le avrebbe facilitato i movimenti.

Non appena erano scattate le sette, l'avevo lasciata lì sul pavimento a riprendere fiato, uscendo in fretta dalla palestra, congedandomi con un ridacchiato: «Domani alla stessa ora, vedi di non fare tardi.». Prima che mi richiudessi completamente la porta alle spalle, l'avevo sentita ribattere urlando: «Quello che era in ritardo eri tu stasera!».

In quel momento, stavo accortamente evitando la cena giù al piano di sotto. Mi ero fatto consegnare da mangiare in camera e in quel momento stavo gustando la mia carne prelibata seduto sul letto. Se solo mia madre mi avesse visto in quel momento, stravaccato sul letto a mangiare come un animale quella bistecca e quei contorni, le sarebbe venuto un infarto.

Sorrisi piano al pensiero, mentre al solo riguardare la mia mano sinistra mi tornava in mente quella scarica di freddo che mi aveva pervaso di nuovo. Le scariche sembravano aumentare di intensità e di frequenza ogni giorno che passava. Evelyn non era stupida, aveva visto e sopratutto sentito quella che mi era successo. A quel punto, potevo scommetterci, non si sarebbe arresa per scoprire quello che mi era preso.

Finii di cenare guardando il vuoto, ritornando e ritornando con la mente a quel momento in cui eravamo stati così attaccati. Il pensiero della sua schiena calda premuta con il mio petto, del suo braccio che combaciava con il mio e del fianco, stretto nell'altra mia mano, mi facevano maledire inconsciamente mille volte di più quelle scariche di freddo. Era stato azzardato avvicinarmi in quel modo a lei, non potevo negarlo, ma in quel momento non avevo potuto resistere.

Non appena mandai giù l'ultimo boccone, capii che non sarei riuscito a dormire molto presto. Non volendo disturbare Gwen, che sicuramente stava riposando per recuperare tutto il sonno arretrato che si portava dietro da settimane, decisi di raggiungere la gigantesca biblioteca della Rocca Nera per cercare qualcosa di utile da leggere.

ELYRIA • Il Figlio del Gelo [BOZZA]जहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें